Recentemente è uscita "Higher Than The Stars", il nuovo istant classic dei pregevolissimi, capacissimi, impeccabili, fighissimi e anche fottutamente simpatici "The Pains Of Being Pure At Heart". Sarà per questa sobrietà avversa a qualsiasi tipo di pecca, che vuole tenersi a guinzaglio solo un parziale istinto snob non più innocuo dell'isteria di un chiwawa, o per il loro reiterato immolarsi alla perpetua processasione dell'infallibile formula shoegaze in perfetto equilibrio tra pop e noise, che in mezzo a tanti entusiasti ammiratori riusciamo a pescare impensabilmente sporadici ascoltatori che seguono da lontano trascinati a forza e stocono il naso. I Pains troppo furbetti e ripetitivi. Non rischiano la caduta in una stuola di cuscini correndo a tutta birra nel loro conciliante e corroborante equilibrio tra noise... e pop.
Rischio? Quale rischio si corre a buttarsi in un materasso? Facile lasciarsi andare, soprattutto quando l'equilbrista arriva dall'altro capo del filo per addentrarsi più da vicino all'interno del grande circo mediatico del Rock'n'Roll. Continua ad entrare sempre più gente nel tendone, c'è sempre più voglia di piacere. Una volta fatto il salto rimane solo il... "pop".
Molti vedono un passaggio decisivo nell'uscita di "Higher Than The Stars EP", previsto per il 22 Settembre sotto Slumberland Records. In realtà i segni della vera natura dei Pain si potevano già evincere da tanti segnali, come gli indizi della morte di Paul disseminati nelle produzioni degli Scarrafoni di Liverpool.
1) Bando di Airpop che in mezzo a tutto il casino (nulla di che rispetto a Wavves, Time New Vikings, Mika Miko, e compagniabella) predilige l'heightissimo "A Teenager In Love" nelle sue selezioni musicali, l'unico brano che si distacca dall'impasto chiassoso del contesto generale dell'album e vi riesce in modo assolutamente sublime
2) Kip che, meravigliandomi con lui di quanto siano stati precisi e puliti nell'esecuzione del loro concerto all'Hana-Bi mi dice che in realtà loro non voglion essere nulla di più di una band melodica con canzoni semplici in grado di raggiungere tutti (ma continuava a sorridere estasiato ed era in piena ubriacatura da indiscriminata approvazione popolare pre, intra e post concerto)
3) La band ha cominciato a sfornare borsette da spesa oltre le solite spillette, e deve spillare quattrini per tornare a sborsare.
Riarrampicandomi con maldestra calcolatissima rapidità nella fragile baracca sull'albero del mio egocentrismo, vi dico che le band che si fossilizzano meritano di fare compagnia alle bestie estinte del giurassico, e che ogni cambiamento è ben accetto, soprattutto nel versante pop, che non fa mai male. Poi chissà, "103" sarà un brano da pogo degno dei Ramones!
Un tuffo acrobatico o un veloce contorsionismo? Il pericolo è inesistente e calcolato. Durante il salto godiamoci le brezza del volo sulle note del nuovo lavoro. "Higher Than The Stars"
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