lunedì, febbraio 19

Soda Fountain Rag @ Lego Cesena


Febbraio veramente grasso quest'anno per noi Cesenati amanti della musica Indie. Proprio degno dell'opulenza del Carnevale. Decisamente merito del Lego Caffè, che ha saputo selezionare e proporre una serie di incontri musicali in grado di soddisfare l'acceso e insaziabile appetito di musica live di tutti i buon gustai residenti in zona.

Non paghi il martedì precedente dell'incantevole concerto regalato dal ricercato e ironico Pelle Carlberg , il piccolo e famigliare locale romagnolo è stato pronto, a soli due giorni di distanza, a concedere un bis di pop scandinavo con il giovane talento compositivo Raghnild Hongstad Jordahl, meglio conosciuta come Soda Fountain Rag.

Cogliere la sua figura all'interno del pub nel mezzo del sound check non è stato così sorprendente quanto incontrare inaspettatamente Alessandro Paderno dei Le Man Avec Le Lunettes, produttore con la MyHoney Records dell'album italiano della cantante intitolato "Sometimes I wonder if you have a heart" e del breve tour peninsulare.

Ancora più piccola di quanto immaginato, molto semplice nei modi e apparentemente un po' spaesata, Raghnild dimostra ancora meno della sua giovane età. Forse complici capelli lunghi e una barba di una settimana vengo scambiato addirittura per suo padre.

Lasciato in camera il sintetizzatore, Raghnild si accompagna durante l'esecuzione dei suoi brani in assoluta disinvoltura con l'ausilio di una minimale batteria garage, di certo piu' onesta e vitale di una fredda e scontata drum machine. Le melodie sono affidate a basso e chitarra, suonati più che degnamente dai due compagni di tour: Anders Kaasen e Lars Jakob Stava.

La voce della ragazza, dopo i primi venti minuti di spettacolo, comincia a diventare un po' tremula e incerta, ma bisogna ricordarsi di assistere ad un live indie-pop e non certo ad uno spettacolo di Celine Dion all'Arena di Verona. Calore, energia e vitalità. Questo è tutto quello che il pubblico cerca e ottiene, stipato all'interno del pub come tanti gattini in una scatola di sardine, più che soddisfatti di miagolare in coro i brani di Soda inneggianti a piccoli importanti momenti di nicchia di uno sfaccettato, sentito e sorridente mondo personale. All'interno di quel mondo nella vita e' possibile avere una seconda possibilità come nei videogiochi, le distanze sono tutte a portata di bici, i grandi amori nascono in treno con i sentimenti veicolati da un fumetto. Come colonna sonora melodie spensierate che richiamano vecchie sonorità da musical ambientati al college e calchi spassionati di un certo modo di fare musica pop albionico, scarno e retrò.

Nonostante la compunta discrezione di Raghnild nei momenti informali, la giovane artista dona spensieratezza e cuore durante tutta l'esecuzione del live, ricambiata con entusiasmo dal pubblico. Di cuore ce ne e' voluto parecchio per riuscire a portare avanti un tour con energia e dedizione incurante di influenza e febbre alta lontano da casa.

Unico momento di personale disappunto quando Raghnild sfodera il suo lettore cd portatile, schiacciando play, trasformandosi con la stessa repentinità di un power ranger in una poser readymade, impegnata a snocciolare fra sguardi studiati allo specchio e gestualità artefatte, la versione karaoke di un paio di suoi brani su basi elettroniche registrate da casa. Un momento decisamente "Lost in translation". Probabilmente ci sfugge ancora qualcosa delle mode giovanili dei paesi nordici, e non siamo ancora in grado di afferrare alcuni elementi della loro cultura, dato che lo svedese Parker Lewis ci ha regalato proprio questa estate la stessa pantomima sul palco ravennate dell'Hana Bi.

La sensazione di straniamento. fortunatamente, dura solo un paio di brani. Il pubblico di Soda Fountain Rag è con lei dall'inizio alla fine, incitandola ripetutamente a prestarsi per una nuova canzone fino all'esaurimento del repertorio.

Finito il concerto Raghnild e la band parlano delle loro influenze musicali, palesando il loro amore per il movimento inglese c86, Magnetic Fields e Aztec Camera. Il chitarrista ha addirittura un passato da DJ e organizzava serate tematiche mensili nella sua città. L'istante in cui vengo colto dalla consapevolezza che la buona musica sia stata in grado di aggregare tante individualità differenti focalizzandole in un unico ascolto, mi dona sempre la gioia speciale di sentirmi parte di un unisono di emozioni trasportato dalle vibrazioni di una potente lunghezza d'onda. Torno di conseguenza ripetermi ancora una volta. il Lego questa settimana ci ha viziato veramente un po' troppo. Alla fine del concerto, dispersi fra un ordine al banco e le ultime chiacchiere in una stradina del centro storico, pian piano gli spettatori si sono dispersi nella notte.
Tutti ancora sintonizzati in sottofondo sulla medesima frequenza. Tutti in attesa di coglirere ancora nuovi segnali proveniente dal satellite chiamato cuore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grande!!! uno con gli occhiali

20nd ha detto...

:)

Uno con gli occhiali il cui nome inizia con "F" o con "A" ? :P