Soul Impressions

Essere nato a meta' degli anni settanta e abbandonato davanti ad un televisore è una di quelle cose che ti segnano la vita. Essere immersi in un universo di suoni caldi e avvolgenti che fungono da perfetto surrogato via etere della coperta di Linus, vuol dire aver lasciato che la musica uscisse dal bombatissimo monitor del televisore - molto spesso in bianco e nero - per fare in modo che un po' di quella polvere mangiata dalle macchine di Harlem duarnte gli inseguimenti o sollevata durante gli atterraggi di una Eagle sulla Base Lunare Alfa, passasse dal vetro per solleticare un poco quel naso di bimbo,diventando parte integrante della vita di tutti i giorni.

Ecco perche' ascoltando i brani di Janko Nilovik entro in contatto con una parte di mondo "andato avanti" e irrimediabilmente perso, che pure non sento meno reale dell'assetticità uno zero di quello odierno, che di contro avverto come piu' falso, sintetico, posticcio. O comunque banale. Ecco perche' mi lascio rapire da un'armonia, ascolto e scrivo cose fuori moda, i funkettoni melliflui, a volte sexy, a volte violenti, di "Soul Impressions" mi arrivano dritti al cuore facendomi saltare in aria tutte le sinapsi del cervello. E a voi probabilmente non dicono un cazzo.

Se non siete nati a cavallo degli anni settanta, e neppure di Furia Cavallo del West, vi lancio la sfida di aprire un'attimino la mente, magari tirandola per le orecchie, e ascoltare con attenzione e relax qualche composizione che veniva ancora concepita in base ad una melodia e un'emozione da riprodurre, in un periodo in cui anche gli strumentali viaggiavano alti nella classifica dei singoli in Italia.

Non a caso Janko apprende la musica proprio attraverso lo studio del flauto, e dopo anni di convervatorio comincia a comporre musica all'eta' di diciassette anni. Godiamoci i grandi classici non classici di Janko. A Pierre Henry e Luc Ferrari ci pensiamo fra una decina di anni :)

Janko Nilovik - Lady Day
Janko Nilovik - Family Tree
Janko Nilovik - Black Swan Lake