domenica, maggio 18
Arazzo (I Wore A Smile)
Ieri evadere era una priorita'. C'e' un pazzo che l'ha capito e ha rilanciato una mia proposta un po' spavalda e brava. Se ci sono tre artisti italiani che hanno segnato la mia discesa negli inferi dell'alienazione dewl cantautorato indie, questi sono Paolo Benvegnù, Andrea Chimenti e Marco Parente. Pensare a questi tre pazzoidi radunati in un solo luogo in un unica serata, e il pensiero di poter macinare chilometri e chilometri soltanto per poter avere la fortuna di capitare random in un ristorante caratteristico dall'altra parte degli appennini, era un motivo più che valido per smuovere il culo da casa e passare una serata ad Arezzo. Perchè, come ha notato Seek, in giro non c'era mica un cazzo di meglio.
Il viaggio è stato molto fico. Incredibile come in giro ci siano ancora luoghi, lungo le colline italiane, in cui è ancora possibile immergersi nella natura al pari di una visita ad uno zoo safari, e paesini di una decina di case tra un'oasi di verde e qualche comunità di orsi selvatici e cinghiali. Hanno ragione gli scettici delle congetture fantascientifiche di John Titor. Viaggiare nel tempo e' impossibile, semplicemente perchè il tempo non esiste. E' una pura convenzione proiettata dalla psiche dell'uomo. La prova vivente è proprio trovarsi tra abeti, sassi e chiese medioevali, (abbiamo beccato una incredibile fiera di rally e formula uno, cosi', in mezzo al nulla) dove nulla e' assolutamente cambiato. La gente gira ancora in bici, va a messa, ascolta Pupo e Vasco Rossi, passa il tempo al bar o passeggiando lungo le strade, in conventicole che non superano mai tre persone per gruppo e la sera il letto è l'unica alternativa al divano. Io sono affascinato da questi luoghi. Sono un nostalgico, penso che si vivesse meglio negli anni settanta che nel duemilaesettanta, e trovo che il fatto che certi costumi sociali siano preservati in queste specie di bolle temporali lo trovo molto rassicurante.
"Svolta leggermente a destra", "prosegui per ducentomentri", "stai guidando da due ore fermati per una pausa", giunti ad Arezzo nel bel mezzo del nulla, il navigatore se ne esce con "siete arrivati". Cosi'. Nel mezzo del nulla.
Nella grande area commerciale, appena fuori dal centro, diamo un'occhiata sbigottiti intorno. In un angolo di uno stabile notiamo alla fine una scritta non troppo evidente sul muro. "Double Deuce". Il posto l'abbiamo trovato.
Fortunatamente il primo ristorante che troviamo in centro era overcrowded, il che ci ha portato in un'osteria tipica, in cui personalmente mi sono trovato veramente bene (e satollo)
Torniamo al Double. L'ingresso dei meno rassicuranti (corridoio, scale, banchi, a metà tra centro sociale e la tua vecchia scuola media come la ritroveresti... ora) ma il locale VERAMENTE VERAMENTE una figata! (ricordate che un metro rilevante per l'opinabilità del mio senso estetico è che per me il "Rainbow" era un locale VERAMENTE fico). Mi è piaciuto veramente tutto: com'era strutturato il locale, il palco, molto grande e l'acustica. Anche la gente e l'atmosfera, via (un po' meno il DJSet, soprattutto da quando al parrucca - Bugo, Baustelle - è subentrato Wim Wenders - Sburonica, LCD SS).
La gente era arrivata. Anche perche' penso che a meno che uno non scelga di andare a Prato in giro non ci sia molto da fare (ve lo dice uno che è arrivato da Cesena!). La popolazione Indie è piu' o meno la stessa che da noi (scimmie che emarginate dal popolo dei cigni fanno del loro meglio per rappresentare una alternativ-coolnes), anche se il loro test-o-metro butta un po' piu' sull'etnoitalo-chaca-bum.
La serata - cominciata tardi - era sostanzialmente divisa in due.
Serata A) Gruppi caciari del posto, scontati quanto tecnicamente molto avanti, soprattutto il batterista del primo gruppo, veramente un incredibile fenomeno di talento
Serata B) I nostri grandi eroi.
Che voci. E' stato veramente emozionante vedere raccolti in un'unica serata i talenti di Chimenti, Parente e Benvegnù, tutti al loro top (a mio avviso)
Momenti clou della serata: vedere i vip tra il pubblico assistere ai concerti in raccoglimento col pubblico; Parente che si mette a cantare "Mi si è rotta la chitarra"; Chimenti che chiama Parente a suonare la batteria in un suo brano; la performance di Benvegnù veramente adrenalitica (sembrava un vulcano in perenne eruzione, tra un po tra un Dio&)%$( e un Puttana)%£$ a microfono spensto gli saltava una vena.
Il resto è stato il ricordo di un'altra serata indimenticabile e la botta di culo di essere arrivati vivi a casa nonostante sonno, alcol, incidenti, rospi, gatti selvatici, precipizi e gincane.
Ecco alcune foto
Ecco i Video:
- Zero1
- Zero2: I Leopard Lodge
- Zero3: Marco Parente
- Zero4: Andrea Chimenti
- Zero5: Chimenti + Parente
- Zero6: Paolo Benvegnù
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