lunedì, aprile 6

BARSPOTTING



Non pensate a Pupi Avati come un pallosissimo regista Italiano che, data l'età da degenza, non è in grado di adattarsi agli standard dettati dai Mostri Ollivudiani. Nell'ultimo decennio lo stilosissimo regista italiano ci sta regalando i capitoli più sfavillanti e romanticamente gioiosi della sua carriera. Detto questo, ieri sono rimasto veramente impressionato dalla lunga fila di persone che, ad una prima rappresentazione della domenica sera, attendevano di prendere il biglietto nell'atrio del multisala tutte per un unico film "Gli Amici del Bar Margherita", complice il fatto che la sala era l'unica nei dintorni a proiettare il film (un piccolo multisala invero, non quelli che una mia amica definiva "Cinema Areoporto").

Scivola benissimo il film, tra un cast d'eccezione, dove la migliore prova di recitazione l'hanno data i volti meno noti quanto affato stereotipati (Diego, Fabio e Marcorè veramente molto rigidini, anche se l'alter ego di Attila ha veramente, nel suo piccolo, fatto ridere di gusto la sala). L'ambientazione la suggestiva e famigliare Bologna, 1954, anno preso come riferimento dal director come punto in cui un certo tipo di benessere ha cominciato a prendere piede nella città. Chissà. Forse il punto per una nuova genesi della tipica "sboronaggine" della città di Torri e Tortellini.

Bella la caratterizzazione di personaggi e situazioni, in un film ingiustamente tacciato di Fellinismo, con cui l'unico parallelo lo vedo in un vecchio modo di concepire (PER FORTUNA) la cinematografia della vecchia scuola Italiana e la scelta della location.

La presenza di Lucio Dalla nella colonna sonora ha contribuito maggiormente a lasciarmi la sensazione di essere tornato indietro di venti anni ma avanti di un giorno, per assistere ai classici filmoni del lunedì sera su rai 1.



Io Boch e Seek poi abbiamo fatto un giretto allo Zampanò, per scambiare due chiacchiere e godere della parziale accessibilità ad un locale normalmente interdetto ai più poverini per eccesso di avventori. Riusciamo passeggiando verso il teatro e incontriamo "Lo Scamarcio Dei Poveri" preso a boffonchiare con altri amici. E' così che parlando distrattamente della performance di Allevi e di quando ha tirato la scossa... un attimo? Quale scossa? In quella sorta di bunker anti-atomico chiamato sala cinematografica non c'eravamo accorti proprio di nulla. Accendo il cellulare. 1 Nuovo Messaggio:"Non prendere l'ascensore"

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