martedì, ottobre 14

Dance Dance Revolution



Ci sono persone verso cui si prova una certa empatia. O artisti. Non veri e propri idoli, ma persone con cui condividerli, questi idoli. Un po' come ritrovarsi a al poligono e scoprire un amico che punta allo stesso tipo di bersaglio. E' il caso di John Vanderslice, ex " mk Ultra".

John, al di la' dell'esordio "Bill Gates Must Die", non è un genio rivoluzionario. Tuttavia i suoi punti di riferimento sono sicuri, piacevoli e confortevoli. Le melodie arrivano a subito, i testi sono brillanti e ironici, ma non troppo intellettualoidi ("I cervelloni non piacciono a nessuno, Mal", diceva un altro John), alcuni episodi rimandano ai "Neutral Milk Hotel"e ascoltando "Exodus Damage" in riesco a sentirci del George Harrison.

La parola più bella del mondo? Secondo l'autore del "Signore degli Anelli" è indubbiamente "Cellar Door", e chi è John Vanderslice per contraddirlo? L'omonimo album del 2003 è una collezione di piacevoli (ma spesso banali) ballad dalle meolodie retrorassicuranti ma a volte poco convincenti. Anche "June July" valica il confine tra "Gia' sentito" e "Non se ne puo' piu'", ma parti dell'album più allegre come "Coming And Going On Easy Terms", sfuggono dalle regoli di questa atmosfera cosi' grave per riuscire con un balzo nel miracolo di risollevare gli ascolti dell'album, con un sound piu' spensierato e appena appena modaiolo, con leggere sfumature psichedeliche.

A fare la rivoluzione John ci pensera' piu' tardi. Nel 2005 esce il politipolemico "Pixel Revolt", dove la sua situazione emotiva personale vive nel riflesso del dramma americano dell'11 Settembre. La rivolta continua con l'innoquo "Emerald City". Il mondo si ricorderà di John soprattutto nelle vesti di produttore. Dai suoi studi passano Beulah, Death Cab for Cutie, Okkervil River e Spoon.

John Vanderslice - Pale Horse
John Vanderslice - Heated Pool And Bar
John Vanderslice - Coming And Going On Easy Terms

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