giovedì, febbraio 26

You've got an Indie Girl

Da quando scrivo su SleepWalking, tutti i giorni, uno dei pochi fan della rivista, mi stressa per chiedermi uno speciale sulle ragazze più carine del mondo indie e dintorni (lui è innamorato di Kate Jackson). Io, pen non essere troppo compromesso (tanto gia' sapete) non mi esprimo. Non so se è tra le più carine. Molti non arrivano neanche a sopportarne la voce. Ma fuori concorso io metterei Yuki dei Judy & Mary solo per le movenze sexy!


Intanto che vi guardate il video corro a scrivere dall'altra parte :D

mercoledì, febbraio 25

Post It



Ieri io e Mic siamo andati a registare la prima trance di batterie per "Febrero", il primo album dei Tiny Tide. E "The Smiths and The Cure", che apparirà nell'EP che lo precede. Che dire.. bravissimo sia Ray del Tam Tam Studio (lo stesso studio dove hanno incido i Luna Pop, mica chèz) che il nostro batterista. Forse aveva solo voglia di riuscire a vedere le partite questa sera, fatto sta che avevamo previsto di incidere la batteria per 4 tracce in una nottata e abbiamo finito con inciderne 6 "io ne conto 7" in una lunga session febbrantina (l'unica "Tiny Batte" che manca ora è quella di "Beachvolley Fields Forever").

E dire che pensavo di non indietreggiare di un passo nel proposito di tornare per il verso una volta successiva! Con la scusa di "ma tanto siamo qui, che cosa ci costa provare..." sono stato costretto a dare atto a Mic che aveva ragione lui. Tempo e soldi risparmiati!

Ray, per estraniarsi dallo schifo di Mark Zonda influenzato che cantava senza voce nelle cuffie suonando la sua peggior versione di "Ginger Genie" di tutti i tempi per dare il tempo a Mic, si trastullava con il suo nuovo iPhone attivando i touch-pad della batteria virtuale del telefono tenendo anche lui il tempo.

"Sentence... sentence... ci sei allora? sentence..."

Io pensavo che fosse un termine tecnico da studio di cui ero totalmente all'oscuro, e mi sentivo veramente una capra...

- Scusa Ray... ma cosa vuol dire "sentence"?
- Ah! E' il nomignolo che ho dato a Mic. Sai, per via del fatto che è sempre così polemico...

Tornato a casa all'una passata mi sono stupito nel vedere quanta gente c'era ancora in giro per strada in zone di assoluta periferia (ma sufficientemente vicine a locali infighettati per vip). Ragazzini che vagavano tra parcheggi e piccolo spazi suburbani pubblici con bombette di plastica, maschere e strani indumenti. Martedì. Quasi tutte le batterie che mi occorrevano in una sola giornata. Mi è andata grassa.

lunedì, febbraio 23

This Band Is Fucking Right!



Non mi aspettavo che anche a Fagio - l'oasissimo cantante degli Stones of Venice, che vedo sempre circondati da un'aura da pop classico che niente ha di che spartire con il pressapochismo del mondo indie - piacessero i "The Pains of Being Pure at Heart". Sonorità che rientrano completamente nei canoni C86-Retrò della linea Clourberry, brani come "This love is fucking right!", "Orchard Of My Eye" e "Hey Paul!" mi sono entrati completamente nel cuore, altrettanto tormentato e non so fino a che punto puro (ma mi piace pensare abbastanza candido, tutto sommato).

Non potete quindi immaginarvi la sorpresa nello scoprirli quest'etate partecipare ad una live performance assieme alle altrettanto godibili "Vivian Girls" (che accoppiata) nella spiaggia più danzereccia d'Europa: l'Hana-Bi (anche se la data non sembra essere segnata nel loro space ufficiale, nel caso segnatevi il 31 maggio in agenda. Non si sa mai)

Qui un mio articolo su Sleepwalking Magazine.

domenica, febbraio 22

A Walk in the Spark

Prologo. Scrivo tutto alla rinfusa, senza rileggere o pensare a quello che scrivo, in totale libertà. Il raffreddore ha preso il comando delle mie dita sulla tastiera.

Non so quanti di voi sono arrivati a capirlo: questi giorni non sono stato molto bene (diciamo per niente). Sabato c'era un appuntamento importante. Ero completamente sfebbrato, e in teoria non avrebbe richiesto molto. Ma mal di schiena e alla testa mi hanno reso impossibile dorimre durante tutta la notte, e la cosa (oltre a portarmi ad un considerevole stato depressivo-paranoide) non aveva giovato alle due precedenti giornate con febbre mai inferiore ai 38,6°.

Anyway. Per me quello di sabato era davvero un appuntamento molto importante, tipo come per Locke riportare tutti i ragazzi dell'Oceanic 6 sull'Isola. E sappiamo che alla fine ci sarebbe riuscito anche a costo di presenziare in una bara!

Bene. Fotografo e tutti i personaggi dei Tiny Shaft ("YOUUU AAAAL EV'RYBODY!") hanno fatto di tutto per riuscire ad esserci per il rotto della cuffia riuscendo a usufruire dell'unica finestra aperta sull'arco delle misteriose coordinate spazio-temporali che ci avrebbero permesso di fare un servizio fotografico su misura tenendo conto dei seguenti fattori:

1) I ritardi di Mic
2) La mia improvvisa malattia
3) L'istrionica imprevedibilità dell'impegnatissimo fotografo Simone Tomaselli
4) L'avversione di Dendrix per le fotografie
5) La seccatura di presenziare alla luce del giorno
6) Manuel che si "infighetta" (o, per come la vede lui, si veste da funerale)

Citando Paul McCartney: Helter Skelter! Come le montagne russe. Gli imprevisti e le problematiche della prima ora vengono sostituite da altre nuove man mano che il giorno si avvicina, prima tra tutte la mia influenza, che speravo sinceramente si sarebbe dissolta, non dico subito, ma almeno per sabato.

Alla fine i nostri eroi ce l'hanno fatta. Al grido di "WE GOTTA GO BACK" abbiamo il nostro servizio fotografico a Ronta e - per il rotto della cuffia - a Febbraio. Nonostante i CINQUANTA minuti di ritardo di Mic, che si sveglia alla mia telefonata per scoprirsi smacchinato, rubare la giacca al padre e lo scooter al fratello, mentre Manuel cercava di tenere duro e non fare... la capra!

- CIAO DENDRIX! COME STAI!?!?
- NON MI TOCCARE
- Ma... anche Marinelli mi dice sempre cosi'!
- Evidentemente un motivo c'e'!

Davanti ad una macchietta del genere non ce la faccio più ad essere incazzato per il ritardo, e nononostante male alla schiena e alla testa mi metto a sorridere.

Tomaselli - fattore Hurley - cambia arbitrariamente un paio di volte il luogo dell'incontro (che era tipo a 200mt da dove c'eravamo incontrati noi dei Tiny4). Il telefono (non avevamo a disposizione il satellitare di Naomi) non riesce a prendere il segnale. Il fotografo non riesce ad essere contattato. Temevo seriamente si fosse spazientito per il nostro inqualificabile ritardo (non dovuto a paradossi spazio-temporali). Mi infilo dentro al vicino Iper-Toys. L'intuizione era giusta: assenza di campo. Lo incontro li' dentro, intento a valutare con sguardo scientificamente attento un regalo per la figlia.

Si parte per Ronta. (altre poche centinaia di metri)

L'aggettivo della giornata è stato: "Interessante!"

"Questa foto potrebbe essere Interessante", "Questa sì che è venuta veramente Interessante!", questo commento ginecologico sembra evidentemente essere il top-of-the-trend tra gli artisti che stanno cavalcando la scena delle arti visuali d'avanguardia.

Mic era presissimo. Non fosse per quel velo di dubbio lasciato dal ritardo, pare evidente quanto fosse il più divertito e soddisfatto di potere dare libero sfogo ad ogni millimetro quadrato del suo lato superficiale spalmanodo ego ad ogni scatto da autentico poser professionista. Mi ha fatto piacere che alla fine sia stata una giornata divertente, a discapito di chi non trovava in un muro o un angolo di prato abbandonato tracce di magia (la magia, come ricorda il forografo, la facciamo noi, e comunque io credo fermamente in casi e circostanze, che - da bravo artista quale sono - dal mio punto di vista assumono un valore imprescindibile).

Così i momenti nascono da soli. Dall'albero guardaroba, le pose Clash, io e Mic e piano piano ce la facciamo a convincere anche gli altri a impantanarsi per la gloria di uno scatto all Sigur Ros, la gente di campagna che vedeva sti cretini in giacca e cravatta immobili nella campagna e ci passava davanti come se nulla fosse, il fotografo che si ritrae seduti sulle strisce pedonali e al mio "Guarda che passano le macchine" risponde "No no, quello non è un problema, l'importante è che ci sia la luce giusta".

Alla fine, a parte forse Manuel che doveva trattenere la... "capra", si è risolta una mattinata piacevole per tutti quanti. Non so come stiano Simone, Manuel e Mic. A me il mal di schiena è passato, ora in compenso Dendrix non sta bene e io sono il Fort Knox dei lingotti di mucosa!

Ma come per i ragazzi dell'Oceanic 6... direi che non solo era una cosa che dovevamo fare, ma che è valsa la pena fare. Se non altro per avere collezionato, oltre che dei banali scatti, dei bei momenti da ricordare di una soleggiata mattinata di Febbraio.

venerdì, febbraio 20

I remember dying...



Cosa ho fatto in questi giorni? Sono stato impegnato a stare malissimo (a dire il vero sto molto male pure ora, e mi sono allacciato al computer solo per parlare di... LOST!)

Letto, letto, vebbre, vertigini, il resto ve lo risparmio, ancora febbre. Gli unici attimi di coscienza hanno usufruito dei soliti ascolti musicali subliminali dal letto... e della visione di Heroes, Lost e "Ponyo On The Cliff By The Sea".



Lost sempre più meraviglioso. Per pigrizia e cedimento strutturale del cervello da un secondo all'altro vi propino alcune mie considerazioni in merito copiaincollate da Facebook.

"ECCEZIONALE: Soprattutto per la recitazione. E' la prima volta che rivedo un episodio 3 volte solo per godere di ogni movimento, ogni battuta, ogni intonazine. Desmond e la Hawiking su tutti. E poi che accento! E' un'attrice famosa? Ben ha mantenuto una promessa. Pensavo fosse ridotto a pezzi per aver liberato Hugo, ma la storia della promessa... I'm afraid..."

"
LAPIDUS e' stato MOLTO MOLTO Emozionante.Poi un altro ragionamento che mi e' scivolato fuori dalle coperte del letto or ora e mi ha spinto a riconnettermi... Dunque. Ora che Locke ha girato la ruota, la storia dei salti temporali dovrebbe essere finita, giusto? Quindi com'e' la situazione ora? Faraday & Co. fermi negli anni 70 ("Daniel... quell'uomo spaventoso... eri tu!") e il gruppo di Jack negli anni 80?"

"
"Ponyo On The Cliff By The Sea": l'ennesimo capolavoro di Myazaki. E dire che l'avevo lasciato in dispare in un'agolino del desktop nel monitor un po' per un'immotivato dubbioso snobismo, un po' perchè non mi sentivo pronto, come un tempo, a sorbirmi un'ora e mezza di film in giapponese. Il tempo che la malattia mi ha concesso nell'impossibilità di non poter fare molto altro mi ha dato una mano. La fortunata sorpresa nel trovare dei sottotitoli in Inglese l'altra. In realtà, come altre opere del Maestro, avrei scoperto in seguito che non ce ne sarebbe stato molto bisogno. Sottotitoli assolutamente ausiliari, soprattutto nella prima parte del film, dove da padrona la fanno le animazioni del meraviglioso mondo sottomarino con Miyazaki che, in una sorprendente semplicità quasi naif, si esprime all'ennesima potenza.

Tante emozioni. Non so se per lo stato delirante dettato dalla febbre, ma mi sono ritrovato a piangere sia per Lost che per Ponyo, una favola moderna dove il prototipo di mamma single è calcato sulla figura di Misato Katsuragi (ormai i personaggi di Evangelion sono diventati dalmente popolari nell'immaginario collettivo manga da essere diventati della maschere per i giapponesi) e può tranquillamente conversare con una divinità, dove sono le donne, spazientite, a prendere l'iniziativa in più di una situazione (Ponyo si ribella a tutti per realizzare i suoi sogni e non sta sicuramente ad aspettare l'esitazione del bacio fatato da parte del suo principe azzurro), dove c'e' spazio, come nelle vecchie fiabe, anche per la morte e una visione sui misteri della vita anche da parte degli occhi di un adulto.

Rimane il cinico pensiero di quale destino possa accogliere Ponyo, che decide a 5 anni di rinunciare a tutta la sua magia per diventare umana e vivere a fianco della sua anima spirituale, e non ne ho vogli di riparlarne tra venti anni, quando al suo secondo divorzio scapperà dalla comunità in cerca di nuove disavventure.

mercoledì, febbraio 18

Direttamente dalla Batcaverna




Esiste un regno misterios, terra di confine tra il dreampop e il gothrock, chiamato death-pop (molto vicino alla dark-wave), talmente di nicchia che la sua stessa esistenza è stata messa più volte in dubbio durante occasionali DJSet dei pochi pazzoidi rimasti a passare sporadicamente qualche brano (leggi io e Seek).

I "Cinema Strange" vanno a recuperare un po' questa tradizione musicale per iniziati, e propongono con attitudine blandamente punk brani per mummie e vampiri discotecari. In fondo, pensateci bene, il popolo della notte non è fatto tutto di anemici morti di sonno presi dalla frenesia di deambulare in qualche oscura cripta (il Covo? l'Ex-Ex-Machina?) tutta la notte a tempo di musica?

I "Cinema Strange" ne sembrano fermamente convinti. La loro musica infatti è pià da oscillazione motoria che da ballo, e le loro atmosfere cupe si conciliano bene con la sacralità e il mistero delle irriverenti e trasgressive nottate del weekend, quando ancora la musica dei club non era inzozzata da frocissima musica elettronica. E non lasciatevi stupire dalla voce della band. Lene Lovich? Gavin Friday? No: Lucas Lanthier, uomo. E non cercava nemmeno di creare di attirare l'attenzione con l'abusatissima carta della identità sessuale confusa. A suo dire ha aperto bocca, ed ha cominciato a cantare come una tortora notturna. (ma i compagni di squadra erano pronti a giurare che giri con una serie di rack sotto la giacca per riuscire a preservare l'illusione dell'autenticità di questo mito usando le effettiere anche in conversazioni assolutamente casuali)

La cosa più bizzarra del gruppo è che non vengono dalla Germania in subbuglio degli anni ottanta, ma hanno luce a metà dei grungissimi novanta nella innocente e poliedrica young America californiana (per loro è chiaro che Brian è sepolto e mai resuscitato)

Gotica o Elettronica? Chi vincerà lo scontro tra Mummie e Robot? Nel dubbio, gli anomali "Cinema Strange", ci dormono sopra. Chiaramente in un letto di pietra.

Cinema Strange - "Moundshroud"
Cinema Strange - "Sadist Sagittarius"
Cinema Strange - "Laughing Bloody Murder"

martedì, febbraio 17

Paul On


Paul McCartney, nato a Liverpool nel 1942 da genitori di origini irlandesi, è il bassista dei Beatles e l'autore, ufficialmente in coppia con John Lennon, di quasi tutte le canzoni del gruppo. I suoi brani però si distinguono per le melodie terse e piene, che a volte rischiano di straboccare, e per il sentimentalismo marcato delle liriche.

Dei Beatles Paul McCartney è anche una delle voci: una voce stupenda e dolce, con una spiccata predilizione per i cambi di registro, gli acuti e i falsetti. La difficile convivenza con John Lennon porta McCartney ad uscire dal gruppo, decretando lo scioglimento del quartetto. E mentre Lennon, in coppia con Yoko Ono, vive la sua stagione anarco-freak documentata da una serie di album grezzi quanto politicizzati, Paul si ritira in campagna con la moglie Linda Eastman e prova a fare tutto da solo o quasi. Nascono così i primi due album: "McCartney", che a parte un paio di perle mi sta veramente a noia, e "Ram", a cui sono invece particolarmente affezionato e ritengo un riuscito capolavoro.

L'atmosfera beatlesiana è ancora palpabile, nelle intuizioni felici ma anche in certi vezzi compositivi e trucchi da studio: le lunghe code strumentali alle canzoni, gli inserti di tromba, le voci trattate con il megafono, certi scivoloni nell'allegrotto. Sono queste le caratteristiche, riunite come in un supermarket, a fare la fortuna di "Uncle Albert / Admiral Halsey", primo in classifica negli Stati Uniti. Gli episodi migliori vengono da pop-ballad di ottimo gusto melodico come "Dear Boy", canzoni semiacustiche simili a quelle del "White Album" ("Heart of the country"), pezzi nervosetti dal prevalente impasto chitarristico ("Too Many People","Smile Away", "Eat at home") e il grande rock di "Monkberry Moon Delight", con la voce tirata al massimo, grezza ed efficace con un riff ininterrotto.

"Ram On", a distanza di tanto tempo, rimane uno dei miei Maccalbum preferiti.

lunedì, febbraio 16

To Heaven With a Taste of Honey


I Taste of Honey riescono a conquistare da subito con melodie felici, scanzonate, indissime e piene di strumenti anomali. Usciti per Cloudberry (34) con la voce di Sofie stonata quanto basta per risultare dolce e miagolante, il duo (allargato a sestetto) svedese riesce a conquistare per la gioiosa energia che esprimono con le loro canzoni lo-fi (con la positiva aggravante dell'organo di Martin, che dona profondità alle canzoni oltre che prodigarsi in bassom ritmiche, egil e chitarra hamoon). Se "Sylvia" said conquista per le sue atmosfere spensierate, "A Postcard from You" è il brano più dolce e malinconico mai uscito per Cloudberry, da ascoltare a ripetizione.

A Taste of Honey - A postcard from You

domenica, febbraio 15

The Kitty Is Back

Oggi dovevo registrare o con Paul Porlock o finire le session di ieri con gli Ummagummi. Non si è verificata nessuna delle due cose programmate (a dire il vero la seconda era più una ipotesi che un progetto). Allora sono andato avanti con la nuova "Kitty Jesus". Che dire: sta venendo una figata! :)

Ora più che un bed in di hippie che canta "Give Peace a Chance" sembra più un coro di marinai appena sbarcati che intona "Yellow Submarine".

"The Piper" mi ha chiesto quanti microfoni ho utilizzato per registrare le batterie, visto che si sentono da Dio. BUAHAHAHHA! :D :D :D

Suppongo che dovrò ringraziare Imogen Heap :D

sabato, febbraio 14

John Blues

Proseguono le sessions di registrazione. Oggi è stato il turno degli - nome in codice - "Ummagumma". E' stato un vero piacere collaborare con il leader del gruppo, e fidarsi di qualcuno che ha le idee chiare e sa esattamente come procedere nell'adempimento della sua particoalre metodologia di lavoro. "John" ha registrato per "Total Groupie" una chitarra veramente perfetta (ha usato Clint). La vera sorpresa è stato vederlo suonare anche la batteria! Il brano ha preso un piglio molto disco-radiofonico. E' gia' il secondo brano che prende una piega simile, e la cosa mi ha riempito di orgoglio ed entusiasmo, dato che percepivo istantaneamente che "la cosa stava funzionando". Probabilmente il cantante degli Ummagumma registrerà il basso. Vediamo un po' come procedono i lavori. Sono molto fiducioso. E contento. La birra della casa era ottima! :)

See Emily Play



Probabilmente il live precedente di Fisherman Woman batteva quello di Armini per intimtà ed evocazione, soprattutto nella splendida location di Ferrara, dopo un po' ora subentra la noia, tuttavia Emiliana Torrini ha messo in piedi veramente una gran band e rimane il piacere di goedere di una delle più incantevoli e potenti voci femminili di un certo pop post-intimista dei giori nostri. Il "Corallo" di Scandiano è un posto veramente pittoresco, come se lo avessero eretto per farci debuttare Vasco Rossi negli anni ottanta e poi sia rimasto intrappolato nel tempo in una specie di bolla cronotonica. Persa l'occasione di assistere al debutto solista della ex-violoncellista che apriva la serata, ma almeno l'asteroide che abbiamo visto in autostrdada non si è schiantato nella campagna disintegrandoci, e questa è una gran cosa. Se si è salvalta l'Emilia si poteva salvare anche l'Emiliana! Vestitino tipo uscito da una versione a cartoni animati di una lavatrice (lei diceva che era della nonna e si poteva strappare da un momento all'altro), comunicazione altrettanto fumettosa che intercala un Inglese bjorkissimo a linguaggio in stile anime onomatopeico (rigorosamente accompagnato da relative mimiche espressive), un tastierista travestito da Napo Orso Capo o la versione afro di Pappalardo, Ben due bassisti che si alternavano, di cui uno il sosia di Pelle Carlbergh che suonava anche la chitarra come basso (siii'! Cosi' mi sentirò meno coglione a farlo io da ora in poi!), un'altro guitar heroes alienissimo con i miglioli della stessa lunghezza dei medi e il batterista degli Sugar Cubers (!!!!) che si dilettava ad usare l'archetto come effetto per i piatti.

Il Bis Emiliana poteva evitare di chiamarlo Bis ma "Inizio secondo tempo". L'accoglienza ricevuta da "Unimployed in Summertime" non è stata in grado di essere battuta dal brano successivo, che doveva serivre da chiusura. La band c'è rimasta molto male, e ha cercato per due volte di riproporre altri brani che ne superassero l'impatto emotivo, ma non trovando lo stesso tipo di risposta della canzone dell'album d'esordio. Ergo: se ne sono usciti di scena senza neanche salutare.

Emiliana Torrini non eccelle nella scrittura delle liriche, ma riesce a incantare con centinellature di anima che sembrano direttamente tratte dal diario segreto del cuore di terre lontane, non stupisce per eclettismo, ma è supportata da una band talentuosa, piacevole e precisa, le sue canzoni non scaturiscono carica piena di caffeina (con l'eccezione di "Jungle Drum"), ma dopo alcuni ascolti sono in grado di narcotizzarti come nicotina diventando additive (e ve lo dice uno che non ha mai toccato una siga). Una parte di dieci anni della mia vita, con canzoni che mi sono entrate nel cuore. I CD al banchetto sono l'apoteosi della mediorità accarezzata da un packaging di classe discreta e tipicamente nordica. Venivano uno sproposito, e avrei potuto benissimo aspettare prima di comprarli. Ma come fare a resistere? C'era un richiamo ineludibile e un suoni insistente che pretendeva che accorressi per farlo cessare, rispondendo al suo richiamo. Ineludible. Insomma: E.T. telefona casa.

Ecco alcune foto.


Video 1
Video 2
Video 3
Video 4
Video 5

giovedì, febbraio 12

Massive Nights

Bravi i miei Tiny. Come il buon vino. Migliorano con l'andare del tempo. Questa sera abbiamo riprovato "The Smiths and the Cure", che sta venendo molto bene, "Beachvolley Fields Forever" e "Valentine Disco Night". Di tutto ci saremmo aspettati tranne che di vedere Sam Paglia ad assistere alle prove!

mercoledì, febbraio 11

CO.


Bello che a Cesena nascano certe cose, per scoperchiare suoni dal passato in barba alle fotocopie ammucchiate di insipide proiezioni da toner modaiole.

Ecco il myspace (e la voce) di Co.

"SUPER" BOWL

Meraviglioso. Inviato da Nice Person, ve lo giro subito!

BUONGIORNO DAL VILLAGGIO PINGUINO!


Queste le altrettanto insane risposte che ho ricevuto all'invio all'SMS di cui sopra mentre mi godevo l'alba in mezzo alla campagna.

"Lo so. Io sono Suppaman"

"Oddio, ora un robot bambina mi travolgerà"

":) :) :) wela"

"Ciriciao gente! :)"

"Un vento insistente ne spazza le vie"

"I pinguini non vanno mai in letargo"

"Sopra le nuvole c'è sempre il sole"

Vi adoro amicici :D

martedì, febbraio 10

Rhythm lines

Appena venuto Manuello a incidere agli "Studio Sonda". La parte più impegnativa è stata quella del basso bizzoso per "The Smiths and The Cure". Il violino su "Road to Fairies" è stato spettacolare. Buona la prima, anche se, per sicurezza, abbiamo fatto due incisioni. Non si sa mai. Inaspettatamente riuscita anche la parte orchestrale. "Scramled Eggs", la versione del nostro produttore "The Piper", un'altra cosa che mi ha spiazzato COMPLETAMENTE. Abbiamo provato a incidere il violino solo per sperimentare un po', ma da subito sembrava un brano radiofonico! Ora c'e' da operare con un po' di taglia e cuci. Ma sono pienamente soddisfatto!

lunedì, febbraio 9

Don't Ask Me Why


"Sempre diversi. Questo vogliamo essere".

Il polistrumentista Dave Stewart, che assieme alla cantante Annie Lennox forma gli Eurythmics, spiega così la musica del duo inglese. Pare una dichiarazione di camaleontismo, e forse lo è. Anni provienie dagli studi classici: nel 1971, all'età di 17 anni, è iscritta alla Royal Academy of Music. Ben presto però abbandona. Scozzese di Aberdeen, bellezza aggressiva, alla fine degli anni '70 la Lennox lavora presso un ristorane. Qui avviene l'incontro con Dave Stewart, appassionato di blues che sbarca il lunario qua e là. Dall'incontro nascono i Tourist, che ottengono un primo contratto discografico. Inizialmente si aggregano al filone new romantic più epidermico, dal quale Culture Club, Spandau Ballet e altri sono i portavoce.

Poi mutano il nome in Eurythmics, ottengono un contratto con la RCA, incidono due album di successo nel 1983, "Sweet dreams (are made of this)" e "Touch", nonchè una colonna sonora l'anno successivo ("1984", Virgin). Il loro discorso musicale è molto ibrido: morbidi brani pop, qualche stilizzata festosità caraibica, alcune vaghe suggestioni nere, ma anche ritmi ossessivi, atmosfere cupe, ampio uso di strumenti elettronici.

E la voce di Annie Lennox, in questi casi, è fredda e impersonale, come impongono i dettami New Wave. Nel 1985 un ulteriore cambiamento: pescando direttamente nel rhythm & blues gli Eurythmics realizzano "Be Yourself Tonight". Chi pensasse perà di trovare delle cover sbaglierebbe: le composizioni si ispirano alla black music, ma sono tutte originali.

Alla realizzazione dell'album collaborano Stevie Wonder, Aretha Franklin ed Elvis Costello: rhythm & blues, neopsicadelia, dance music si fondono in una sonorità nuova e brillante, sulla quale si staglia la voce limpida e possente di Annie Lennox. "Would I lie to you?" è il brano che va in classifica assieme all'album: un grintoso attacco di chitarra introduce un riff incalzante, ben sostenuto dai fiati.

D'effetto la sezione ritmica. "Sisters are doin'it for themselves" presenta un duetto straordinario: Annie Lennox e Aretha Franklin, due voci mature e aggressive che si intersecano a meraviglia. In "There must be an angel", ballata gospel molto articolata, Stevie Wonder compare con la sua struggente armonica. "Adrian", invece, è un gradevole divertissment: Annie Lennox risponde ad un immaginario fan, che le scrive sottoponendole i suoi problemi.

Nel complesso, l'album presenta due protagonisti della scena pop-rock preparati, gradevoli e capaci di mutare pelle quanto basta per sopravvivere negli anni 80. Il discorso prosegue con "Revenge" e "Savage". Prima di spegnersi con una mediocre carriera nella fase successiva alla strada solista intrapresa dalla cantante del duo, gli Eurythmics presentano al mondo della discografia internazionale "We too are one", una vera macchina da singoli che rimane tutt'ora il mio album preferito della loro corposa discografia. E' raro vedere raccolti in un solo album gemme pop come "We too are one", "Kings and Queen of America", "Why", "Revival" e, soprattutto, la struggente ballata "Angel", che Anni Lennox scrive per il figlio morto prematuramente. Avete mai provato una sensazione simile ascoltando una canzone? That's when the day goes down.

domenica, febbraio 8

Secondo voi


... a cosa stava pensando?

Hold the dancers



Chissà se i Billie The Vision (ma anche the dancers!) sono arrivati al Bronson dalla Svezia su quella sorta di passerone gigante da viaggio (non è molto bello da dire) che campeggiava sul telone da quindici euro alle loro spalle (di grande effetto!).

So solo che quando hanno fatto la loro comparsa Silvio, Maria, John, Frida, Gustav e Lars sul palco, timidamente, con i loro sorrisi discredi ed emozinati, sembravano più belli degli Of Montreal. Tra abiti luccicanti, canotiere frapposte a croci, calzamaglie, Elvis wannabee e mise da strappone da fare sembrare i Mother nella copertina di "We're in it only for the money" delle debuttanti, eravamo solo a pochi secondi di uno dei concerti più emozionanti, onesti e instensi che questo freddo inverno mertiava di concerci (grazier Chris).

Le canzoni sono semplicemente meravigliose, e la band avrebbe potuto benissimo tirare fuori un repertorio di ore e ore puntando invece a coinvolgerci in una parentesi musicale variegatam, intensa, diretta e spensierata. Una gioia vedere "Pablo" salatere dalle casse dell'ampli fino in fondo al palco, una sorridentissima Frida elargire sorrisi da una parte all'altra del palco puntando la tromba contro i suoi compagni di palco, Maria spiccare felice nel palco come il fiore appuntato sulla nera calzamaglia, e Lars padrone della scena muovendosi stando non troppo attento al rischio di disintegrare la maglietta più lisa dell'universo sgambettando nelle calze a rete messe ben in mostra dai more than shorts rimediati da chissà quale banchetto dell'usato Armani, quasi come se David Bowie si fosse stufato della copertina di "The Man Who Sold The World" e avesse deciso che riproporre la propria versione delle canzoni di Cat Steven sarebbe stato molto più interessante nell'ottica di un paninaro.

A volte conoscere le canzoni a memoria torna utile, ed è bello per farsi risucchiare all'interno del loro mondo da una band ancora capace di dipingere sensazioni come ci si aspetta da artisci ancora in grado di vivere l'arte per l'arte. Ecco un'altro gruppo che non mi stancherei mai di seguire dal vivo. Nel frattempo mi accontento di riascoltare nello stereo le loro canzoni.

Qualche foto

Video 1
Video 2
Video 3
Video 4

sabato, febbraio 7

Just the way I am

Come molti di voi sapranno è da un po' che vado a lezione di canto. Attualmente sto provando ad esercitarmi su "Just the way you are" di Billy Joel. Se volete sentir i risultati e farvi due risate ...

Mark Zonda - Just the way you are.

For the winter coats



Nella tradizione Superpartneriana chiaramente in camicia pastellosa. Se ieri al concerto dei Tiny poteva accadere qualcosa, ebbene: quel qualcosa è successo. A partire dal proprietario del locale che mi chiama da parte e mi fa:"E' una vita che devo fare suonare degli amici qua, e mi ero dimenticato che dovevano venire oggi. Non è che fate due brani a testa?"

Due brani a testa? Ma siamo mica dei DJ! Consideriamo poi che l'altro gruppo suonava Jazz, con batteria, tromba e contrabbasso. Lo spazio era veramente microscopico, e in vera tradizione Monty Python alla fine si è aggiunto anche un pazzo con i bonghi, che non c'entrava un cazzo e ha suonato anche per parte della nostra esibizione.

Io non ce l'ho fatta. Avevamo preparato un repertorio infinito, di 23 canzoni (se contiamo la mia scaletta acustica), tirato fuori Osamushi (che voleva tanto giocare con noi), accordato due chitarre, tirato fuori il mixer, gli ampli... niente. Con gli altri, tra spazio vitale e prese (per il culo?) sembrava di giocare al nuovo trabocchetto infernale di Kubric.

Ad un certo punto, prima della storica battuta di Dendrix "Ma Mic, non ti sei neanche accorto che abbiamo tolto tutti gli strumenti?", mi lascio andare e comincio a staccare tutto. "No, basta... suono con la mia chitarra acustica e vaffanculo"....

Il concerto e' andato benone, soprattutto per il feeling instaurato con pubblico e serata. Il massimo considerando una chitarra acustica e una voce che passavano per la cassa del basso con un microfono da patatine Pai, la batteria che continuava a scivolare all'indietro (Dendrix aveva lo sguardo angosciato quando, senza dare il preavviso a nessuno, intanto che veniva sistemata ho attaccato "Do mean it's a mess", che gli altri non avevano mai sentito), si è rotta una corda di Clint (meno male che l'ho scritto così ci sarà una vaga speranza che oggi pomeriggio la vada a comperare)... e questa era solo la punta dell'Iceberg :D

Un peccato, considerando che c'e' stata della gran energia e la serata è andata veramente molto bene, con tutti gli amici e fan che erano accorsi veramente numerosi. Mi ha fatto molto molto molto piacere. Sono stato contento e penso che si sia proprio visto (alla fine mancava solo Porlock, mi sa).

Hanno chiesto il bis. Per due volte. Non ci lasciavano piu' andar via! Abbiamo tirato fuori "SHL" e poi riproposto "The Psychopath At The Club", dove mi sono definitivamente rovinato i pantaloni.

Alla fine del concerto uno dei Jazzisti è venuto da me a complimentarsi.

- Ma... siete stati bravissimi? I brani sono i vostri?
- Sì... li scrivo io...
- Ma siete fantastci! Sapete chi mi ricordate? Mi ricordate... mi ricordate

(dai cazzo! Dillo! Dillo!! I T Rex! David Bowie... GLI SUEDE!)

... mi ricordate Frank Zappa and the Mother of Inventions!

Dai. E' andata bene. In fondo erano un gran gruppo e il batteraio

Tra le citazioni storiche di quello che mi è uscito dal microfono: "Una birra al signore al tavolo laggiù in fondo, presto!" riferito a Nice e "E ora un brano rurale dedicato a tutte quelle ragazze che vengono a Cesena per far finta di fare le universitarie ma poi tornano in campagna a zappare i campi."

Il resto è stato un muratissimo Britpop Party e una chiusura al Magazzino dove Dendrix raccontava agli avventori dell'ultima volta che aveva visto Jimi Hendrix.

Qui qualche foto.

Un po' di video:

Tiny Tide - February
Tiny Tide - Go Ego Go (Lacrosse Cover)
Tiny Tide - Ginger Genie

giovedì, febbraio 5

Sto Sturando

Giornate musicalmente molto molto interessanti. Per quanto riguarda lo sviluppo dell'album "Febrero" e degli ospiti che saranno coinvolti non so se calare subito le carte o usare dei nomi in codice. Mmmmm... mi sa che, seguendo la vecchia idea di un amico, userò come pseudonimo i titoli degli album dei Pink Floyd :D

Allora, partiamo! Le batterie per l'album "Febrero" cominceremo a inciderle a fine.... Febbraio! Cercheremo di registare "The Smiths And the cure", che è quasi pronta ed e' l'ultimo brano che manca per la pubblicazione di "The Wildheart EP", il secondo EP a nome Tiny Tide, "February","The Psychopath At The Club", "Tiny Trains". Essendo in overdose compositiva ("sto sturando") e essendo arrivato gia' a 4/10 della scrittura del secondo album, sento una vivacissima premura di portare avanti i lavori del... primo!

E' per questo che, aspettando le session dei brani con la batteria in studio, sto cercando di portare avanti quelli che prevedono basi o collaborazioni con alcuni amici.

"The Piper At The Gates of Dawn" (da ora per comodità, "The Piper"), sarà il nostro produttore artistico, curando editing e mixing. Esperienza molto molto interessante sia per noi che per lui. Dire che sono entusiasta è poco, visto che adoro tutte le sue canzoni e sono rimasto veramente impressionato dalle sue capacità tecniche ("Devi vedermi cme uno strumento da usare", dice lui. Viva la professionalita'"). Abbiamo deciso di collaborare anche con un brano. E' toccato a "Scrambled Eggs". Siamo partiti dalla mia demo. "The Piper" mi ha chiesto di passargli le batterie e la voce.

- "Hai il BPM?
- No. Oddio. C'e' perchè avevo usato dei loop, però non l'ho segnato, visto che si trattava solo di una demo. Però c'è.
- Nessun problema. Posso arrivare a capirlo da solo

Passa un'ora e mezza. Dalla chat di Facebook mi fa: "Ho fatto."
"Ho fatto" cosa? Possibile?

Non gli avevo neanche detto gli accordi. In un'ora e mezza The Piper aveva programmato le batterie, inciso basso chitarre e tastiere, editato il tutto. The Piper è un mostro!

Useremo "Scramled Eggs 2.0" come base. Chiaramente la voce sarà da rifare in studio.

Oggi ho passato la canzone ad un altro amico che stimo moltissimo, che mi aveva già dato una mano per un'altra demo. Probabilmente la voce maschile più bella del panorama indie italiano, che chiameremo "Saucerful".

- Che ne pensi?
- E' fantastica! Cosa devo fare?

Che dire. Per me che non vivo le emozioni di Indiana Joenes queste sono le piccole emozioni che fanno grandissime le mie giornate e mi rendono veramente felice. Nel mio microverso indie, se dovessi fare un paragone pop e far finta di essere tipo Gilbert O'Sullivan, sarebbe come sapere che il mio album d'esordio avrà Tore Johansson ai fornelli che mi reinciderà un brano in cui Paul McCartney farà i cori.

La settimana prossima poi toccherà agli "Ummagumma" (sabato Manuel viene a registrare basso e violino per "The Smiths and the cure") per provare a mettere le mani a "Total Groupie", dove dovrò duettare con "Atom Heart Mother". Nel frattempo spero che "Meddle" stia preparando le batterie per "Silver Star".

Le prove con i Tiny. In faccia a tutto abbiamo completamente snobbato qualsiasi tipo di prova orientata ai brani che presenteremo domani. Manuel è sempre pieno di entusiasmo, e anche se lascierei i brani preparati per "TenneT" (il secondo album) ad un secondo periodo, si lancia sempre a proporre di provarli con gli altri. E gli altri che ci vanno dietro! Certe volte siamo veramente un gran band. Anche "The Smiths and The Cure", un brano che sembrava impossibile da rifare dal vivo, sta venendo veramente bene, anche se Dendrix ha ancora delle riserve per presentarla domani.

Ieri poi ho portato "Osamushi" (il mio nuovo Synth) a giocare con i Tiny. I Tiny sono stati molto contenti di ospitarlo e ci siamo molto divertiti. Mentre ancora c'e' da trovare il suono giusto per "Scrambled Eggs" (Mic preferiva il piano della Roland, ma la Roland è un po' un mazzo da portarsi dietro) "S♥L" e - soprattutto "Joanie Don't You Worrie" sono suonate veramente bene. Soprattutto "Joanie", che era un brano molto problematico dal vivo, sembra avere trovato finalmente un abito che gli sta veramente a pennello.

Sisssi'. Sono proprio soddisfatto. Probabilmente domani rimarrò soltanto sfatto.


martedì, febbraio 3

The Perfect Band

Che siano giovani e ingenui e alla moda lo si capisce dai tre punti esclamativi piazzati proprio dopo il nome della band. 1! 2! 3! I "Tea For Three!!!", come solo dei sedicenni avrebbero potuto chiamarsi. Chiaramente sono in 3, vengono dalla Svezia (Hässelby), e sul loro MySpace hanno messo a disposizione solo 3 canzoni (forse avevano solo quelle) che coincidono con le 3 apparse sulla 39sima edizione della Cloudberry Records. Ed e' inutile che cerchiate di diventare loro amici frugando tra le pagine del loro sito. 1,2,3. Rana, Cigno e Bambù, altre foto non ce ne sono più.

La musica di Natasha, Aron e Simon è semplice, veloce, melodiosa, diratta, meravigliosamente indie. Quasi da manuale. Chiudete gli occhi, immaginate una indie-band, ecco saltare fuori loro, mentre cantano "Perfect Girl" (la rivedrei molto bene rifatta da Tom Petty).

Chissà se sopravviveranno alla fine del liceo.

Tea For Three!!! - "Perfect Girl"

lunedì, febbraio 2

La Gioventù Sonica Collassa



“The economy has been bad, I know we decided to write more songs"

Il video di "Please Visit Your National Parks" sembra più un filmato orientativo della DHARMA più che un clip musicale. Cosa ci cattura del grigiore lo-fi sincopato degli Oxford Collapse? Probabilmente la stessa carica magnetica evocata dal giallo mangiacassette vintage (prestato dalla Sub-Pop?) che spinge quelle povere pecorelle del set a lasciarsi tosare da quelle taglienti chitarre elettriche. (Stiamo parlando sempre di purissima indie-breed, non di "pantere")

Brani come "Prop Cars" e "Volunteers" da "A Good Ground" (2005) rimangono sbilanciate tra soft-punk, post-grunge, sbilenche in punta di piedi tra la rabbia dei Jane Addiction e la poesia disperata degli Eels, mentre episodi più recenti tratti dal pantagruelico "Bits" miscelano con più convinzione ad un rock classico a metà strada tra Kinks e Genesis (penso a "Back Of The Yards") quel tanto che basta a fare guadagnare alla band una pletora di accostamenti musicali tanto varia quanto il pubblico che lo segue.

Tra pochi giorni parte il loro tour italiano. I ragazzi vengono da Brooklyn. Fategli trovare un po' di calore sotto al palco (o altre pecore ne avranno a male)

5 feb 2009 Locomotiv (Bologna, Bologna)
6 feb 2009 Sinister Noise (Rome, Roma)
7 feb 2009 Mono Spazio Bar (Pescara, Pescara)
8 feb 2009 Ex Fila (Firenze)

Meet the band

Oxford Collapse - "The Boys Go Home"
Oxford Collapse - "Last American Virgin"
Oxford Collapse - "Proofreading"

domenica, febbraio 1

Heaven Must Have Sent You



Non lo so. Ma nei tempi più bui della mia vita, o comunque quelli più preziosi, da un cuscino che copriva la visuale di un soffocamento sceneggiato a un'oscurità artificiale creata ad hoc su un episodio di Happy Days, la Musica Motown è sempre stata in grado di venirmi incontro illuminando in un empirico moviemento rotatorio e ciondolante attimi di gioiosa intima intensità. D'altronde quando ci si raccoglie tremolanti nel freddo invernale non ci si raccoglie a lasciarsi ipnotizzare da un bel fuoco?

Io qualche ramentto lo butto li'.

Ecco "The Elgins" (precedentemente "The Sensations"), su cui altrettanto calorosamente vi consiglio di non indagare sugli episodi più imbarazzanti dei loro ultimi barlumi di carriera, con "Heaven Must Have Sent You"- (Anche se ascoltare un brano del genere senza i fruscii del vinile è come accostare le mani su della legna che brucia nel camino senza sfrigolare).
La band non ha un MySpace.

The Elgins - "Heaven Must Have Sent You"