Piu' in fretta sono riusciti a presentarsi gli infaticabili Lunetti, al secolo "Le Man Avec Le Lunettes", che hanno avuto modo di saltare direttametne da Milano a Milano Marittima senza passare dalla Maugeri. Gia' perfettamente a loro agio nella movida adriatica, come "natural born jet-setters", Fabio mi accoglie con un coretto gutturale fatto di "Follow the paaaath.... Follow the psychopaaath...", totalmente innaturale proveniente dalla sua voce cosi' cristallina e pulita. Riescono subito a strapparmi un sorriso (imbarazzato).
"Indovina dove siamo stati?", fa Alessandro Paderno sornione come suo solito.
"Ti dico solo che inizia con M e finisce con V", prosegue FaBenni, in arte Fabio Benni.
Al LocoSquad la musica "di un zert tip" sembra di casa. La casa al mare degli indie people. E i Lunetti (o Lunettosi) erano graditisismi ospiti in una ambientazione suggestiva tranquillamente all'altezza del firmatissimo divano di Brand New. Luci soffuse, tappeti, lampade e tende vintage a fare da contraltare agli strumenti del duo, gia' da soli affascinanti elementi scenografici.
Tanta (bella) gente, tanto caldo, staff impegnato alla produzione nastrificata in stile catena di montaggio di Mojito, le distrazioni dei primi venticelli estivi climatici e ormonali hanno contribuito ad un parziale distacco del pubblico dall'esecuzione dei LMALL in se. Molto piu' "dark wave" del solito, con una scaletta che ha lasciato da parte alcuni dei brani piu' evocativi, i "Le Man Avec Le Lunettes" sono riusciti comunque a presentare un concerto che ancora una volta ha cercato di percorrere strade diverse ben attenti a non essere mai scontati o banali, provando ad inserirsi in modo mirato in un preciso contesto.
Inutili i nostri tentativi di hand-clapping. La gente era veramente troppo impegnata a non cercare di sudare piu' del dovuto. Piacevolissimo il bis su richiesta dello slogan del Festival MIAMI, con Ale gia' partito dal palco in cerca di frescura. La forza dei Lunetti è proprio questa. Dare il massimo in ogni cosa, iprimere impegno e ingegno anche in un jingle di poco piu' di un minuto quando Brian Wilson avrebbe dovuto sottarre dieci anni di cure psicoterapeutiche per arrivare a comporre un simile gioiellino. La giusta via da percorrere: equilibrio fra estetica e melodia. La strada continua.
Tanta (bella) gente, tanto caldo, staff impegnato alla produzione nastrificata in stile catena di montaggio di Mojito, le distrazioni dei primi venticelli estivi climatici e ormonali hanno contribuito ad un parziale distacco del pubblico dall'esecuzione dei LMALL in se. Molto piu' "dark wave" del solito, con una scaletta che ha lasciato da parte alcuni dei brani piu' evocativi, i "Le Man Avec Le Lunettes" sono riusciti comunque a presentare un concerto che ancora una volta ha cercato di percorrere strade diverse ben attenti a non essere mai scontati o banali, provando ad inserirsi in modo mirato in un preciso contesto.
Inutili i nostri tentativi di hand-clapping. La gente era veramente troppo impegnata a non cercare di sudare piu' del dovuto. Piacevolissimo il bis su richiesta dello slogan del Festival MIAMI, con Ale gia' partito dal palco in cerca di frescura. La forza dei Lunetti è proprio questa. Dare il massimo in ogni cosa, iprimere impegno e ingegno anche in un jingle di poco piu' di un minuto quando Brian Wilson avrebbe dovuto sottarre dieci anni di cure psicoterapeutiche per arrivare a comporre un simile gioiellino. La giusta via da percorrere: equilibrio fra estetica e melodia. La strada continua.
9 commenti:
hai dimenticato di dire che tu indossavi una delle camicie piu cool della riviera!
takk
a
Perche' sono un "Fun-Cool" XD
Eh... Quella camicia... quante storie...
Grande Zonda! Ci contavo sulla tua recensione! Complimenti, davvero ben scritta... Alla prossima!
magari un giorno trovo anche il tempo di rileggerla. Ciao Paolin' :)
Ottimi i presupposti (il parcheggio aggratisse!!) sempre originali i Le Man (braviiii e aggratisse!). Piacevole serata nel complesso (rigenerante) e non solo per la popolazione di fi*olandia ma soprattuto x gli amici.
@Zonda: lo slogan della camicia sembra la pubblicità di un ammorbidente che non scolora... LOOLL :D
Si' e' vero. Bella serata nel complesso. Unica pecca la musica un po' troppo ninetyfighetta nel preascolto (ora qualcuno fa una ricerca su goooogle, capita qui e mi uccide). In compenso proprio altissimi livelli nella selezione musicale della ShareMobile II... proprio da rimanere "sospesi nella gaffe" :D
Direi che con tutti, in quel contesto fighettoide, mi sentivo proprio Cool & Camicia :D
Pensa che ero *quasi* riuscito a convincere la spagogna a venirci.
Poi as usual è crollata di stanchezza al calar delle tenebre.
Avrò maggior fortuna un'altra volta :P
Se non fosse stato per il fatto che cantano in Inglese avrebbe gradito (per me). In fondo penso che anche a Fabio vadano a genio gli Stadio e Vandelli.
E ricordati che... non posso mentire davanti adddio :D
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