giovedì, giugno 22

Riding place

Ieri e' stata la serata piu' indie della mia vita, in una live house finalmente degna di essere chiamata tale, anche se "un bel po' calda". Triste che proprio in una serata del genere Matt Share mi abbia detto che i Semble, uno dei nostri gruppi preferiti, si sia sciolto, squagliato come un gelato al sole.

Arrivati alle Officina 49, che se se la gioca bene potrebbe diventare IL posto interessante per l'inverno, in una delle molteplici stanze segrete al piano terra, quella con piu' aria respirabile, ad accoglierci tante piccole seggiole, uno stetoscopio, un tappetino con padelle, coltelli (non Miracle Blade) e ortaggi. Ci avvisano che prima del concerto di Bugo si esibira' "La ragazza che cucina", ovvero "la signorina Alos" , una squinternata rasta-punk mignon con il debole per la cucina nipponese.

Diciamolo chiaramente. L'idea l'avevano gia' avuta i Pink Floyd con "Alan Psychedelic Breakfast", ma rivedere una pazza riproporre una cosa del genere dal vivo a Cesena non puo' fare che piacere. Il trucco sostanzialmente e' quello di affettare cipole e peperoni con uno stetoscopio vicino al coltello. Alos entra con un vestitino tipo l'ultima cosa rimasta nell'armadio cattivo di Cenerentola, tutta rattoppata e con finte cicatrici disegnate qua e la' con tanto di bende, con una musica sconsolata alla "Amelie" reggendo un cartello. Nel cartello semplicemente: "Palos?"

Si fa strada fra il pubblico e lo spettacolo comincia, coadiuvata da un lettore cd. Diciamocelo. Se tutto lo spettacolo fosse stato come i primi dieci minuti c'era da spararsi. Mentre in A.P.B. i Pink Floyd inserivano tutti i suoni integrandolo perfettamente con musica suonata dal vivo, la Signorina Alos si muove in modo del tutto casuale su una base di musica classica pre-registrata. Poi invece, preparati gli ingredienti, chiuso il pentolino, tira fuori una Stratocaster ignobilmente trascurata, ed e' subito Shonen Kife meets Ex-Girls, con deliri vocali degni della migliore tradizione "Raffaello Sanzio" (un caso che in giro ci fosse Alessio a fare fotografie e la serata fosse fortemente voluta dagli Aidoru? Non penso...). Dopo aver tormentato pure un violino la cena e' servita. La Signorina Alos imbandisce per terra una tavolata (come si dice in questi casi? Pavimentata?) usando il servizio giapponese buono, accendo (bruciandomi un dito) con un accendino bic rubato dalle terze file (ero nel reparto non fumatori in prima), e invita il pubblico ad assaporare la pietanza musicale.

Mi arriva un SMS. Porlock. Dalle retrovie.

"Bravo Zonda
Aiuta l'avanguardia"

La gente smania per vedere Bugo. Io soprattutto, che ho stressato tutti (me ne scuso ancora) su puntualita' e spostamenti logistici. Bugo si esbisce, beh, sul tetto delle Officine. Tetto spiovente. In legno. Non una finestra. Vi lascio immaginare. Mai sudato cosi' tanto.

Di gente ce n'era tanta, considerando che era Bugo a Cesena. Penso quasi tutti universitari.

Si fa oltre il presentatore di "Magazzeno Bis" (simpaticissmo), da cui, entro breve, potrete scaricare la puntata.

"Allora.", prende la parola, "Vi spiego brevemente dove vi trovate e cosa sta per accadere. Stiamo per registrare una puntata di Magazzeno Bis, un cocktail di vari ingredienti. Fra questi ingredienti sono inclusi un concerto dal vivo, l'intervista con l'artista, alcuni skatch, ma soprattutto l'interazione del pubblico, quindi se avete delle domanda da fare al vostro eroe siete caldamente invitati a farvi avanti. Un'ultima cosa di cui vi devo avvisare. Magazzeno Bis fa SPUDORATAMENTE finta di essere trasmessa da un treno", e qui - povero ingenuo - mi sono letteralmente cascate le braccia, come alla mummia della pubblicita' di Alice, " pe rcui dovete fare un po' di brusio come di passeggeri in viaggio su un regionale..."

Bugo era altisismo. Berrettino. Sguardo contemporaneo da falco fisso nel vuoto. Non prestava il minimo ascolto al presentatore, che stava continuando a blaterare cazzate inventate sul suo curriculum.

"Non ti sembra un po' Roger Waters?"
"Cazzo. E' vero..."

"... e alla fine Bugo arriva alla notorieta' grazie ad un produttore che lo scopre e gli fa' incidere il suo primo 45 giri. Bugo... Bugo... e' proprio andata cosi'?"
Bugo sembra tornare per un attimo in se, e si accattiva subito la simpatia del pubblico IGNORANDO l'anchor man totalmente e proferendo:"Allora ragazzi. Suoniamo un po'?"

"OOOOOOOOHHHH!!!!". Il boato, insomma.

I pezzi erano tutti quelli incisi per La major, ovvero l'ultimo album. Carina l'interazione con il pubblico in "Dov'e' finito il gel?", che si e' protratta all'infinito con numerosi assoli vocali del Bugo e un'improvvisato e riuscitissimo duetto fra Bugo e il chitarrista che impersonava la mamma che non voleva dargli il gel preferendolo alla brillantina.

"Perche' ogni volta c'e' una scusa per dover imbroccare", dice Bugo al suo pubblico, ormai liquefatto, "... e se non ci si faceva la cresta col gel nell'83 ci si tirava indietro. Bisogna sempre avere una scusa". La musica sfuma. Finisce. Bugo si avvicina al bordo del palco. Si china. Si avvicina l'asta del microfono. Dice:"Fate come me. Io non uso il gel. EPPURE CUCCO ALLA GRANDE." Strizzatina d'occhio. Thumb up.

Rimarra' nella storia la mini-intervista del pubblico. Soprattutto quando un barista del "Nero su bianco" ha chiesto:

- Ma tu ti chiami Bugo per via del Bugo del...
- No.
- (conduttore) No?
- No. Cioe'. Volevo dire Si'. IO SONO il tuo buco del culo. Ciao.

Penso che si siano piegati tutti quanti per terra.


Nota finale. Venerdi' 23 , oltre a Valentina Dorme, c'e' anche Alessandro Grazian al Lego.
E domani David Gilmour suona a casa di Bugo. (Ipse Dixit)

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