Da piccolo non ho mai avuto molte amicizie. Ricordo, fin dai tempi dell'asilo, di essere stato abbastanza antisociale e insofferente alle regole. Non capivo perchè dovessi attenermi ciecamente a tutto quello che dicevano gli altri, o perche' unirmi alle stupide attività che proponevano le maestre (pigiare l'uva, colorare il legno, rincorrersi come idioti alzandosi dallo sgabello all'improvviso mentre stavi mangiando). Probabilmente ho avuto delle badanti poco severe, visto che non mi sembra di aver mai fatto particolari capricci o di essere stato ripreso. Semplicemente: mi nascondevo.
Non ero il solo a fare l'outsider. Mi ricordo bene di essere sempre stato la spalla di un altro bambino che veniva considerato "Il Fonzi" dell'asilo, uno rispettato da tutti e considerato il supercool of the block. Anche se allora non conoscevamo l'inglese. Essere suo amico mi dava una condizione di prestigio. Tutti erano talmente impressionati dal suo carisma che mi ricordo che una volta, in due, siamo riusciti a far dileguare nel nulla una intera banda di ragazzini che indispettita dalla nostra irriverenza voleva darci una lezione.
Pochi amici ma esclusivi. Piu' o meno questa fase anarchica e' proseguita fino ai primi anni delle superiori, dove la situazione si e' ribaltata. Forse per sentirmi protetto. Essendo cosi' schivo (non introverso, ma schivo nelle amicizie e antisociale) era palese che trovassi forza piu' vigorosa ed esclusiva nelle relazioni interpersonali con persone che si ritrovavano nel mio modo di essere e viceversa.
Alle medie fu' il caso di Golinucci Giacomo, uno dei ragazzini dellafoto in alto. Io e Giacomo avevamo in comune la passione per la musica e il disegno, e non di rado eravamo in competizione su dipinti o gare con le tastiere Casio (avevamo lo stesso modello, ma di colore differente), rispondavao a testa alta in modo ironico agli insegnanti, ci azzuffavamo con gli altri, eravamo quelli delle trovate geniali, eccellavamo nelle materie umanistiche. Unica differenza: lui era un latin lover, io quando vedevo una ragazza che mi piaceva avevo le convulsioni. L'amicizia era talmente esclusiva che Giacomo, nel suo essere lupo solitario, quando venivano sorteggiati i posti a scuola, voleva rimanere nel banco da solo a meno che non fossi stato sorteggiato io o Vandelli.
La foto in alto ha una storia. Fa parte del laboratorio di tecnica. Ognuno doveva scegliere un soggetto, scattare una foto, e svilupparla in camera oscura. Il mio soggetto fu': i miei migliori amici. All'inizio nella foto dovevano comparire solo Giacomo e Vandelli, ma quando svelai il soggetto della mia foto, Amadori sbotto' dicendo:"Oh! Anch'io sono uno dei tuoi migliori amici!". Effettivamente veniva sempre a casa mia insieme agli altri a giocare al Commodore al posto di fare i compiti. "Beh", fece Sacchetti, "se viene Amadori direi che ci sono anch'io!". Effettivamente lui ci passava i giochi. Beh. Fu' proprio quel giorno che mi resi conto di avere ben piu' di due amici, quando si aggiunsero anche gli altri ragazzi della foto.
Passa il tempo. Cena delle medie. Tipo a distanza di 10 anni. Giacomo si presenta alle solite scuole, a due passi da casa, luogo dell'appuntamento, accompagnando una nostra ex compagna di classe. In Porche. E' rimasto lo stesso di sempre. Arrogantemente simpatico, intelligente, spiritoso. Insomma: fottutamente brillante. Lo invidio. Non tanto per la macchina. Sapete cosa me ne frega, da antisociale quale sono. Anzi. Mi fa' un po' rabbia. Perche'?
Quando, finite le medie, io avrei fatto fatica ad arrivare in bici fino all'Ippodromo, e i miei non mi avrebbero MAI fatto praticare delle scuole artistiche, lui si e' diplomato all'Accademia. Con il massimo dei voti. Ha praticamente realizzato il mio sogno. E cosa ha fatto? Ha lasciato tutto, per andare a lavorare come dirigente nella fabbrica del padre. Mica scemo. Ma che rabbia.
"Poi sono ricercatissimo come guida ai musei! Tutti pendono dalle mie labbra! Dico delle gran stronzate inventandole li' per li' e tutti ci cascano come dei cretini facendomi dei gran complimenti."
Bene. Passano ancora gli anni. Mi capita sotto mano una copia di "In-Magazine", un gazzettino sulle attivita' socio-economiche della mia citta', e...
5 commenti:
La cosa spattaccosa e' leggere fra le righe dell'intervista. Sta continuando a prendere per il culo tutti facendo credere di essere illuminato. UN GRANDE!
Pensa invece che io se vedevo una ragazza che mi piaceva solitmente LEI aveva le convulsioni... :O
MA LOOOOL! :D
Io invece ero proprio, come si dice, "de coccio".
Conosco un paio di ragazze che per un certo periodo della loro adolescenza probabilmente hanno sofferto di una breve crisi di nervi. Avevo ancora i capelli.
che carina la foto, e la sua storia.
ma tra tutti quei ragazzini ce n'è almeno uno con cui sei rimasto amico? o vi siete persi, come spesso succede?
E aspetta di sentire la Pt.2
Allora. Vediamo. Analisi logica della foto.
Parto da in alto a sinistra.
Saponaro: E' stata l'ultima persona che ho visto dopo l'ultimo giorno delle scuole medie. Mai sbottonato in 3 anni, mi ricordo che a casa mia parlava dei primi approcci con l'altro sesso un po' spinti e della puberta'.
Bagnolini: Mai piu' visto. Quel ragazzino mi ha aiutato a superare diversi blocchi. Non solo era una persona molto aperta, ma con il senno di poi ha avuto la sensibilita', l'intelligenza e il coraggio di non farsi i cazzi suoi e spiegarmi come funziona la vita vedendosi da fuori. L'unica altra persona che si e' comportata in maniera simile l'avrei incontrata tre anni dopo, e devo tanto anche a lui (era meno discreto. farsi i cazzi suoi era piu' o meno impossibile)
Vandello: Ogni tanto lo incontro ancora. Sporadicamente. Il nostro progetto era quello di prelevare l'Asteroide (negozio che spacciava giochi del Commodore 64). Io avrei dovuto occuparmi di programmazione e lui di Hardware. Per questo intrapresi il Liceo Scientifico ad indirizzo informatico e lui l'Istituti Tencico Industriale. Ovviamente le cose sono cambiate. E' diventato, come era chiaro fin dalle elementari, un bravo giocatore di basket. Il mio secondo superbestfriend delle scuole medie. Come Bagnolini ha aiutato me a superare dei blocchi, io ho la presunzione di avere contribuito a cambiare un po' lui. Ma e' un'idea mia ©.
Amadori: Parola di Alessandro! Penso che faccia il tecnico per le caldaie. Un grande anche lui. Ogni tanto lo incontravo il sabato notte in giro per pasticcerie o pub. Anche lui un grandissimo. Molto aperto e propositivo. Era il migliore della classe in Tecnica insieme a me, e molto spesso la nostra insegnante si divertiva ad interrogarci insieme e a farci le stesse domande. Eravamo perfetti tutti e due. Solo che io svisceravo gli argomenti per ore. Lui era preciso e sintetico. Ci andavo veramente molto d'accordo. Ma era facile andare d'accordo con lui. In gamba come un piccolo Tom Cruise. Decisamente il secondo superbesfriend della scuola.
Giacomo: Gia' dissi.
Sacchetti: ANTIPATICISSIMO! Frignone, una rogna... eppure aveva delle scappate incredibili. Un inferno. Probabilmente si e' infilato nella foto solo perche' altrimenti ci sarebbe rimasto male. Tuttavia compagno di diverse scorribande e scherzi telefonici (Mio padre lavorava per la Sempre In Peggio ed ero uno dei primi ragazzini ad avere il telefono con il viva voce e due linee)
Mai piu' visto. Alla cena dei "dieci anni dopo" della foto mi sa che erano presenti solo Vandelli, Amadori e Giaco. Ma forse ricordo male.
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