"Nissan" e "Jeep Compass". Al di la' della vaccata dell'idea in se (mi immagino quando e' stato chiesto al pubblicitario in cui cosa consistesse la campagna:"Usiamo la macchina come skateboard"), è chiaro che di fronte ad un'aridità simile di idee tale da convergere nella medeisma boiata, non è sufficientemente valorizzato chi di creatività e ingegno potrebbe farne un mestiere.
La rivoluzione partira' da "Quelli che il calcio"?
PS (Skin per caso ha recentemente bisogno di soldi per pagare l'affitto del suo appartamento a Lambrate? No, perche' se non state attenti ve la trovate anche nel parco sotto casa...)
4 commenti:
Tra le colpe del mio passato c'è una puntata nel mondo della pubblicità.
Lì ho capito che quando ci si chiede "ma come avrà fatto il creativo ad avere un'idea così orribile?" il creativo non ha nessuna responsabilità.
Il povero cristo in questione avrà presentato 6 progetti: 2 di cui era orgoglioso, 1 che poteva andare, 2 banali e 1 decisamente orribile.
A quel punto il committente sceglierà al 60% uno dei due "banali" e al 30% quello "decisamente orribile", lasciando le briciole alle altre opzioni.
Ad un certo punto ho iniziato a pensare che il vero fatto fosse che il committente avesse DAVVERO ragione, e che tutto quello che in quel campo chiamavamo creatività era molto piu' attinente all'onanismo o al contrario a spalancare il soprabito davanti alle bambine nei parchi pubblici.
E ho smesso.
Faccio il pubblicitario (nel mio piccolo) anch'io e ti do' ragione. Ma l'ho sempre visto come un fenomeno locale. Forse bisognerebbe promuovere una campagna per inculcare "il gusto del bello" ai clienti ancora prima che al grande pubblico, che rimane comunque il fruitore finale del prodotto.
La cosa che scoraggia e' che molto spesso le grandi campagne pubblicitarie, soprattutto se di case automobilistiche, comprano in blocco filmati con un po' di grafica 3d accattivante precotti e a scatola chiusa, neppure fatti su commissione, come nel caso della macchina transofrmer 3d.
Dando per assodato quello che dici alla fine molte delle campagne pubblicitarie piu' riuscite e con maggiore riscontro sono sempre quelle che alle spalle hanno una idea semplice in grado di sostenere qualsiasi piattaforma di budget.
MAI SMETTERE DI CERCARE DI ESSERE CRETIVI. L'importante e' cercare di venire a compromessi con il committente e convincerlo sempre della bonta' delle proprie idee. Se non ci si prova neanche alla fine vince la pigrizia e si fa' prima ad andare a fare il salumiere. Cosa che in Italia evidentemente riesce meglio.
Sempre convintisismo che il mezzo pubblicitario sia un'ottima cartina tornasole del grado di cultura di un paese. Pronto con le valige alla mano.
Fermo restanto che, nel caso di quelle due campagne, non ci si trova davanti a nessuna idea e che "spot pubblicitario" in Italia ugale a "Fotografia con sottofondo musicale"
Diciamo che comunque un'azienda dovrebbe sempre essere ritenuta responsabile non solo della qualità di cio' che produce, ma anche della qualita' di cio' che comunica. Tant'e'
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