Il buon Paolino chiedeva se avessi già scritto due righe sul nuovo film di Trier. Eccole qua:
Un film che, cinematograficamente, di Trier ha poco se non nella sceneggiatura, le metafore, la musica classica e la divisione in capitoli (Prologo, disperazione, ansia, paura, Epilogo).
Niente più effetto mal di mare da telecamera a mano, regia ricercatissima, scene totalmente esplicite da ogni punto di vista fisico, il film è una catena concentrica di simboli ed eventi che si rinconrrono come contenitori che nascondono al loro interno la medesima verità, in un ordine piramidale di significati che al suo vertice ha: Lars Von Trier è un messaggero di Dio, attraverso il film che è l'oggetto nascosto, ci dà gli strumenti attraverso l'angoscia della pellicola per capire la verità e redimerci dai nostri mali. Il nostro male? Viviamo sotto la menzogna che il mondo sia cattivo. Questa è in realtà una visione della donna, che attraverso il sesso usa l'uomo per renderlo prigioniero nella di lei irrazionalità.
Tutto questo grazie al ricorrente gioco delle parti di "coercizione" (il sesso / la macina / le scarpe rovesciate), "strumento per liberarsi dalla sudditanza" (il terapeuta / la chiave inglese), "l'angoscia rivelatrice" (il corvo / il film stesso), il messia (Charlotte Gainsbourg / Defou (ma ne può esistere solo uno) / Lars Von Trier).
Così eccoci arrivati al messaggio che tanto voleva sentirsi ricamato addosso Trier, come nel finale delle "5 Ostruzioni
"Grazie. Grazie Trier, che con il tuo film ci hai dato gli strumenti per affrontare le nostre paure e capire che non c'è niente di cattivo nel mondo. La natura è buona, ed eravamo schiavi dell'irrazionalità di un essere che per millenni è stato giustamente perseguitato per la sua natura, certo molto poetica e ispirata, ma infantile e totalmente irrazionale, che ha usato il sesso come morsa per tenerci stretti alle sue paure. Grazie, migliore regista del Mondo e messaggero divinamente ispirato. Immolandoti nelle tue sofferenze, superando ogni dolore rendendocene partecipi, hai liberato con la razionalità tutte le donne e uomini del mondo da ogni peccato, facendo di un rogo ogni vanità che ci teneva prigionieri di un Eden Infernale. Non c'era nulla da temere. Se non la paura stessa"
In tutto questo razionalissimo delirio però, Lars, mi sfugge una cosa. Al vertice di questo arguto gioco di accurata analisi e presa di coscienza di ogni sintomo, terapia e cura... chi era il malato che credeva di essere Dio?
domenica, maggio 31
domenica, maggio 24
Outside Love
Non c'è che dire. Proprio un bel weekend. Fossero tutti così quelli dell'estate 2009 (perchè diciamolo, SEMBRAVA AGOSTO) ci metterei la firma, magari anche su un'eventuale consegna inaspettata di un Pinguino DeLonghi.
Non trovando nessun pazzoide disponibile a vedere i 1990's al "Covo Rovente", venduto il vecchio Fostex per un italianissimo Viscount sotto consulenza di Ale, rinunciato al suo suggerimento di vedere le Bubbe al Lego (come sono state Seek?), dopo avere atteso il responso del "Principe del Senegal" scappto poi verso l'EST, sotto l'influsso dell'ipnoticissima "Vampires", mi sono improvvisamente ricordato di quanto "Outside Love" dei "Pink Mountaintops" fosse fighissimo e mi sono recato all'Hana-Bi da solo. Convintissimo di non trovare nessuna conoscenza. E invece è stata una piacevole pletora di amici e sorrisi, la band ha trasmesso emozioni e musica di prima qualità con una voce calda e sognante come chitarre, violino e organo che l'accompagnavano, in uno scenario magico come di consuetudine. La forza dei Pink Mountaintops? Quella di avere unito le due frange estremiste degli amanti dell'indie-pop più sognante e melodico e gli accaniti sostenitori dell'alt-folk d'autore, con ispirazione, simbiosi, tecnica, cuore e qualità. Molto allegra e ruspante anche la selezione di Chris, guidato forse dalla celebrazione del compleanno di Zio Bob. Gli applausi erano veramente sentiti e interminabili (parlo del concerto, aperto dai carichissimi Buzz Aldrin, non del DJSet), a incorniciare una serata che mi ha fatto già ritenere soddisfatto di essere vissuta. Anche se siamo solo maggio!
"Abbiamo rimasto pochi CD ma abbiamo bisogno di tornare a casa e comprarci della birra, quindi per questa sera li facciamo solo a 5 Euro"
Facile a crederlo non tutti sono riusciti a prenderlo. La band invece o si era trovata molto bene o aveva veramente finito i soldi per l'aereo, visto che oggi - in una bella giornata spiaggiosa in fuga dalla 9 colli - vagava ancora per l'Hana-Bi come meccanici giocatori di ruolo ancora in cerca di birrette.
Ringraziando i coniugi Pullosky per aver appoggiato la campagna "Adotta Zonda Per Un Giorno" vi auguro una buona nottata. E una buona estate.
Pink Mountaintops Live @ Hana-Bi 2009 Pics
Buzz Aldrin Live @ Hana-Bi 2009 Clip
Pink Mountaintops Live @ Hana-Bi 2009 Clip#1
Pink Mountaintops Live @ Hana-Bi 2009 Clip#2
Pink Mountaintops Live @ Hana-Bi 2009 Clip#3
Pink Mountaintops Live @ Hana-Bi 2009 Clip#4
giovedì, maggio 21
Teenagers di altri tempi
"Love is a loosing game"
Frankie Lymon e i suoi fottutissimi Teenagers! Lui si che era un genio! Un ritornello boffonchiato su un'ipnotica immaginaria linea di basso e "BANG!", il gioco era fatto, fino dai primi tre secondi. Tutto quello che seguiva erano gioiosi coretti e melodie che hanno veramente scavato il letto del copioso torrente del pop, probabilmente deviando dalle parti del Misissipi delta e New Orlwans, facendo in modo che il succoso sound californiano dei Beach Boys pendesse da un arancio piuttosto che cascare da un pero. Fragili potentissime melodie di carta graffiavano e facevano le fuse con non molto più che una corda tesa su un asse da stiro e voci in grado di lavarti il cervello e stirarti l'anima. Classici come "Out in the Cold Again" o "Am I Fooling Myself Again" ci hanno lasciato tra i più suggestivi graffiti della storia americana, mentre "Why Do Fools Fall in Love?" ha spianato la strada ad Happy Days e accompagnato quella dei ragazzi del film "Stand By Me".
"Boy Soprano" (così veniva chiamato Lymon), nato ad Harlem come quel criminale di Billy Joel, cercò la carriera solista, ma trovò sfortuna ed eroina. Morì a soli 25 anni. Bell'affare.
Frankie Lymon & The Teenagers - "Why do fools fall in love?"
Frankie Lymon & The Teenagers - "Baby Baby"
Frankie Lymon & The Teenagers - "The ABC Of Love"
mercoledì, maggio 20
We're coming out
Bella risata. Dalla passeggiata sul lungomare alle risate rilassate. Gran cottura, ma è stata una bella giornata.
lunedì, maggio 18
Right on track!
Chiaramente se quest'estate non sarai all'"elefantissimo" IndieTracks non potrai considerarti un vero esponente del lato più ignorante dell'indie-snob. Dal canto mio ci andrei anche solo per vedere come si comportano gli italianissimi "Fitness Forever" (ora "Personal Train" è più azzeccata che mai) e "Le Man Avec Les Lunettes", soprattutto per non perdermi la presentazione della band da parte di Ale. Chiaramente poi sarebbe figo reincontrare gli SpeedMarketti, che mi hanno già dato appuntamento là come dando per scontato che ci fossi, fare un graditissimo bis di "Camera Obscura" e "Lucky Soul", godere della contagiosa simpatia de "La Casa Azul", scatenarmi con il C86 retro-pop dei "BMX Bandits", perdermi in un festival dove più che cercare di afferrare "The Smittens", "Pocketbooks", "The School", "Tender Trap" e "Butcher Boy" mi dovrei accontentare di sfiorarne la presenza in un orgia di suoni, amicizie, avventure, solarità totale che almeno una volta nella vita potrei anche concedermi.
Nick Garrie invece no, visto che ha promesso di cantarmi "My Baby's Request"!
Tra questi gruppi anno scorso parteciparono anche "An Occasional Flicker". Ecco una mia recente intervista.
An Occasional Flicker - "Rucksack"
domenica, maggio 17
Sweet Soul Music
Allora. Andiamo di fretta come la solito. Abbandoniamoci alle rapide corse di dita imbizzarrite su una nera tastiera a mano libera tra il cick clack cloppete cloppete di oscuri tasti pigiati in modo sincopato tra pensieri lucidi e oscuri. Riassuntone!
Sabato è stata veramente una una gran giornata (tolti gli sbalzi umorali nell'interazione, telematica e dal vivo, tra persone entusiaste del finale di Lost e gente incazzata nera per lo stesso motivo). Giornata iniziata all'insegna del buon umore... e degli amati Oasis! (Quelli dei primi due album e relative B-Sides). Per tutta una serie di coincidenze e' stato quasi l'"Oasis Day". A partire dalla colazione nel bar di fiducia. Sono bastate alcune note "Wonderwall" che tutti i presenti, tra lettori distratti di giornale e spensierati consumatori di caffè, c'era chi ciondolava teste, batteva le dita sul tavolo, provava a fischiettare. Se un brano del genere riesce ancora a sucitare emozioni così forte, qualche merito i fratellini Gallagher lo devono pure avere, nonostante di "Wonderwall" non ne possano più.
Di seguito anche la folgorante cover di Parker Lewis di "What's the story morning glory", che potete trovare qui.
La "gitarella" di sabato quindi è stata gradevolissima! Grazie a Seek che ha organizzato tutto a puntino e si è smazzato così tanta strata. La prima tappa era a Parma, dove un'amica di Seek aveva consigliato un posto in cui cenare veramente molto pittoresco (vi dico solo che mi sembrava di essere il protagonista di un film d'autore lentissimo a cavallo tra i settanta e gli ottanta, grandi spazi in legno con megatavoloni, parzialmente sotto il livello delal strada, luce di una giornata meravigliosa prossima al tramonto, neon circolari sul soffitto).
Parma, per me, dal canto suo ogni ritorno è un tuffo al cuore. Ho trascorso un anno della mia vita tra Parma e Langhirano, e mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, Brit-Pop War era (qui ritornano gli Oasis e le loro B-Sides, che già avevano mandato alcuni segni premonitori giustamente la mattina). La "Parma Voradora", la gente distesa nei parchi, la Vittoria Alata, i ponti, viali, tutto perfetto, così come l'avevo lasciato. C'era perfino la Mille Miglia, ed era veramente pieno di gente festosa. Qualcuno sventolava bandiere del Parma, forse la squadra di calcio aveva ottenuto qualche risultato importante in merito salvezza o promozione. (si vede che di calcio non me ne frega una cippa, vero? )
Ho provato a mettermi in contatto con alcuni vecchi coinquilini di Parma/Milano, colpevolmente in ritardo. Alcuni significativi passaggi di SMS, ma alla fine un nulla di fatto. Ma in una giornata simile la loro presenza era comunque quasi tangibile. Magia.
Partiamo, il vino un po' di effetto l'aveva fatto, cosa incredibile arriviamo a Milano con una puntualità spiazzante (Seek ha spaccato il secondo) e a due passi dal posto: "La Casa 139".
Posto veramente incantevole, quasi la versione tirata dell"Officina 49". Qui i buttafuori controllano VERAMENTE le tessere all'ingresso. Scena spttacolare di un tipo che ha portato a casa la ragazza che non la trovava per ritornare da solo. Ha spiazzato anche il buttafuori, che alla fine si è dimostrato anche un po' in colpa per essere stato cosi' fiscale.
Mirah. Mirah era l'obiettivo principale della vita. Avevo cominiciato ad ascoltarla agli albori del mio periodo "Indiesnob", nei primi anni del duemila, un po' per colpa di Nick Hornby, un po' per le inflessioni Elliosmittiane, merito anche di un'amica che portava gli album ad ascoltare in ufficio (le mitiche compilation "Office Pro" di Roberta con tanto di copertina taroccata su base Microsoft!) e la storica compilation della S.H.A.D.O. Records "Ragazza Pop", allora costata l'occhio della testa ma a distanza di tempo uno dei migliori cd originali della mia collezione.
Mirah era accompagnata da Tara Jane O’Neil e una batterista verametne molto molto in gamba, con un bel tocco e idea del tempo, nonostante non facesse numeri eccezionali. Tara molto più carismatica e incisiva di Mirah (assomigliava anche un po' a Masha Qrella). La gente era un po' rumorosa. Gente più divertita a commentare "Sciabattona, Sciabattona" incitata dalle cantautrici più o meno scalze che a prestare ascolto (ridicola Mirah scalza, ma col tappetino sotto, su queste cose le mezze misure sono veramente risibili, ma forse non aveva soldi per prendersi delle scarpe nuove), ma noi eravamo lì per il mito di questa piccola nicchia della storia del popolare indiume, ed è stato bello esserci.
La presenza di Mirah, a parte per l'esecuzione di pezzi che mi sono vigliaccamente entrati nel cuore, non è stata molto incisiva. Quando ha alzato le chiappe dall'angolino del palco in cui ammirava con sguardo trasognante e sbrilluccicoso la compagna Tara, ogni brano era mosso dalla più placida delle correnti ondeggiate dalla chitarra accompagnate dal più innocente e disarmante sorriso di tutta Philadephia.
"Quante foto! Un po' sono stupita. Ero molto vicino al palco dove si è tenuto il concerto di celebrazione per l'insediamento di Obama alla casa bianca. Un gruppo di ragazze che suonava ha cercato di sensibilizzare il pubblico sui diritti delle coppie omosessuali in America, ma in tv sono state praticamente tagliate. Tuttavia, questo non centra niente con la storia. Andiamo al dunque. L'ultimo a suonare era Bono. Io ero vicino e potevo vedere bene. Era leteralmente circondato da macchine fotografiche, alcune attaccate pericolosamente dietro alla testa, tanto che mi sono chiesta come facesse a muoversi con le sue movenze plastiche senza rischiare di urtarle".
L'unica ombra di placida aggressività della serata, prima che outroducesse l'assolo di Tara presentandola come "The Edge".
Finale cosmico, con la band tutta femminile che distribuisce alle prime file tutta una serie di varie percussioni in un tentato (e riuscito) coinvolgimento dei presenti. Tra questi anche un'inaspettato Mr. Brace, il boss di Tafuzzy Records. Vederlo una sorpresa inaspettata. Molto in gamba anche la DJ della Casa. Milano come Forlì c'è da chiedersi come mai nei posti indie attorno al DJ si crei sempre il vuoto. Probabilmente esistono sistemi di difesa universali per mantenere vive le nicchie di ciascun asoltatore. Selezionatore di musica consapevole o meno.
Sabato è stata veramente una una gran giornata (tolti gli sbalzi umorali nell'interazione, telematica e dal vivo, tra persone entusiaste del finale di Lost e gente incazzata nera per lo stesso motivo). Giornata iniziata all'insegna del buon umore... e degli amati Oasis! (Quelli dei primi due album e relative B-Sides). Per tutta una serie di coincidenze e' stato quasi l'"Oasis Day". A partire dalla colazione nel bar di fiducia. Sono bastate alcune note "Wonderwall" che tutti i presenti, tra lettori distratti di giornale e spensierati consumatori di caffè, c'era chi ciondolava teste, batteva le dita sul tavolo, provava a fischiettare. Se un brano del genere riesce ancora a sucitare emozioni così forte, qualche merito i fratellini Gallagher lo devono pure avere, nonostante di "Wonderwall" non ne possano più.
Di seguito anche la folgorante cover di Parker Lewis di "What's the story morning glory", che potete trovare qui.
La "gitarella" di sabato quindi è stata gradevolissima! Grazie a Seek che ha organizzato tutto a puntino e si è smazzato così tanta strata. La prima tappa era a Parma, dove un'amica di Seek aveva consigliato un posto in cui cenare veramente molto pittoresco (vi dico solo che mi sembrava di essere il protagonista di un film d'autore lentissimo a cavallo tra i settanta e gli ottanta, grandi spazi in legno con megatavoloni, parzialmente sotto il livello delal strada, luce di una giornata meravigliosa prossima al tramonto, neon circolari sul soffitto).
Parma, per me, dal canto suo ogni ritorno è un tuffo al cuore. Ho trascorso un anno della mia vita tra Parma e Langhirano, e mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, Brit-Pop War era (qui ritornano gli Oasis e le loro B-Sides, che già avevano mandato alcuni segni premonitori giustamente la mattina). La "Parma Voradora", la gente distesa nei parchi, la Vittoria Alata, i ponti, viali, tutto perfetto, così come l'avevo lasciato. C'era perfino la Mille Miglia, ed era veramente pieno di gente festosa. Qualcuno sventolava bandiere del Parma, forse la squadra di calcio aveva ottenuto qualche risultato importante in merito salvezza o promozione. (si vede che di calcio non me ne frega una cippa, vero? )
Ho provato a mettermi in contatto con alcuni vecchi coinquilini di Parma/Milano, colpevolmente in ritardo. Alcuni significativi passaggi di SMS, ma alla fine un nulla di fatto. Ma in una giornata simile la loro presenza era comunque quasi tangibile. Magia.
Partiamo, il vino un po' di effetto l'aveva fatto, cosa incredibile arriviamo a Milano con una puntualità spiazzante (Seek ha spaccato il secondo) e a due passi dal posto: "La Casa 139".
Posto veramente incantevole, quasi la versione tirata dell"Officina 49". Qui i buttafuori controllano VERAMENTE le tessere all'ingresso. Scena spttacolare di un tipo che ha portato a casa la ragazza che non la trovava per ritornare da solo. Ha spiazzato anche il buttafuori, che alla fine si è dimostrato anche un po' in colpa per essere stato cosi' fiscale.
Mirah. Mirah era l'obiettivo principale della vita. Avevo cominiciato ad ascoltarla agli albori del mio periodo "Indiesnob", nei primi anni del duemila, un po' per colpa di Nick Hornby, un po' per le inflessioni Elliosmittiane, merito anche di un'amica che portava gli album ad ascoltare in ufficio (le mitiche compilation "Office Pro" di Roberta con tanto di copertina taroccata su base Microsoft!) e la storica compilation della S.H.A.D.O. Records "Ragazza Pop", allora costata l'occhio della testa ma a distanza di tempo uno dei migliori cd originali della mia collezione.
Mirah era accompagnata da Tara Jane O’Neil e una batterista verametne molto molto in gamba, con un bel tocco e idea del tempo, nonostante non facesse numeri eccezionali. Tara molto più carismatica e incisiva di Mirah (assomigliava anche un po' a Masha Qrella). La gente era un po' rumorosa. Gente più divertita a commentare "Sciabattona, Sciabattona" incitata dalle cantautrici più o meno scalze che a prestare ascolto (ridicola Mirah scalza, ma col tappetino sotto, su queste cose le mezze misure sono veramente risibili, ma forse non aveva soldi per prendersi delle scarpe nuove), ma noi eravamo lì per il mito di questa piccola nicchia della storia del popolare indiume, ed è stato bello esserci.
La presenza di Mirah, a parte per l'esecuzione di pezzi che mi sono vigliaccamente entrati nel cuore, non è stata molto incisiva. Quando ha alzato le chiappe dall'angolino del palco in cui ammirava con sguardo trasognante e sbrilluccicoso la compagna Tara, ogni brano era mosso dalla più placida delle correnti ondeggiate dalla chitarra accompagnate dal più innocente e disarmante sorriso di tutta Philadephia.
"Quante foto! Un po' sono stupita. Ero molto vicino al palco dove si è tenuto il concerto di celebrazione per l'insediamento di Obama alla casa bianca. Un gruppo di ragazze che suonava ha cercato di sensibilizzare il pubblico sui diritti delle coppie omosessuali in America, ma in tv sono state praticamente tagliate. Tuttavia, questo non centra niente con la storia. Andiamo al dunque. L'ultimo a suonare era Bono. Io ero vicino e potevo vedere bene. Era leteralmente circondato da macchine fotografiche, alcune attaccate pericolosamente dietro alla testa, tanto che mi sono chiesta come facesse a muoversi con le sue movenze plastiche senza rischiare di urtarle".
L'unica ombra di placida aggressività della serata, prima che outroducesse l'assolo di Tara presentandola come "The Edge".
Finale cosmico, con la band tutta femminile che distribuisce alle prime file tutta una serie di varie percussioni in un tentato (e riuscito) coinvolgimento dei presenti. Tra questi anche un'inaspettato Mr. Brace, il boss di Tafuzzy Records. Vederlo una sorpresa inaspettata. Molto in gamba anche la DJ della Casa. Milano come Forlì c'è da chiedersi come mai nei posti indie attorno al DJ si crei sempre il vuoto. Probabilmente esistono sistemi di difesa universali per mantenere vive le nicchie di ciascun asoltatore. Selezionatore di musica consapevole o meno.
Tara Jane O’Neil - Live Clip Pt.1
Tara Jane O’Neil - Live Clip Pt.2
Mirah - Live Clip Pt.1
Mirah - Live Clip Pt.2
Mirah - Live Clip Pt.3
sabato, maggio 16
giovedì, maggio 14
The First Division
"Downriver, the city awakes..."
Gli "altri" li conosciamo già. Nonostante il nome, chiaramente, il gruppo Cloudberriano "The First Division", con all'attivo solo un minicd, è chiaramente venuto... dopo!
A dire il vero poi non è nemmeno un gruppo, ma la fusione di due membri dei "The Pines" e "The Visitors" che un giorno decidono di avventurarsi nel grigiume delle suggestioni inglesi rivisitando la vita in Albion in chiave prettamente intimista e lo-fi.
Gli intrecci di chitarra acustica tessono melodie sognanti e scozzesissime apposta per l'armonica, che a sua volta lascia spazio alla malinconica voce di "Downriver". Il pezzo richiederebbe forse solo un po' sforzo nello studiare il coro perfetto lasciando una migliore intonazione sulle ali di una pop ballad in perfetto stile tardo-Wings.
"On the city" rimane un brano senza pretesa, comunque fedele alla linea ideologica di questo miniprogetto. "Oil Fires", quasi un pezzo di altri tempi, un po' di numeri li ha,.
Probabilmente una bella giornata di nebbia mi avrebbe reso più indulgente su questo duo improvvisato. Voi accontentatevi di una notte insonne. In mancanza d'altro può andare bene anche la reverenziale visione dell'alba, di ritorno da un weekend particolarmente bravo.
The First Division - "Downriver"
mercoledì, maggio 13
Too Tough To Die
Non è che stia tanto bene. Non so se è colpa di questo clima tipicamente estivo (l'aria condizionata) o il massacrante tour de force a cui mi sto sottoponendo. Cosa ho combinato questi giorni? Presto detto! Lunedì sono andato nello studio di Marco, in collina, 30 minuti di distanza in macchina da casa, a registrare le voci per alcune canzoni dell'album prossimo venturo. Avevo ancora un po' di mal di gola, ma visto che mi durava da più di due settimane e un po' mi era passato, e che Simona il sabato prima aveva detto durante le prove che la voce per i brani era a posto, sono andato comunque. Il risultato in effetti è stato buono, anche se Fabio ha sentito "Psychopath" ed è rimasto deluso perchè si aspettava che la voce dovesse essere più "Bowiense". Chiederà un opinione al nostro produttore, prima di spendere altra grana :D
Per "Mask Me Mask Me Mask Me" sono stato un coglionazzo! Ho sbagliato ad esportare la traccia, ed è rimasta sopra la voce. Ho provato comunque a cantarci sopra, ma non sentendo quello che cantavo la traccia non è venuta al top (ci ho provato comunque perchè mi dispiaceva troppo non tentare). Il resto tutto Ok.
Ieri prove con i Tiny. Stiamo riprendendo la messa a punto della versione live dei brani dell'EP prossimo venturo. Frase della serata da attribuire a Dendrix:"Ho stupito perfino me stesso". Sembra che sulla reprise "molto Cardigans" di "Do Mean It's A Mess" sia perfettamente riuscito a fare con la chitarra cose che mai in vita sua aveva provato. Mitico Dendrix!
Per "Mask Me Mask Me Mask Me" sono stato un coglionazzo! Ho sbagliato ad esportare la traccia, ed è rimasta sopra la voce. Ho provato comunque a cantarci sopra, ma non sentendo quello che cantavo la traccia non è venuta al top (ci ho provato comunque perchè mi dispiaceva troppo non tentare). Il resto tutto Ok.
Ieri prove con i Tiny. Stiamo riprendendo la messa a punto della versione live dei brani dell'EP prossimo venturo. Frase della serata da attribuire a Dendrix:"Ho stupito perfino me stesso". Sembra che sulla reprise "molto Cardigans" di "Do Mean It's A Mess" sia perfettamente riuscito a fare con la chitarra cose che mai in vita sua aveva provato. Mitico Dendrix!
martedì, maggio 12
Always on the run
Il che vuol dire che non ho avuto (e non ho) abbastanza tempo per aggiornarvi sulle ultime cose. Che meritavano!
Venerdì sono crollato nel letto, mancando clamorosamente sia l'aperitivo di Airpop al Diago che Juliette che metteva su musica all'Officina.
Sabato è stata una corsa infinita tra acquisti, lezioni e jogging al mare.
Del concerto dei New Decade e Parker Lewis potete leggere, o per lo meno guardare, qui.
Bizzarro che a Cesena dopo il concerto al Lego non ci fosse veramente nulla da fare (per la cronaca: era chiuso anche lo Zampanò! I Savelli erano già attivi, ma invasi dai vecchi, sembra).
Sono riuscito ad intervistare uno dei miei eroi musicali del momento (YEAH!) proprio qui.
Ieri bella giornata - il sole mi gasa - e studio di registrazione per fare la voce di "The Psychopath At The Club", "Kitty Jesus" e "Valentine Disco Night" ("Mask Me Mask Me Mask Me" l'ho lasciata indietro perchè arrivato allo studio, in collina e a 30m di macchina, mi sono accorto di avere cannato l'esportazione della traccia).
Questo è quanto per ora. Questa sera prove con i Tiny :)
Nel frattempo tante idee che mi frullano per la mente e poco tempo per realizzarle tutte.
Dimenticavo!
J J AMBRAMS "STAR TREK"! Dentro ci ha buttato di tutto, nella gioia "Facebookiana" di reincontrare i vecchi compagni delle avventure galattiche di sempre in una veste filmica e grafica finalmente decente! Le reazioni delle coppie presenti alla proiezione, con le ragazze costrette quasi a forza ad accompagnare le rispettive controparti geek, sembravano alle prese con orgasmici rituali di accoppiamento Klingon, con soffusi "E' stato bellissimo", "Perchè non mi avevi detto che era così fantastico".
Straordinario come quelli della produzione siano riusciti a prendere nel mucchio persone che normalmente guarderebbero solo "Fast & Furious", non scontentare i fan della serie, seminare citazioni da Lost, Cloverfield, Guerre Stellari, Heroes, mettere insieme un casting perfetto, avere la grande guest star che potesse dare continuità in una trama coerente, su una storia assolutamente inutile e inconcludente. Il film finisce con l'inizio della serie. Vista in quest'ottica, vista la portata del risultato finale, non sarebbe male augurarsi, più che il ritorno negli schermi, che Star Trek diventi the new Star Wars.
giovedì, maggio 7
June Bugs
"Dark, elemental, mischievous and mournful" —MOJO
Non so se "The Handsome Family" hanno mai suonato, suoneranno o non suoneranno mai nella location che gli affibierei, ma per me sono senza dubbio un gruppo "Hana-B" per eccellenza. Lento incedere über-country, ukuleli e banjo, la voce scura e cavernosa di Brett accompagnata da dal dolce controcanto della dolce Rennie. Ah, sisssi'. Tra sabbia, cactus cartonati e meta-balle glie li vedrei proprio bene. O magari potrebbero adattarsi anceh al Bronson, Ottobre sono sicuro che sarebbe un bel mese per loro, e magari tra il merchandising si potrebbe allestire una micro galleria con gli incantevoli quadri di Rennie Spark.
Che strana coppia i coniugi Spark, con le loro infinite lente canzoni d'amore intinte come pandizucchero nel latte nero dei recessi più oscuri della umana sorte. E' sicuramente questa rassicurante alchimia che ripesca suoni dal passato a imboccarci le coperte per placare le nostre preoccupazioni. Nessun dubbio angustii i nostri sogni. Domani sarà sicuramente una catastrofe.
The Handsome Family - "My Friend"
The Handsome Family - "Darling, my darling"
The Handsome Family - "The Winding Corn Maze"
martedì, maggio 5
La vita è una grossa corporation
So che è un genere che ormai non si caga pià nessuno (come se prima lo facessero in tanti), ma se odio quella parte di musica brasiliana legati ai più pacchiani carnevali rievocati nei più dozzinali festini da ultimo dell'anno, c'è un filone molto suggestivo proveniente dalle medesime coordiante, più vicino alla bossanova e al cantautorato Mendesiano, che chiaramente è riuscito ad ammaliare anche gli esponenti dei retrofoturibili artisti Shibuiya Kei, lo stravolgente manifesto musicale che ha fatto di campionamenti e abstrat pop una via personale per raccogliere i cocci delle più stilose iconografie di fine millennio per poterle lanciare nello spazio prima dell'arrivo del millennum bug. (Mi piacciono i periodoni lunghi).
Uno degli artisti maggiormente dentro la scen ma più lontano dallo schiamazzo dei membri più appariscenti e vistosi (Cornelius, Fantastic Plastic Machine, Kahimi Karie, Pizzicato 5) condivide con Tomoyuki Tanaka la grande abilità nella cura dei rimaneggiamenti e nei remix produzioni emergenti: Yoshinori Sunahara, l'uomo che ha fatto di Pan Am® una ragione di vita e vede gli aeroporti come fonte di ispirazione principale per attingere a esperienze sensoriali.
Lo si evince particolarmente dalla raccolta "Works '95-'05", dove ad un primo disco con le raccolte del nostro eroe dagli occhi a mandorla si accosta una assai più interessante bombetta di remix conto terzi che coinvolgono Cornelius, Towa Tei, Fantastic Plastic Machine, Cold Cut, Supercar e il rapper Rip Slyme.
Cornelius sarebbe molto orgoglioso di questa versione di "MoonWalk" (Brano che Cornelius ha scritto pensando a Michael Jackson), così piena di spezzoni di vecchi spettacoli anni 30 ed effetti stereodinamici. "Lotus Snack And Thinking Machine" di Towa Tei è Shibuya allo stato puro, e forse 1.32" sono un po' pochini per il flipperdeliroo da palline di pachinko. "Living Source" di Aiha Higurashi non avrebbe sfigurato tra le primissime cose dei Pizzicato 5, un vero brano etnopop '80 a go-go, pieno di tastierine con chours attivato alla massima potenza tra Luca Carboni e i Beehive.
Consigliatissimo per chi non si accontenta dell'approssimativa follia dei Flaming Lips o è curioso di sapere se esiste qualcosa oltre alle chitarrine di Celentano.
Yoshinori Sunahara - "The Center of Gravity"
Cornelius (Yoshi Remix) - "MoonWalk"
Reggae Disco Rockers (Yoshi Remix) - "Oasis"
Warped Sisters
Testate gionalistiche sportive, ultima paginata di pubblicità identica... ma solo apparentemente. Mmm... quale IPod compro ?
Facciamo una botta di conti... Le pubblicità sembrano identiche. Sarà lo stesso giornale? Eppure uno dei due IPhone ha 15.000 applicazioni. L'altro 30.000. Ma non solo! Il primo è aggiornato su 500.000.000 di categori. L'altro addirittura più di un miliardo! Mah. Mi sa che il secondo è più conveniente! Spero che una delle due testate si sia fatta pagare almeno il doppio!
domenica, maggio 3
Saturday At The Locomotiv
Lampi, fulmimi e saette. E anche quella mezza tonnellata di grandine, che non guasta mail. Il mal di gola mi è costato una fortuna: per comunicare ho spetito un puttanaio di SMS. Vedevo Seek che, nei paraggi del Locomotiv, sia per il parcheggio che per la strada all'interno del parco che conduce al teatro, si guardava intorno un po' smarrito chiedendo ogni tanto conferma. Poi al suo "Dai, bello" mi sono ricordato: la sera degli Speedmarket non c'era!
Sabato c'era di ogne a Bologna. Tra Bugo e Teenagers la vedevo gnara. Invece, con un inizio molto posticipato, il locale si è incredibilmente riempito, tanto da finire alla fine col vedere una presenza molto più fitta rispetto al concerto della band svedese (merito del dj con la maschera in pelle da nacho con le orecchie da coniglio?).
La presenza di [qui manca una parte di testo] solista è stata verametne un colpo più basso delle nuove amicizie della Basso. Ma stendiamo un velo pietoso su questa parte della serata che è diventata fortunatamente un vero e proprio incanto sonoro.
Sul palco i meravigliosi Arnoux, progetto collaterale ai Ten Thousand Bees. Che dire. Il loro album, bello e provocatorio, elegante, aveva già lasciato il segno. Nel live sono stati impeccabili come al solito. Uno dei pochi gruppi in Italia che riesce a proporre della musica non scontata, personale, elaborata, e tuttavia sempre suggestiva e orecchiabile.
Gli Icy Demons? Tutte le band che vengono da Chicago o New York non si lasciano sfuggire due componenti: il melting pot di generi e suggesioni totalmente libero da schemi e pregiudizi (dal funky, al jazz, reggae, post-rock, la multietnicità spaziava alla grande e traspariva anche nei suoni di questa United Color Of) e una tecnica da paura, sopratttutto per quanto concerne il batterista.
Gran bella serata. Affatto pentito della scelta.
> Qui alcune foto
> Arnoux Live Clips#1
> Arnoux Live Clips#2
> Arnoux Live Clips#3
> Icy Demons Live Clips#1
> Icy Demons Live Clips#2
sabato, maggio 2
The Day I Was Square
Insensatamente fedeli alla corrente indie più radicale, il primo concerto che mi sono concesso in questo long long weekend è stato quello degli amici "The Clever Square" al Retro-Pop, ora ubicato presso il giurassico Barrumba. Sempre piacere scambiare due chiacchiere con i ragazzi, dall'indie-gossip a Lost. E sempre un piacere sentire canzoni nuove e grandi classici (si stanno sempre di più dylaniando). Ecco qualche video. Bel concerto.
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