lunedì, ottobre 15

The Legend of Davide Disaro

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Davide Disaro è in parte quello che sarei sempre voluto diventare da quando ha cominciato a balenarmi l'idea per la prima volta che non sarei riuscito a raggiungere una morte serena se prima non fossi riuscito a realizzare almeno un album. Chitarra, basso, tastiere, batteria, voci, cori, l'italo canadese Davide è riuscito a costruirsi un piccolo studio in cui suona e incide di ogne con risultati tecnicamente impressionanti, arrivando a prodursi perfino i suoi video e a fondare una piccola etichetta (la "00run!run!run!00") per piccoli artisti autistici come lui. Il suono? Un rock / post-rock che passa dal melodico allo sperimentale con chitarre shoegaziane a martellamenti noise al limite dalla malattia mentale. Insomma: se Davide fosse uscito con il suo album in giappone una decina di anni fa' sicuramente sarebbe uscito per Trattoria Records, viste le affinita' sonore con molti lavori di questa label.

Il brano migliore forse rimane "The Warmth of the sun", dall'apertura potente, convinta, sintetica e la voce trasfigurata in quella di un Mick Jagger liserico e ammiccante e variazioni vocali che passano dal suadente al tenebroso, quasi a metterci in allerta del pericolo di un sole che riscalda ma è pronto ad incenerirti appena gli si voltano le spalle.

Notevoli gli assoli di chitarra nella disarmonica "Turns into platinum", spiazzante il raggae contaminato e malato di "Glowing field of poison". "Wind Solo" potrebbre tranquillamente essere una b-side di "69/96"

Si arriva poi alla fine dell'album con la stessa sensazione di una pantagruelica indigestione (21 tracce) in cui l'unico difetto che si riesce ad imputare all'opera sono una eccessiva omogeneita' nei suoni, tecnicamente perfetti nella loro afasia, e la mancanza di contro di un fil-rouge definito che doni senso, comprension e chiarezza al percorso musicale. Preso cosi' "Disaro" è un'esposione di biglie monocromatiche che luccicano sotto al sole scorrazzando giu' per qualche scala dopo l'atterraggio per nostro gaudio e straniamento. Poi ci si ricorda che l'opera in realta' e' solo una raccolta di demo e si chiude compiaciuti un occhio su questi lievissimi dettagli. Stando ben attenti agli scivoloni.

5 commenti:

accento svedese ha detto...

Non lo conosco, ma mi sembra un piccolo genio. La bella recensione mi invoglia ad avvicinarmi a lui.

20nd ha detto...

Attento che morde :)

accento svedese ha detto...

Solo per il video è già idolo. Musicalmente è un grande. ;)

Lunarpunk ha detto...

label per autistici? io voto per daniel johnston presidente

20nd ha detto...

LOLLISSIMO! Effettivamente :)

Come sta andando al Matta? :)