"I wish to change!"
Non possiamo certo pretendere che tutti i cantanti esistenti sulla faccia del pianeta terra brillino di originalita'. A volte ci si deve accontentare di qualita' e affinata sensibilita' melodica, a cercare di fare a cazzotti con una banalità talmente lapalissiana gradita come una coperta di nylon in pieno inverno. E' il caso di Cass McCombs, che ha esordito con "A" e comincia il nuovo"Dropping the Writ" con il lapidario "I was born in a hospital". A cui George Harrison potrebbe rispondere "I was so young when I was born", con intenzione causticamente ironica, come uni che ridendo ti stacca un braccio a morsi.
Ma è con la seconda traccia, "Pregnant Pause", che qualcosa accade, e si innesca la magia. Ci accorgiamo che Cass non mira ad essere casualmente scontato e banale senza una meta. Ha una direzione precisa. Cass McCombs è uno dei cloni profughi di Elliott Smith, in grado comunque di regalarci piccoli gioielli retro-acustici come questo.
"That's that" fa recuperare un po' di colore al lavoro, snocciolando una dolce e cadenzata ballata McCartiana con tanto di voce limpida e cristallina e dovutissimo inciso sopseso, mentre "Petrified Fores" punta i piedi in modo chiaro e deciso nei piu' fertili territori folk.
Ma perche' vi sfracello i coglioni con un cantante cosi' banale tedioso? Un po' perche' "Dropping the Writ" e' l'ennesimo figliolo di mamma 4AD, un po' per via della sua recente collaborazione live con il mio alter-ego Ariel Pink, che promette veramente alchimie interessanti a venire. Ecco a voi alcuni brani in ascolto temporaneo.
"Desert" - Cass McCombs
"Full Moon of Infinity" - Cass McCombs
"That's that" - Cass McCombs
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