martedì, novembre 13

PUFFY the monster go go!

"Ormai sono talmente abiutuato ad ascoltarle che non mi sembrano neanche piu' strane" - Matt Share

E' uscito, con mia grange sorpresa, il nuovo album delle Puffy. Sorpresa in quanto tempistiche, perche' ormai il duo di chanteuse nipponico e' diventato una garanzia. Crollano case discografiche, si sciolgono gruppi, tramontano idols, poi c'e' Olivia Lufkin che ha sali e scendi che di allusivo lasciano a intendere ben poco, ma Yumi e Ami sono sempre piu' giovani, sempre piu' belle, sempre piu' forti.


Mi sono innamorato di questo gruppo grazie ad una compilation di roba nipponica passata dal server danese di WildHearth nel lontano 1998, e l'immagine di quell'inverno e' indelebilmente associata al gruppo di discussione di cartoni animati IAC e alle note dell'ipnotica e festiva "Tararara", a tutt'ora - mi sa - il loro brano migliore.


Da "Jet Cd" e "Fever Fever" ho ascquistato tutti i cd originali, e se si era notata una piccola crepatura con l'acerbo e poco ispirato "Spike" e l'apertura al mercato americano, con gli album successivi le ragazze sono riuscite a ritrovare la verve e raggiungere un buon equilibrio tra pop, irriverenza, melodie e carica punk.


Torniamo a noi. Esce quindi il patinatissimo "Honeycreeper", con il ritorno all'ovile di Mamma Sony dopo la gradita avventura indipendente con "Splurge", con Butch Walker, Anders Hellgren e Yamanaka Sawao dei Pillows che si affiancano all'onnipresente e storico Okuda Tamio.

Ciascuna canzone dell'album e' in grado di camminare con le proprie zampette indipendentemente dal cd, che potrebbe a sua volta risultare quasi come una raccolta, dato che meta' delle tracce presenti appaiono in sigle di anime (" Oedo Nagareboshi IV") o spot pubblicitari. Tuttavia l'albulm ha una buona coesione d'insieme, e nel complesso offre una vera e propria miscela esplosiva fra il tradizionale suono della band (abbandonati gli episodi individuali di Yumi e Ami approcciati in "Splurge!"), nonostante il bizzarro amalgama di session man e produttori che si susseguono nella costosissima operazione - alla fine - commerciale.


L'albulm parte con
"Original Diamond", brano che sembra richiamare molto da vicino l'apertura di "Fever Fever", ovvero: Puffy al 100%, e la cosa ai fan e' davvero molto gradita!


"Ain't gonna cut it" probabilmente la mia canzone preferita assieme alla spasmodica e Ramoniana "Kuchibiru Motion", questo per via di una melodia perfetta, sospesa a meta' fra le stesse Puffy,Brian Wilson e Phil Spector, sostenuta dalle ottime visionari e irriverenti liriche di
Anders Hellgren, che non possono che giovare al brano.

" Kimi to O-tobai" un riempitivo trascurabile, forse passabile nell'arco di un minuto per un servizio su brufolosi giovani in skateboard, con un notevole quanto anonimo assolo di chitarra. Forse dato in pasto a Cornelius il brano avrebbe potuto offrire grandi cose (penso a "FreeFall"). Direi lo stesso per "Hayai Kurima", se non fosse per il cantato simbiotico e sincronizzato e assolutamente cristallino e perfetto e quel ritornello sgaffissimo e sbilenco, quasi degno dei Kinks, che dura l'arco di pochi secondi e salva tutta la canzone.

"Sayonara Summer": l'estate sta finendo? Brano quasi indegno e assolutamente skippabile. Innoquo

"Boom Boom Beat" strepitosa! Musica da party! Solo i SuperGrasse avrebbero potuto lavorare ad una degna versione europea! Uno di quei brani che, con propedeuticita' del video, possono farti rimbalzare sulle pareti di un locale durante una festa se solo aumentata di qualche punto pitch!

Anche "Closet Full Of Love", sebbene di genere completamente diverso (pop puro sospeso fra '80 e '90) sarebbe un successo strepitoso se messo nelle mani del produttore giusto (pensavo a Trevor), con un ritornello che ti porta solo dove "Video Killed The Radio Stars" potrebbe osare.

"Hasanjiyauze" è scandalosa! E' la fotocopia dell'apertura di "Girls on Circuit", "Complaint" energica, ma decisamente troppo piatta, ma con una batteria che - come dicono i giovani - spacca.


In
"HoneyCreeper" si trova comunque lo spazio per giocare con alcuni esperimenti, e mentre gia' il cd presenta la sigla di un anime, il duo ne inventa una originale fittizia con tanto di drama (praticamente serie televisive narrate alla radio, molto in voga in giappone) in "Youkai PUFFY". La parte che prende il via dopo la narrazione orrorifica (da cui il pretesto per chiamare l'albulm HoneyCreeper) è un cantato che mi ha ricordato gli Wings di "Band on The run" e "Live and let die" per cambi di ritimca e fantastiose e vivaci soluzioni melodiche, repentine e traballanti come un gatto in corsa su un albero scricchiolante.


Continuanto gli apprezzatissimi azzardi, che portano il duo a svecchiarsi un poco, la tazendiana "Island" in chiusura rivaleggia per bellezza con il classico successo di Macca "Mull of Kentyre".

E se le Puffy non fossero immortali? Nel frattempo spero riescano a sfornare album cosi' gradevoli una volta all'anno, perche' di fantasia e grosse produzioni qui qualcuno ne sente ancora il bisogno.


"Complaint" - Puffy
"Sayonara nama" - Puffy
"Closet Full Of Love" - Puffy

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2 commenti:

accento svedese ha detto...

Grande musica, ma troppo raffinata per le mie orecchie. Io voglio la legna. :D

20nd ha detto...

Un paio di brani legna ci sono. L'unico problema sono i coretti...