Sconcertanti i bravissimi DeerHoof. Gia' sono uno dei gruppi delle ultime generazioni che mi hanno conquistato maggiormente da un paio di anni, gia' le mie aspettative erano alte, eppure sono riusciti addirittura a dare di piu' di quanto mi fossi immaginato.
Grandioso concerto, come la grancassa di Greg Sauner, che si avvale della compagnia di due fantastici piatti disintegrati e campanaccio per mucche vintage come solo i Blue Oyster avrebbero osato.
Che e' una band che si puo' permettere di tirarsela lo si capiva da quanto era gremito il Covo, e dalla richiesta della band di tenere le luci un po' alte e non cominciare fino a quando l'ultima sigaretta in sala fosse stata spenta (il che e' un po' come pretendere che Angelina Jolie diventi suora)
Prima di cominciare la minuscola Satomi si aggira con un cestino plasticoso sul palco disseminando mele, mandarini e banane. Una band che ha veramente avuto tanto da insegnare, sia dal punto di vista visivo, nella loro indissima semplicita', che strumentale.
Qualche giorno fa un'amica si rammaricava dello sguardo dei musicisti che non cercava mai un vero e proprio contatto con il pubblico o con gli altri del gruppo. Capisco ora perche'. I mirabolanti e funambolici tecnicismi del trio in canzoni con cosi' tante variazioni melodiche e ritmiche da fare impallidire qualsiasi brano di Joseph Mascis, costringevano i 3 musicisti ad una concentrazione tale da lasciare Satomi con lo sguardo fisso nel vuoto (forse anche per un pelo di timidezza) e Dietrich con gli occhi chiusi nel suo mondo funambolico di inimmaginabili sporchi virtuosismi chitarristici (non so come abbia fatto a resistere a tenere cosi' tanti barre', altro che tutti quei cialtroni che si avvalgono di morsetto). O forse erano semplicemente drogati marci :)
L'inizio e' stato dei piu' folgoranti. Una fuorviante intro strumentale e poi subito giu' di basso batteria e ormoni con "81+" e il pubblico in visibilio, per proseguire senza stacchi verso i brani successivi in un unico peculiare fluso di note e battute.
45 minuti che sembravano due ore di una performance da stadio, come se i Deer ci avessero rapito in un'altra dimensione. Forse contava anche essere praticamente sotto il palco.
"Torniamo con una brevissima selezione di pezzi e poi chiudiamo"
E con l'ausilio di un'uccellino azzurro di peluche e qualche marzialismo scenico alla Power Rangers, Satomi e la Band ci regalano un'irriverentissima "Twin Killer" e procedono verso la chiusura.
Il resto è stato un trovare strade chiuse per Bologna, riscoprire una città che à più vivibile alle due di notte di un prefestivo che il sabato mattina invasa da gente che con Bologna non ha nulla a che vedere, cappuccini consumati in fretta in Autogrill e discussioni talmente funamboliche sulla natura del genere umano che neanche Wayne Coyne ne sarebbe venuto a capo.
Ma durante tutta la notte, un unico pernsiero di fondo rimaneva indelebile lampeggiando come una insegna al neon fuxia sulle pareti del cervello: "Choo Choo Choo Choo. Beep Beep..."
3 commenti:
Questa recensione merita da sola una rivista indipendente mensile stile Losing Today (ma che fine ha fatto??) Anche per me i Deerhoof sono davvero una band tutta da vedere-sentire! Non li conoscevo affatto prima di questo concerto. Li ho trovati molto kraut in alcuni passaggi, sempre celebrali ma anche liquidi e pop (la melodia e l'atonalità stanno bene assieme!!). Quindi insieme energico, compatto e "caldo" nonostante l'apparente freddezza che potrebbe appunto trasparire dalle loro facce soprattutto perchè i giapponesi fanno facce e mosse simpatiche ma sono (a me) spesso inespressivi ed il batterista era concentratissimo (ma di quelle del chitarrista ne vogliamo parlare?). Bologna by Night ha sempre avuto un fascino incredibile. Poi sulle discussioni mattutine scusami (!) avevo bisogno di fare un ripasso sulla vita e l'assenza di un suo senso ;) Sei sempre molto disponibile ad ascoltare e parlare, lo aprezzo tantissimo.
Ma va la' Losing Today! Figurati! Non l'ho neanche riletta ed e' zeppa di errori e ripetizioni! Sai che penso che Losing esca ancora e goda semplicemente di una pessima distribuzione?
Le smorfie del chitarrista erano uniche! Al primo scroscio interminabile d'applausi sembrava quasi cercare di mordersi le labbra per non sorridere. Ovviamente senza riuscirci.
Le discussioni mattutine erano il piatto forte :)
Grande rece! complimenti! ;)
Volevo venire pure io ma poi non sono venuto. Ho fatto male. :D
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