venerdì, agosto 31

Next to Namie

Devo ammettere che, per colpa dei giornalisti di Repubblica e una popolarita' talmente trabordante da fuoriuscire dal Giappone come una colata di magma radioattivo da una fabbrica appena calpestata per errore da Gamera, uno dei miei primissimi ascolti giapponesi sono state le canzoni di Namie Amuro, talmente popolari a meta' degli anni novante che qualcuno le ha sentite addirittura canticchiare in aeroporto.

Un brano su tutti: "Can you celebrate", il singolo piu' venduto in giappone da un'artista femminile dal 1996 al 2005. Il mio preferito: la bowiana "How to be a girl" suonata quel migliardo di volte.(il video era bellissimo, peccato non si trovi sul Tubo). "Suonata" la canzone. Non la cantante. La cantante invece molto carina. Un quarto di buon sangue italiano nelle vene, tratti leggermente occidentali e pelle scura, voce sottile al limite dell'intonazione, Namie Amuro ha rappresentato per le adolescenti nipponiche ancorate all'universo delle idol una specie di rivoluzione. Sia estetica che sociale. Estetica in quanto Namie rappresentava ai loro occhi una sorta di "evoluzione genetica" delle ragazze del Sol Levante, che intravedevano nei suoi tratti fisici e somatici una emancipazione dal classico stereotipo di giapponese, condividendo con l'artista lo stile Ganguro. Sociale perche' Namie è un'autentica fautrice della vita spericolata. Se ne va di casa a quattordici anni per perseguire la carriera musicale, butta alle spalle la carriera con le "Super Monkey's" per rischiare (facilmente, a dire il vero) con una carriera solista per la Avex Trax, da' l'annuncio shock e improvviso alla stampa di essere in cinta di tre mesi di Sam dei TRF e del relativo matrimonio.

Dopo il 2001 il declino verso una china che non è piu' riuscita a risalire. Gia' la musica pop giapponese, prima di Cornelius, era indietro di dieci anni rispetto a tutto il resto, racchiusa in una impermeabile bolla pop fatta di disco tronica usa e getta ferma stilisticamente agli anni ottanta, in più Namuro, cosi' trasgressiva e irriverente dopo la dipartita dalle Super Monkey's, non ha fatto nulla per maturare la sua immagine artistica in questa direzione.

Capita l'antifona Namie prova a reciclarsi nel progetto Suite Chic senza colpo ferire. Le cose sembrano andare meglio con "Queen of Hip-Pop", dove scomoda addrittura la MGM per rilevare i diritti dell'immagine disegnata della Pantera Rosa, facendo realizzare appositamente una controparte femminile che la identifichi per promuovere l'album, che finalmente la riporta in cima alle charts. Riuscira' il nuovo album e la svolta chic-rock a risollevare le sorti della bella Namie? Basta schiacciare su "Play" e stare a vedere cosa succede...

"Close your eyes, Close to you" - Namie Amuro
"All for you" - Namie Amuro
"Girl Talk" - Namie Amuro

2 commenti:

Stefano "WildHeart" Lanzavecchia ha detto...

"Can you celebrate"... Non solo me la canticchiavo a Roma, in compagnia di due tipi giappi che mi fanno... "Ma... questa è una canzone di Amuro Namie!" in Inglese stentato. Ma ho anche avuto il piacere di sentire una giappina che la cantava in un Karaoke nella immensa Tokyo. Giappina che è poi diventata la moglie di un mio caro amico.

20nd ha detto...

Ricordo che mentre mi raccontavi questa cosa eravamo io te e Giuliano in un McDonald a Bologna, ipotizzando di aprire un FastWeb chiamandolo WebDoland e lamentandomi che in filodiffusione non ci fossero le ELT :)

A me sembra veramente IERI.

Namie Amuro non e' certo la cantante piu' capace o oridinale del mondo, ma di mondo me ne ha aperto uno, assieme a Pizzicato 5, Cornelius e X-Japan, e per me quella manciata di brani ha voluto dire molto.

Mi ricordo che hai tempi c'era un sito in cui si poteva scaricare tutta la discografia a 128k.

L'ho ancora masterizzato su un mp3