mercoledì, ottobre 31

Just Another Pageant

sottotitolo: "Riflessioni personali sull'universo R.E.M. a seguito della lezione del Prof. Bertaccini "

"Ai tempi della gavetta eravamo costantemente in viaggio, dormivamo su pavimenti di case di cui non conoscevamo neanche i proprietari e bevavamo birra ventiquattro ore al giorno"
-Peter Buck


Il mio primo approccio con i R.E.M. non dico che sia stato "cos'è sta merda" ma quasi. Di tanto in tanto, Videomusic o DJ Television passavano il video di "Stand", canzoncina innoqua che ritenevo

la versione colta di "La Bamba", che allora andava un casino. Probabilmente l'"Ob-la-di' Ob-la-da'" del gruppo di Athens (Notate come "le scene" nascano sempre in posti chiamati "Athens", "Olympia", e noi ci dobbiamo accoltellare di Maniago)

Poi avvenne "qualcosa", un evento di portata mediatica tale che neanche la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Uscì "Out of time", e fu' subito un rimbalzare 25 ore su 24 in tv, radio e ogni angolo di strada di "Losing my religion" e "Shiny Happy People", che se non altro ha avuto il merito di farmi conoscere i B52 (non i cocktail).

Tutti avevano quell'album in casa, ho ricordi vividissimi di Ponte Abbadesse, il mio "parco giochi" in età adolescenziale, di gente che lo ascoltava da stereo piazzati dalle finestre intanto che girava in skateboard e lo usava come colonna sonora drastica e incessante delle noste serate passate a giocare a Poker e Dernier. I video erano patinatissimi, le melodie infestanti e melliflue. In poche parole: tutti li amavano, io li odiavo.

Poi passarono un po' di anni. Come sempre accadde "qualcosa", un evento di portata tale da cambiare il corso dell'evoluzione dei mei gusti musicali. Dopo un'incredibile batosta amorosa andai a sbollire un po' a casa di mia cugina, allora grande acquirente di album rock (oggi ascolta ciapalagaleina), e fra "Stone Temple Pilots", "Weezer" e "Soundgarden" le fregai anche " Automatic for the people", "Green", "Document", "Dead Letter Officice" e "Life's Rich Pageant".

La band era meno ruffiana e piu' acerba di quanto aveva lasciato intendere alla fine degli anni ottanta, alcuni brani avevano aperture all'americana Californiana, i testi di Stipe erano assolutamente semplici, articolati, svincolati da qualsiasi contesto, geniali. In poche parole me ne innamorai scivolando dentro quel mondo fatto di cassettine duplicate neanche troppo lentamente, e finii per innamorarmente.

Scoprivo la band Georgiana affondare le radici in suoni sixties e nella tarda psicadelia, con chitarre molto vicine ai Byrds. Citazionisti quanto basta, ma mai imitatori, i REM diventarono il pane di quei giorni.

In seguito mi procurai anche il resto della discografia. Devo dire che tutt'ora ritengo i primi album troppo aspri, ingenui, inutilmente fracassoni e poco ispirati, mentre mi scopro a preferire lavori che vengono tipicamente considerati fuffa minore dai fan puristi (fra questi "Monster", "New Adventure In Hi-Fi" e "Up", ingiustamente sottovalutati).

Il perfetto equilibrio fra ingenua rabbia e assueffazione da MTV rimane sicuramente "Lifes Rich Pageant", pubblicato dalla Irs nel 1986, che il Professor Bertaccini ha piu' o meno ricordato come: "Ma che cavolo di album strano è questo? Non riesco ad ascoltare altro".

Curato dal produttore di John Cougar e dei Blasters, Don Gehman l'album finalmente ha una sonorità corposa e pulita, allargando lo spettro dei gusti musicali del gruppo definendone meglio uno stile proprio. Alcuni brani si discostano maggiormente dai riferimenti Byrdiani (pura ancora presenti) come il rarefatto "The flowers of Guatemala" mentre altri ricordano da vicino il primo Dylan ("Swan Swan H" = "Girl of the north Country"), c'e' poi il possente spirito southern di "Hyena" e i curiosi miscugli di border folk e suggestioni latine (nella Santaniana "Underneath the bunker").

L'album non risulta pesante, proprio per questa sua eterogenieta' inaspettata, che apre a momenti di rock a tutto tondo, squadrato e compatto, con un'incredibile ed energica "Begin the begin" dal fraseggio chitarristico sixties, la nervosa e velvettiana "What if we give it away?" e la magistrale e incalzante "Just a touch".

L'album comprende anche la cover di un ignoto brano degli anni '60, "Superman", che ricorda Tommy James & The Shondells. E torna a rendere omaggio ai Byrds con il brano di maggior successo, "Fall on m", che procede in un tripudio di dodici corde e coretti. Quanto bastava per girare la cassetta e riprendere l'ascolto tutto da capo.

8 commenti:

federica salemi ha detto...

io trovai tra le cassette di mio fratello un best of che in pochi hanno (e che io non trovo più sigh). ero alle elementari ed ascoltavo continuamente quella cassetta. grande new adventure in hi fi, grande duetto con la smith. poi non li ho più seguiti, e ultimamente ho ascoltato una loro canzone STUPENDA...ma chissà come cavolo si chiama.
(lascia stare, oggi ho un malditesta atroce)

20nd ha detto...

Madonna! Alle elementari! Avantissima! Io alle elementari scoltavo solo Vasco Rossi e i Duran Duran... ma neanche consciamente. Recepivo suoni... Ho cominciato ad ascoltare musica l'estate tra la seconda e la terza media con i Beatles.


DEVI trovare il titolo della canzone!

Scoop: hai un fratello!

federica salemi ha detto...

cavolo...nojn so proprio come fare per trovare il titolo. ascoltavo la radio in una macchina e c'era questa canzone che durava tantissimo e aveva un ritmo bellissimo. datemi tutta la discografia dei rem, live e tutte la altre cose compresi, e lo scoprirò che canzone era. :P
sì sì, un fràteto di 2anniemezzo più grande.

accento svedese ha detto...

Out Of Time mi ricorda la prima media, lo ascoltavano davvero tutti. Io ascoltavo Litfiba Technotronic e Guns n Roses. :D
Invece Monster è uno dei miei dischi preferiti di sempre.

20nd ha detto...

Pure io Litfiba e Guns in quel periodo. Ma i miei preferiti erano Holly Johnson, Paul McCartney, Stevie Wonder, Statuto, Michael Jackson, Pink Floyd, Queen, Beach Boys, Simon&Garftunkel, Shadows, The Band, Leonard Choen, Bob Dylan... Insomma: non ero indie proprio per un cazzo XD

20nd ha detto...

ASCOLTAVO A RIPETIZONE "Out of our Idiots" di Costello, "Off Th Ground" di McCartney e l'albulm omonimo della "Average White Band". Insomma... ero proprio fuori dal tempo...

accento svedese ha detto...

Nella foto che hai messo Michael Stipe è identico al primo Alex Del Piero. :D

A me di Holly Johnson piaceva un sacco Americanos.

20nd ha detto...

Lol!

"Americanos" ha segnato l'estate successiva a "Gimme 5" XD