sabato, settembre 6
Bibbidi-Bobbidi-Venice
"Allora? Spaccate tutto?"
"Maaah. Non lo sooo..."
Nessuno riuscira' a pronunciare il nome degli Stones of Venice in maniera decente tra i Diggei della Riviera. E che serata strane ieri sera. Pittoreschissimamente piu' pittoresca che mai. Afa piu' afa che a ferrarrosto, strade DESERTE lungo la spiaggia, tanto da farti dubitare per piu' di un attimo di non essere in un sogno sul set di un rifacimento urbano di Mad Max.
Pittoresco anche che un gruppo pazzesco come gli "Stones of Venice" si siano prestati per il pubblico tasversale e distratto del Barrumba, locale che di per se non visitavo dal 1994 (durante il preascolto la musica era ancora entro gli standard di quella data, mente abbiamo atteso all'ingresso che l'inflazione della lira portasse il prezzo del biglietto in zona euro) e che - come struttura - e' diventato veramente un locale molto figo per tenere concerti rock.
In quanto allo spettacolo degli Stones c'e' poco da dire. Il fatto che alla fine del gruppo i membri della band fossero piu' preoccupati a chiedermi "i suoni si sentivano bene?" che "come siamo andati?" la dice lunga sulla loro serieta', professionalita' e impostazione tecnica e molto disciplinata. E' veramente sbalorditivo vedere una band del genere nel bulirone (termine vernacolare) dello ska-country-punk-brufoloadolescenziale enon in una arena a Qualcosatown ad aprire agli Oasis o i Verve. I ragazzi se lo meriterebbero davvero.
Gli Stones hanno presentato anche alcuni brani del loro nuovo EP, ma per ora "The Sense in Going Under" e "La canzone Babaoriley con le tastierone che finisce come Rain" sono insuperati cavalli di battaglia. Ma sono sicuro che anche altri brani saranno presto pronti per galopare lontano.
Ecco alcune foto.
Video 1
Video 2
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