domenica, novembre 30

L'Indie Muic è gli attacchi di cacca isterica


Dire che è stato un weekend intenso e' decisamente riduttivo.

Venerdi'. Grazie al buon Pop Porlock ("Porlock... Pop Por-lock!...") che si è prestato a farmi compagnia preferendo i brufoli adolescenziali alle ultime miccette di miti orai destinati a spegnersi o pagne della storia del rock stracciate per pulirsi il culo in senili ondate di follia etilica (bravo Paolo, hai fatto la scelta giusta! :D). Dicevo. Nessun dubbio: venerdi' = Stones of Venice. Al Retro Pop.

( qualche foto qui )

Che calore! Pubblico raccolto, praticaemente nessuno era li' per caso, la band ha snocciolato tutte le sue hit (il siparietto acustico di Fagio spostato al centro) concendendosi a ben due bis! ("Non ci volete fare piu' finre di suonare!").

Bravi come al solito (Non come Fabio, che ormai ha l'halczimer come me e si scorda gli accordi delle canzoni) alcuni impasti vocali non riusciti benissimo, ma era dovuto anche ai suoni dell'impianto, il front man del gruppo era scatenato e adrenalitico più che mai. (Nicola non fa testo, vedere l'energia che ci mette nel suonare il basso trasmette una gioia impagabile!).



Fagio ha anche presentato un brano nuovo in acustico. Insomma: con delle rodatissime "The Sense of Going Under" (ora la mia colonna sonora preferita delle mie partite di calcette quando sono fermo al 7 a zero) e "The less travelled road" alla fine la serata si è dimostrata un'ennesimba buona prova collezionata dal gruppo di Cesena.

"Ragazzi. Un successone"
, butto lì' a Fagio e Cacio ancora sul palco, prima di andare via. Non penso per la frase in se, ma per l'euforia generale della serata, le due Pietre si abbracciano urlando per l'entusiasm. Insomma: momenti che fanno piacere :)

Ecco qui qualche filmato

Stones of Venice - Live @ Retro Pop Pt.1
Stones of Venice - Live @ Retro Pop Pt.2
Stones of Venice - Live @ Retro Pop Pt.3

Sabato. Corse infinite. Dormito un cazzo e corse infinite. E impreviste.


Alla fine la ballotta si crea. La compagnia del MEI è composta da Zonda, Pop Porlock ("Porlock... Pop Por-lock!..."), Robbie Pop e Matt Share.

Premessa: il MEI ormai ha perso senso di esistere. Almeno per com'era gia' solo tre anni fa. Le etichette indipendenti non hanno piu' interess a farsi rappresentare da una realtà bistrattata e ridicolizzata dagli estremisti della nicchia, l'unico stand vitale e degno di interesse è quello della Tafuzzy (abbiamo esultato per il megabancone delle Charleston... ma il bancone era vuoto...), le conferenze sono appannaggio dei tecnici degne di sedute di rappresentanti odontoiatrici, finalmente il prezzo del biglietto è calato e lo stato delle cose, niente stupidi predmi, scevro da tendoni di ipocrisia, ha riportato tutto ad una giusta dimensione: una fiera del disco con qualche spazio per dei live di qualità.

Cosa ci aveva spinto a tornare dopo l'incremento di questa curva emozionale negativa perpetrata di anno in anno? Le Man Avec Les Lunettes. Cioè, saremmo andati a vederli anche se erano a suonare nel cortile di Gino Pino. Un po' la cazzaton l'abbiamo fatta. Non c'eramamo informati bene bene e ci siamo saltati altri due grandi concerti: Fake-P e A Classic Education. Tant'è. Foto stilose per feisbuc, il giro turistico dei capannoni per Robbie, che al Maramei non c'era maramai stato, il tutto chiaramente dopo esserci persi per riuscire a trovare il posto.

All'interno di Indiependulo, il capannone dove "il tipo di Mariposa" e Enver presentavano i vari live della serata (oggi gli Annie Hall! non perdeteli!). Bella sorpresa. All'interno di Indiependulo anche un fornitissimo stand MyHoney (ogni volta che presentavano i banchetti dal palco i presentatori si dimenticavano sempre di ricordarlo, disgraziati!) Sempre bello scambiare due chiacchiere con Fabio e Paolo. Facciamo un po' di pop-shopping ("Shopping... Pop Shop-ing!...") e ci vengono regalati un po' di meravigliosi adesivi aposi della MyHoney Rec.


Potete rispedirceli? Li abbiamo usati tutti quanti per fare "rappresentanza". Il collettivo tutto era sotto il palco con tanto di adesivi stampati su camice e giacchette. A questo punto, ragazzi MyHoney, dovete produrre le toppe!

Le "Api di Brescia" montano lentamente sul palco i loro strumenti, discreti e umili come sempre. Mancha il bassista, in concerto con gli Annie. Il delirio funkedelico alla loro destra finisce, presentazione di Enver+Tipomagazzenobis, e quasi mi commuovo. Enver centra proprio il punto. Le sue impressioni sull'album sono quelle che ho avvertito anche io sin dal primo ascolto di "Plaska Plaska". I ragazzi di brescia tirano sempre in ballo il pop svedese, immancabilmente e ad ogni occasione, ma il loro album non ha mica niente a che spartire con la mediocrità di tante produzioni nordiche. E' oltre. I ragazzi si sono evoluti, e ci hanno regalato un capolavoro sonoro forse più simile ad un aggiornamento nuovo millennio delle fantastiche sorprese melodiche che potevano proporci i Beatles o i Beach Boys, diventanto - ad oggi - forse il piu' valido e rappresentativo "prodotto da esportazione" nostrano.

Video: Aspettando quelli che... i Lunetti al MEI Pt.1
Video: Aspettando quelli che... i Lunetti al MEI Pt.2

Cominciano. Sara' il quinto loro concerto che vedo nell'arco di pochi mesi, e ancora mi ritrovo a commuovere per la bellezza delle loro canzoni. Manca "Apples" all'appello. Forse una scelta tattica dovuta alla mancanza di basso. Paddy è di una causticità folgorante. Penso che almeno per un paio di volte il pubblico abbia regalato un applauso soltanto per la ragionevole sobrietà di suoi commenti. Del tipo:

- La vostra rassegna stampa vi definisce un gruppo dalle sonorità nordiche. In cosa consistono?
- Ma... vedi... Quando uno finisce un album, arriva il momento in cui uno si prende del valium per farsi passare il mal di testa e comincia a scrivere qualcosa per riempire il foglio...

UN GRANDISSIMO! A dire il vero è stato molt forte anche l'anchor di Indiependulo. In diverse occasioni si è rivelato veramente indie e al di sopra delle parti, con domande pungenti che molto spesso hanno messo in buca e in imbarazzo gli ospiti del palco. E' cosi' che si fa. Dieci più. Soprattutto in una manifestazione che vuole programmaticamente definirsi indipendente e poi promuove cd con raccolte di Sburonica, Merdena, Toto Cotugno e chissà chi altro.

Su "For A Lover" i Lunetti ad un certo punto si illuminano di sorrisi, e diventano tutti spallette e strizzatine d'occhio l'un laltro.

"Dovete scusarci. Dovevamo avvisarvi prima. Su questo brano si poteva limonare, ma vedo che siete stati piu' bravi di noi e una coppia laggiù non ha perso tempo.", dice Alessando Paderno.
"Veramente bravi. E' per questo che, dopo il concerto, vi regaleremo un cd...", prosegue Fabio.

Poi fuori dai microfoni qualcuno della band aggiunge: "... dei Pooh!"

Tutti giù a ridere! E' questa un'altra cosa che adoro di quel gruppo. Il fatto che loro suonino prima di tutto per loro stessi, che credano veramente in quello che fanno e nella "dimensione" di gruppo, del godere per primi del loro stare insieme, vivere esperienze e nuotare nella musica come in un mare di miele da pappare. D'altronde, come dice sempre Robbie, "la musica indie paga meno del crimine", e se togliete anche il divertimento, con gli sbattimenti di trasferte, la rigidità delle prove, gli interminabili sound-check, quali incentivi rimangono ad una band per suonare? Probabilmente anche l'amore ed il sostegno del pubblico.

Video Live Lunetti Pt.1
Video Live Lunetti Pt.2

Cena da Tiffany. C'e' una pizzeria a Faenza che si chiama così. Probabilmente la migliore. Peccato che sia da tipo una decina d'anni che non riesco a metterci piede dalla gente che fa la fila per entrarci. Era relativamente presto (19.15), e abbiamo colto l'occasione per fare un riuscitissimo tentativo.

Poi fermata a casa di Robbie, per smaltire un po' i postumi di stanchezza, birrette e post-digestione (le birrette alla spina di Casa-Mattioli sono le migliori di tutta Forlì and beyond!).

Quindi l'episodio della "cacca isterica". Un'ora di doglie e una lotta estenuante per non partorire per strada, arrivo nel bagno di Robbie... e niente! Ma nel senso che... era passato tutto! Forse si è trattato di un caso di implosione subatomica. Ma magari a voi non interessa, ed è meglio passare al capitolo successivo.

CAPITOLO SUCCESSIVO: AIRPOP DJ-SET

Non poteva esserci conclusione migliore. Tutti gli amici riunit al Diago a godere del fantastico brit-sound senza frontiere del duo di DJ Ciurlesi (Forlivesi). Fantastici gli aneddoti di The Old Mannered Boy, Robbie e Bando sulle crisi etilico-isteriche di Television Personalities che al Bronson infamava i pochi presenti allo spettacolo perchè smanettavano con il cellulare o andavano a fare pipì. Tanti buoni amici e tanta buona musica.

Solo l'estrema cottura di una giornata carica di risate, dolci emozioni (al MEI era pieno di belle ragazze! C'era anche una sosia di Veronica Mars!) ma tanta stanchezza è riuscita, verso l'una e un quarto, a strapparmi dal locale per far rotta verso casa.

Avevo lasciato il nuovo volume di JoJo Steel Ball Run a metà. Mi aveva talmente preso che, nonostante fossero le due e mezza di notte, ho riprovato a proseguire la lettura della storia. Macchè. Vero ultimo capolinea. Mi sono addormentato in una camera sconvolta dal disordine.





Qui alcune foto del MEI DAY :)

(guardatele perchè ce ne sono di spettacolari :)

2 commenti:

The DisqueMan ha detto...

"Dovete scusarci. Dovevamo avvisarvi prima. Su questo brano si poteva limonare, ma vedo che siete stati piu' bravi di noi e una coppia laggiù non ha perso tempo.", dice Paolo ... dice Paolo? e da quando mi chiamo Paolo??? la birra all'officina me la offri tu!!!

Zonda ha detto...

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAARH!!! MADORNALE ERRORE! CORREGGO SUBITO! SUMIMASE! SUMIMASE!!