mercoledì, marzo 4
Venus and Mars
Uno degli album a cui sono più affezionato in assoluto, è "Venus and Mars" degli Wings. Ma non solo come album di Paul McCartney. Ho atteso quell'album per tanto tempo, passando molte giornate della mia adolescenza a sfogliare il copioso catalogo delle avventure soliste di Paul (circa un album all'anno dagli anni 70), chiedendomi, fantasticando, cercando di immaginare come fosse ogni singola canzone. Vista la mia fascinazione per i pianeti, fin da piccolino (per dirne una il mio medico di famiglia era una dottoressa appassionata di astronomia) inutile dire che non appena ho avuto la possibilità e il coraggio (erano tempi di paghetta e sottomissione alle rigide regole della casa) di comprare uno di quegli album immaginati, la mia scelta è ricaduta proprio sulla cassettina EMI di "Venus adn Mars".
Ogni canzone una gemma, ogni invenzione musicale una meraviglia. L'album è stato molto criticato per essere banale ed eccessivamente sdolcinato. Io trovo ogni brano diretto, poetico, fantasioso e melodicamente vincente su tutti i fronti. Un continuo fuoco d'artificio. A partire dall'introduzione. Che giro di accordi meravigliosi, cadenzati, con Linda al sinth gia' vintage negli anni 70! (l'album poi è uscito l'anno della mia nascita).
"Seduto all'ingresso di un'arena sportiva, aspettando che lo spettacolo abbia inizio...", quasi una versione aggiornata per una "Day in the life" scritta on the road. Erano tempi in cui non si aveva nemmeno il sentore di musica indie. I concerti erano un'affare serio, roba da 200.000 persone in uno stadio o ti accontentavi di una radio in casa. Ed era anche tempo di Lati A e Lati B. "Venus & Mars", la canzone (anzi, LE canzoni), aprono infatti ciascuna delle facciate dell'album. Ma è solo nel Lato ha che la dolce ballata cede il passo (come anticipato nel testo) alla folgorante "Rock Show", trabordante di repentini cambi melodici e di tempo, bassi Rickenbacker e chitarre a doppio manico a dodici
"Love in song" e il suo intreccio di chitarre, chours e tastiere rimandano molto da vicino a "Lucy In the Sky With Diamonds". Almeno nell'intro. La voce di Paul ispirata e all'ennesima potenza, sfocia in un ritornello struggente accompagnato da un'arpa di pepperiana memoria (penso a "she's leaving home"). Ogni canzone un inno da cantare a squarciagola.
"You gave me the answer", di cui esiste un bootleg molto interessante, l'immancabile brano in stile Boudeville.
"Magnetic & Titanium Man" un'altra meraviglia! Cioè: come canzone potrebbe reggere benissimo parlando di qualsiasi cosa. E' semplicemente strepitosa nella sua delicatezza e l'ascesa verso quel ritornello sospeso come Will il Coyote su un burrone.
Ma il testo! La passione di Paul per i Comics è nota e palesata sin dai tempi in cui nel film con i Beatles "Help!" aveva dei fumetti americani sul leggio del piano al posto degli spartiti. Bene. Immaginatevelo davanti ad un poliziotto spergiurare:"Ma io non c'entro nulla con la rapina! Passavo solo qui davanti, e c'erano Magneto e l'Uomo Titano... ma poi è arrivato perfino Crimson Dynamo!!" (spettacolare anche il rumore dei lenti passi metallici che si staccano e crollano sul pavimento).
Una delle cose più straordinarie è che arriviamo alla sesta traccia, e i fuochi d'artificio ancora non sono terminati. "Letting go" è un'ascesa continua che si arrampica su un riff di chitarra irresistibile a servizio di hammond e sezione fiati. (trascuriamo il continuo riferimento, su ogni traccia, a stelle e pianeti, tema che riprenderanno sia i Duran Duran con "Pop Mars" che i più "indiani" Brunettes con "Strucure and Cosmetics", altri due album a mio giudizio inarrivabili)
Il Lato B lascia più spazio a Denny Laine e gli altri della band, con canzoni tutto sommato marginali, democratiche, ma che alla fine mi sono entrate nel cuore. Ma la chiusura! Ragazzi! "Listen what the man said /Treat her Gently/Lonely old People/Crossroads" sono veramente degne del meadley di "Abbey Road".
Essì. Devo dire che, a discapito dei critici che incoronano il precedente successo commerciale di "Band on the Run", o i più maturi "Ram On" e "Red Rose Speedway", "Venus and Mars" (che si contente il posto di vincitore nella gara di casstina originale più consumata assieme a "Ziggy Stardust") rimane il mio "Album-Wings" preferito in assoluto, e in certe notti d'estate è ancora in grado di farmi venire i brividi ad ogni ascolto. Un peccato che sia praticamente rimasto l'unico vecchio lavoro di Paul (ho comprato da poco "Tug of War" anche su cd) a non avere goduto di una degna trasposizione rimasterizzata su supporto digitale.
Come dice la mia amica giapponese Yukari:"Attendiamo Divertente" (Chiaramente 'irresistibile b-side "My Carinval", la "Birthday" degli Wings con tanto di Handlcapping indie e giro blues, è assolutamente d'obbligo!)
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