domenica, maggio 25

Saint Lips


"Like petals wet from the sun / you explode / like faithfullness / you exist / like an embrace wet from tears / you hold me"
I Saint Lips sono una scoperta piacevole nel panorama musicale, non solo per quanto riguarda il territorio Italiano. Suoni aspri ma curati, sonorita' che gravitano attorno Pixies, PJ Harvey, K's Choiche, testi matra in inglese ineccepibile snocciolati dalla solare Valentina Barletta, la scelta di muoversi verso un preciso territorio musicale senza pero' rinunciare a invenzioni sonore e
personalità. A partire da art-work e copertina,di Giovanni Simoncelli, che richiamano in modo molto accattivante i disegni pop orientaleggianti di Davide Toffolo. La confezione di un mio ipotetico lavoro professionale me la sono sempre immaginata cosi': semplice, ricca, incisiva.

L'album d'esordio - "Like Petals" - di esordio ha soltanto la cronologia. Fin dalle prime note di "Desert Ship" troviamo ad accoglierci suoni graffianti e dirompenti senza la macchia di imprecisioni, distorsioni o sbavature. Ogni suono è al suo posto: i bassi consistenti, la voce di Valentina mai soffocata dalle calde coperte elettriche di Marco Simoncelli e Antonio Di Girolamo.

"Like Petals", la traccia che da' nome all'album, rimane la mia preferita. Richiama molto molto da vicino il sound dei newyorkesi "The Spores", un altrogruppo a me molto caro. Si avvicinano il timbro della voce, la cura dei suoni, l'incastro di un basso e batteria estremamente precisi miscelato a chitarre effettate e ipnotiche tastiere in stile Cure. A mio avviso la canzone più consistente dell'album.

"Again" si fa strada con il suono brillante di un assolo alla Manic Street Preacers, mentre con "Get Out of My Way" rimango deluso nel non trovare un tributo a Paul McCartney ma sonorità più vicine ai Prozac+

L'attacco di "Air" non sfigurerebbe in una traccia dei Placebo, mentre il ritornello si sposta verso un sound più "california'96". Con una semplicissima inversione di coordinate ci spostiamo invece verso "Sev69", una ballad non proprio originalissima, che forse avrebbe avuto più resa come ghost-track,' puntando maggiormente su psicadelia e tastiere.

Ballad veramente piacevole e compiuta invece l'omonima "Saint Lips", che più di ogni altro brano mette in luce le varie sfaccettature del cantato di Valentina.

Mi piacerebbe molto che che i "Saint Lips" diventassero molto di più che "una piacevole scoperta", e che fossero sostenuti da quante più persone possibile. Sarebbe fico dimostrare che anche in territorio tricolore possiamo crescere gruppi di spessore in grado di emozionare con musica di qualità. Chissà. Potremmo perfino trovarci a rimanere incantati, fissando il cielo e vederli volare alti come petali nel riquadro di un momento prezioso.

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