martedì, gennaio 9
A quitet cut
Probabilmente molti di voi conoscono gia' il suono tagliente, effettato ma estremamente dozzinale dei Longcut. O magari no. E quale buon motivo per perdersi l'ennesimo raffazzonato gruppetto di Manchester che lotta da 5 anni per emergere sulla scena alternative-punk, prima che sia "la scena" a scomparirgli da sotto i piedi? Sonorità "da Covo" che nulla ha da invidiare a New Order e Fugazi, soprattutto nell'uso del basso, il gruppo ha all'attivo un album e numerosi single, EP, 7 pollici e remix... sparpagliati fra negozietti locali, fiere musicali e quanto di mediocre hanno da offrirci la blogosfera e compilation allegate a riviste di settore.
Nati come rip-off dei Sonic Youth, per loro stessa ammissione, i Longcut trovono la loro naturale evoluzione nel post-rock. I tappeti strumentali saturi di echo e prodigi di elettro-beat pagano il loro tributo a band come Can, Faust e Neu molto di piu' che band similari come Durutti Column o A Certain Ratio, non arrivando pero' nemmeno a sfiorarne pulizia e genialita'. Cosa rimane quindi dei Longcut? Una buona band, decisamente motivata, da ascoltare in un rock club verso le tre del mattino, quando c'e' da dare fondo agli ultimi avanzi di birretta rimasti nei boccali insieme alle energie residue tenute da parte per un ultimo ballo.
"Gravity in crisis"
"A quiet life"
"Spires"
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1 commento:
Uhhh interessante. MI aggiorno
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