domenica, novembre 30
Hey Doll
Segnalati da Matt Share. Non so. Sono a meta' tra l'innamoramento e il ma anche no. I nuovi protetti di Moz, "Doll & The Kicks", si muovono tra una cantante ("Doll", chiaramente) affascinante, carismatica e dalla voce letale e la fiera della melassa scontata e patinata.
Anche se il nuovo demo "If You Care" è molto bello. Il resto e' veramente insopportabilmente modaiolo.
Ho il dito puntato sullo skip. Non so. Ci vedo puzza di fuffa, ma magari mi sbaglio...
Attendo il nuovo album di A Camp (guardate il sito. E' spettacolare, non vedo davvero l'ora che esca) torno a riascoltarmi i Superpartner.
L'Indie Muic è gli attacchi di cacca isterica
Dire che è stato un weekend intenso e' decisamente riduttivo.
Venerdi'. Grazie al buon Pop Porlock ("Porlock... Pop Por-lock!...") che si è prestato a farmi compagnia preferendo i brufoli adolescenziali alle ultime miccette di miti orai destinati a spegnersi o pagne della storia del rock stracciate per pulirsi il culo in senili ondate di follia etilica (bravo Paolo, hai fatto la scelta giusta! :D). Dicevo. Nessun dubbio: venerdi' = Stones of Venice. Al Retro Pop.
( qualche foto qui )
Che calore! Pubblico raccolto, praticaemente nessuno era li' per caso, la band ha snocciolato tutte le sue hit (il siparietto acustico di Fagio spostato al centro) concendendosi a ben due bis! ("Non ci volete fare piu' finre di suonare!").
Bravi come al solito (Non come Fabio, che ormai ha l'halczimer come me e si scorda gli accordi delle canzoni) alcuni impasti vocali non riusciti benissimo, ma era dovuto anche ai suoni dell'impianto, il front man del gruppo era scatenato e adrenalitico più che mai. (Nicola non fa testo, vedere l'energia che ci mette nel suonare il basso trasmette una gioia impagabile!).
Fagio ha anche presentato un brano nuovo in acustico. Insomma: con delle rodatissime "The Sense of Going Under" (ora la mia colonna sonora preferita delle mie partite di calcette quando sono fermo al 7 a zero) e "The less travelled road" alla fine la serata si è dimostrata un'ennesimba buona prova collezionata dal gruppo di Cesena.
"Ragazzi. Un successone", butto lì' a Fagio e Cacio ancora sul palco, prima di andare via. Non penso per la frase in se, ma per l'euforia generale della serata, le due Pietre si abbracciano urlando per l'entusiasm. Insomma: momenti che fanno piacere :)
Ecco qui qualche filmato
Stones of Venice - Live @ Retro Pop Pt.1
Stones of Venice - Live @ Retro Pop Pt.2
Stones of Venice - Live @ Retro Pop Pt.3
Sabato. Corse infinite. Dormito un cazzo e corse infinite. E impreviste.
Alla fine la ballotta si crea. La compagnia del MEI è composta da Zonda, Pop Porlock ("Porlock... Pop Por-lock!..."), Robbie Pop e Matt Share.
Premessa: il MEI ormai ha perso senso di esistere. Almeno per com'era gia' solo tre anni fa. Le etichette indipendenti non hanno piu' interess a farsi rappresentare da una realtà bistrattata e ridicolizzata dagli estremisti della nicchia, l'unico stand vitale e degno di interesse è quello della Tafuzzy (abbiamo esultato per il megabancone delle Charleston... ma il bancone era vuoto...), le conferenze sono appannaggio dei tecnici degne di sedute di rappresentanti odontoiatrici, finalmente il prezzo del biglietto è calato e lo stato delle cose, niente stupidi predmi, scevro da tendoni di ipocrisia, ha riportato tutto ad una giusta dimensione: una fiera del disco con qualche spazio per dei live di qualità.
Cosa ci aveva spinto a tornare dopo l'incremento di questa curva emozionale negativa perpetrata di anno in anno? Le Man Avec Les Lunettes. Cioè, saremmo andati a vederli anche se erano a suonare nel cortile di Gino Pino. Un po' la cazzaton l'abbiamo fatta. Non c'eramamo informati bene bene e ci siamo saltati altri due grandi concerti: Fake-P e A Classic Education. Tant'è. Foto stilose per feisbuc, il giro turistico dei capannoni per Robbie, che al Maramei non c'era maramai stato, il tutto chiaramente dopo esserci persi per riuscire a trovare il posto.
All'interno di Indiependulo, il capannone dove "il tipo di Mariposa" e Enver presentavano i vari live della serata (oggi gli Annie Hall! non perdeteli!). Bella sorpresa. All'interno di Indiependulo anche un fornitissimo stand MyHoney (ogni volta che presentavano i banchetti dal palco i presentatori si dimenticavano sempre di ricordarlo, disgraziati!) Sempre bello scambiare due chiacchiere con Fabio e Paolo. Facciamo un po' di pop-shopping ("Shopping... Pop Shop-ing!...") e ci vengono regalati un po' di meravigliosi adesivi aposi della MyHoney Rec.
Potete rispedirceli? Li abbiamo usati tutti quanti per fare "rappresentanza". Il collettivo tutto era sotto il palco con tanto di adesivi stampati su camice e giacchette. A questo punto, ragazzi MyHoney, dovete produrre le toppe!
Le "Api di Brescia" montano lentamente sul palco i loro strumenti, discreti e umili come sempre. Mancha il bassista, in concerto con gli Annie. Il delirio funkedelico alla loro destra finisce, presentazione di Enver+Tipomagazzenobis, e quasi mi commuovo. Enver centra proprio il punto. Le sue impressioni sull'album sono quelle che ho avvertito anche io sin dal primo ascolto di "Plaska Plaska". I ragazzi di brescia tirano sempre in ballo il pop svedese, immancabilmente e ad ogni occasione, ma il loro album non ha mica niente a che spartire con la mediocrità di tante produzioni nordiche. E' oltre. I ragazzi si sono evoluti, e ci hanno regalato un capolavoro sonoro forse più simile ad un aggiornamento nuovo millennio delle fantastiche sorprese melodiche che potevano proporci i Beatles o i Beach Boys, diventanto - ad oggi - forse il piu' valido e rappresentativo "prodotto da esportazione" nostrano.
Video: Aspettando quelli che... i Lunetti al MEI Pt.1
Video: Aspettando quelli che... i Lunetti al MEI Pt.2
Cominciano. Sara' il quinto loro concerto che vedo nell'arco di pochi mesi, e ancora mi ritrovo a commuovere per la bellezza delle loro canzoni. Manca "Apples" all'appello. Forse una scelta tattica dovuta alla mancanza di basso. Paddy è di una causticità folgorante. Penso che almeno per un paio di volte il pubblico abbia regalato un applauso soltanto per la ragionevole sobrietà di suoi commenti. Del tipo:
- La vostra rassegna stampa vi definisce un gruppo dalle sonorità nordiche. In cosa consistono?
- Ma... vedi... Quando uno finisce un album, arriva il momento in cui uno si prende del valium per farsi passare il mal di testa e comincia a scrivere qualcosa per riempire il foglio...
UN GRANDISSIMO! A dire il vero è stato molt forte anche l'anchor di Indiependulo. In diverse occasioni si è rivelato veramente indie e al di sopra delle parti, con domande pungenti che molto spesso hanno messo in buca e in imbarazzo gli ospiti del palco. E' cosi' che si fa. Dieci più. Soprattutto in una manifestazione che vuole programmaticamente definirsi indipendente e poi promuove cd con raccolte di Sburonica, Merdena, Toto Cotugno e chissà chi altro.
Su "For A Lover" i Lunetti ad un certo punto si illuminano di sorrisi, e diventano tutti spallette e strizzatine d'occhio l'un laltro.
"Dovete scusarci. Dovevamo avvisarvi prima. Su questo brano si poteva limonare, ma vedo che siete stati piu' bravi di noi e una coppia laggiù non ha perso tempo.", dice Alessando Paderno.
"Veramente bravi. E' per questo che, dopo il concerto, vi regaleremo un cd...", prosegue Fabio.
Poi fuori dai microfoni qualcuno della band aggiunge: "... dei Pooh!"
Tutti giù a ridere! E' questa un'altra cosa che adoro di quel gruppo. Il fatto che loro suonino prima di tutto per loro stessi, che credano veramente in quello che fanno e nella "dimensione" di gruppo, del godere per primi del loro stare insieme, vivere esperienze e nuotare nella musica come in un mare di miele da pappare. D'altronde, come dice sempre Robbie, "la musica indie paga meno del crimine", e se togliete anche il divertimento, con gli sbattimenti di trasferte, la rigidità delle prove, gli interminabili sound-check, quali incentivi rimangono ad una band per suonare? Probabilmente anche l'amore ed il sostegno del pubblico.
Video Live Lunetti Pt.1
Video Live Lunetti Pt.2
Cena da Tiffany. C'e' una pizzeria a Faenza che si chiama così. Probabilmente la migliore. Peccato che sia da tipo una decina d'anni che non riesco a metterci piede dalla gente che fa la fila per entrarci. Era relativamente presto (19.15), e abbiamo colto l'occasione per fare un riuscitissimo tentativo.
Poi fermata a casa di Robbie, per smaltire un po' i postumi di stanchezza, birrette e post-digestione (le birrette alla spina di Casa-Mattioli sono le migliori di tutta Forlì and beyond!).
Quindi l'episodio della "cacca isterica". Un'ora di doglie e una lotta estenuante per non partorire per strada, arrivo nel bagno di Robbie... e niente! Ma nel senso che... era passato tutto! Forse si è trattato di un caso di implosione subatomica. Ma magari a voi non interessa, ed è meglio passare al capitolo successivo.
CAPITOLO SUCCESSIVO: AIRPOP DJ-SET
Non poteva esserci conclusione migliore. Tutti gli amici riunit al Diago a godere del fantastico brit-sound senza frontiere del duo di DJ Ciurlesi (Forlivesi). Fantastici gli aneddoti di The Old Mannered Boy, Robbie e Bando sulle crisi etilico-isteriche di Television Personalities che al Bronson infamava i pochi presenti allo spettacolo perchè smanettavano con il cellulare o andavano a fare pipì. Tanti buoni amici e tanta buona musica.
Solo l'estrema cottura di una giornata carica di risate, dolci emozioni (al MEI era pieno di belle ragazze! C'era anche una sosia di Veronica Mars!) ma tanta stanchezza è riuscita, verso l'una e un quarto, a strapparmi dal locale per far rotta verso casa.
Avevo lasciato il nuovo volume di JoJo Steel Ball Run a metà. Mi aveva talmente preso che, nonostante fossero le due e mezza di notte, ho riprovato a proseguire la lettura della storia. Macchè. Vero ultimo capolinea. Mi sono addormentato in una camera sconvolta dal disordine.
Qui alcune foto del MEI DAY :)
(guardatele perchè ce ne sono di spettacolari :)
venerdì, novembre 28
Tide Tide Tide
Compagni, Amici, Contadini. Noi - i Tiny Tide - suoneremo il 12 Dicembre al Sinatra Cafè di Cesena. Tutte le .info > qui < style="font-weight: bold;"> Tiny Tide - 12 Dicembre - Sintara Cafè - Cesena.
Alright? :)
giovedì, novembre 27
Ozz gasa di brutto!
Quale momento migliore per invitarvi a scoprire l'incredibile musica di Øzz & the Christmas idiots? Tutti gli amanti dello svedesume puro come la neve lo adoreranno. Ma non solo!
mercoledì, novembre 26
Sono puntuale
... ma arrivo sempre tardi!
The Wave Pictures - "Just Like A Drummer"
Sul loro sito una svalangata di MP3.
The Wave Pictures - "Just Like A Drummer"
Sul loro sito una svalangata di MP3.
Il Giochino Indie Del Mercoledì
"Quello... lo conosci?"
"... no... "
"E' uno sfigato..."
Dialogo intercorso tra Dendrix e Zonda prima di un concerto.
Sei indie? Ma soprattutto... quanto sei indie? Hai ancora una vita? Non piu'! A grande richiesta ecco il giochino indie del Mercoledi'! Sai identificare tutti i personaggi della griglia? Bravo! Ora viene il difficile... Riesci ad abinarli tra di loro? Se ci riesci non vinci niente...
"... no... "
"E' uno sfigato..."
Dialogo intercorso tra Dendrix e Zonda prima di un concerto.
Sei indie? Ma soprattutto... quanto sei indie? Hai ancora una vita? Non piu'! A grande richiesta ecco il giochino indie del Mercoledi'! Sai identificare tutti i personaggi della griglia? Bravo! Ora viene il difficile... Riesci ad abinarli tra di loro? Se ci riesci non vinci niente...
lunedì, novembre 24
In Mattatoio
Ecco alcune foto scattate al Mattatoio (o oyo che dir si voglia)
Qui invece alcuni filmati dei Superpartner, sempre alle prese col Lovehotel Tour e il Matta.
Superpartner | Live Clip @Matta08 Pt.1
Superpartner | Live Clip @Matta08 Pt.2
Superpartner | Live Clip @Matta08 Pt.3
Grazie a tutti quanti. E' stata veramente una bella giornata.
Halfway Home
Questa di oggi è stata veramente una gran bella giornata invernale, degna di essere ricordata. Era da un pezzo che non facevamo una gitarella domenicale al Mattatio. E quanto c'era mancato! Il Matta è un ambiente a dir poco magico, e la ciurma che ci bazzica dentro e si occupa della musica e della gestione ci fa sentire ormai di famiglia ogni volta che andiamo!
Grazie anche ai Superpartner, che ci hanno regalato un altro delizioso concertino, e ai ragazzi della band che hanno scambiato un po' di chiacchiere nel dopoconcerto. Bizzarro poi ritrovarsi a mangiare nello stesso ristorante!
Alla fine (confronta con qualche puntata fa) avevo un po' paura a rivedere questa band che amo molto e rivederei volentieri ogni volta che se ne presenti l'occasione. Ero rimasto nelle retrovie apposta all'inizio, confidando sempre che il magico potere della punta delle scarpe potesse salvarmi. E invece no. Il copione si e' ripetuto, paro paro, ho preso per caso a parlare con Francesco, qundi è arrivata anche Rosita, e la sua sorprendente memoria fotografica non mi ha risparmiato! (in compenso ho collezionato nuove fantastiche gaffes! Ole'!).
Oltre che scrivere pezzi accattivanti ed essere tecnicamente inaffondabili i Superpartner si riconfermano anche un gruppo di persone molto socievoli e alla mano. Proprio una Superband a cui difficilmente non ci si può non affezionare.
Se il contorno poi era quello di amici come Seek, Robbie e Case, il gustoso DJSet di Anais, l'indie-gossip e la catervata di battute su un cantante che rima con Furetto, possiamo dire che gli ingredienti per una giornata speciale c'erano tutti. Alla fine del concerto, ci guardavamo in giro per le strade di Carpi, e tutto improvvisamente diventava... Super!
A martedì (domani prove con i Tiny) per qualche foto, filmato e il "gioco delle differenze" :D
sabato, novembre 22
giovedì, novembre 20
Keep Marchin'
(questa si chiama "Mask Me Mask Me Mask Me", e la dedico con tutto il ♥ ai Santa Dog)
Beh. La più grande soddisfazione è stata quella di lavorare con dei padroni di casa molto pazienti, dei gran compagni di band, un fonico e un impianto eccezionali (cazzo come sentivo bene la mia voce!) e un pubblico giapponesissimo: attento, silenzioso, quasi da teatro, che applaudiva dalle seggiole al momento giusto, quello che ci ha ritirato sul palco per ben due bis. Veramente truoppou buoniii (tipo Cecca era disgustato e Marconi aveva uno sguardo omicida, ma vederlo sorridere mi avrebbe terrorizzato ancora di piu')
Dendrix e Manuel sono stati umanamente dei grandissimi. Mic è arrivato in ritardo.
Ecco il resoconto audiovisivo della serata. Godetevi tutto questo fighettismo perche' dalla prossima torno ad essere psicotico.
Tiny Tide - Pics Pt.1 (by Sonia)
Tiny Tide - Pics Pt.2 (by Matt Share)
Tiny Tide - “Mask Me Mask Me Mask Me” Video
Tiny Tide - “A Song For EMI” Video
Tiny Tide - “S♥L” Video
Tiny Tide - “S♥L” Video (Matt Share version)
Tiny Tide - "A Song For EMI reprise" Video
Top Xmas
Cominciamo con il tormentone panettone in largo anticipone.
Top 5 canzoni di Natale?
La mia
1) Do they know it's Xmas - Live Aid
2) Last Chrismas - Wham
3) MERRY CHRISTMAS (I DON'T WANT TO FIGHT TONIGHT) - Ramones
4) Jingle Bells Rock - Bobby Helms
5) I'd like to teach the World to Sing - Billy Davis
E la vosta? Dico quella del cuoreeei... non quella x fare gli elfi fighetti!
Top 5 canzoni di Natale?
La mia
1) Do they know it's Xmas - Live Aid
2) Last Chrismas - Wham
3) MERRY CHRISTMAS (I DON'T WANT TO FIGHT TONIGHT) - Ramones
4) Jingle Bells Rock - Bobby Helms
5) I'd like to teach the World to Sing - Billy Davis
E la vosta? Dico quella del cuoreeei... non quella x fare gli elfi fighetti!
Sleepytime In The Western World
Grazie come al solito a tutti quanti, dagli amici, ai proprietari del Diagonal, che sono stati veramente gentilissimi e ci hanno fornito un impianto e un tecnico veramente al di sopra delle aspettative. Bella serata. A presto un paio di indecentissimi filmati eun po' di foto, ad opera della Sonia.
In ordine sparso: grazie a Cristian che vedere e' sempre una sorpresa (Valentina è la cantante piu' richiesta dopo Simona), il Superfonico e il ragazzo che organizza i concerti (Davide?), Lorenz per l'ospitalita', Ceccca per non aver vomitato, Marcone e la groupie di Case per l'entusiasmo, gli Airpoppi per la bella musica e l'amicizia, la banda del Manager e i suoi amici, tutte le persone che dimentico come al solito, Clint che trova sempre il modo di cadere, la testata imballata, l'acqua bollente con il limone, il mitico Share, e i Tiny Tide, che sono stati fantastici.
(grazie a Seek per il filmato rubato :) )
mercoledì, novembre 19
Under Press
La cosa che mi stupisce non è tanto che oggi i Tiny comprivano nella stampa locale (cosa che comunque fa sempre molto piacere, soprattutto quando sono gli amici ad avvisarti per telefono le prime ore del mattino)... ma il fatto che Bertaccini si dimostri un lurcatore talmente attento da avere incluso tra i brani programmatici della band "The Smiths and the cure" e "DAT". Cioe'. Quei brani sono stati solo fatti sentire a pochi amici in fase di bozza.... QUESTA DOMENICA!
Grazie Supergigi :)
Dal Resto del Carino del 19/11/08
Tiny Tide, rock al Diagonal
SONO I TINY TIDE gli ospiti del Fiagonal Loft Club, in Viale Salinatore 101. Si tratta di una giovane rock band di Cesena che canta in Inglese. Il singolo "Girls from Ronta" è stato trasmesso in diverse trasmissioni radiofoniche di musica indipendente.
Dal Corriere Cesena del 19/11/08
Al Diagonal ecco i "Tiny Tide"
Forlì. Un'altra formazione della sempre più attiva scena indipendente locale, i "Tiny Tide", si esibirà questa sera sul palco del "Diagonal Loft Club" di Forlì in Viale Salinatore 101, per la sua programmazione dal vivo del mercoledì sera. E? una delle formazioni, dal punto di vista biografico, più giovani, ma anche più attive, emerse nelle ultime stagioni, infatti il quartetto cesenate ha già collezionato molte esibizioni dal vivo presentando il loro primo mini album intitolato "The Ronta EP". Il Suono del gruppo è un personale incontro tra ilfluenze brit pop, suggesioni da "nuova onda" di fine anni 70, ed un approccio delicato e quasi naif, che rende fragili ma romanticamente intriganti le loro canzoni.
Uno stile personale guidato dallo "spirito" di Mark Zonda, una delle figure più attente e curiose della scena romagnola, che si muove tra dj set, cura della grafica personale del gruppo, ed uno studio di registrazione dove il gruppo si ritrova per incidere brani che hanno titoli esplicativi come "The Smiths and the cure" e "DAT", un segreto curioso da scoprire, a partire dall 22, ad ingresso libero.
Before you know it
Probabilmente preferirei suonare qualche canzone alla cazzo in una foresta svedese come l'amico Brigadier. Invece questa sera suoneremo al Diagonal, speriamo con un po' piu di pubblico che alberi e sassi :)
Tutte le sfighe che mi potevano capitare sono accadute ieri alle prove. Quindi dovrebbe essere tutto ok. Lo dico per la vostra incolumita' :D
A questa sera ;)
martedì, novembre 18
Life In A Swedish Library
Mi sono sempre chiesto come sia. Cieli grigi come le gettate di cemento sulle strade portuali di piccole tratte metropolitane fredde e deserte? Gente che cerca rifugio per dieci minuti in piccole bibblioteche mentre si avvicina un'imperturbabile oscurità pronta a sotterrarti in una cameretta solo per mesi e mesi con un registratore a 4 tracce, una tastiera casio e una chitarra scassa? Il freddo che arriva e ti passa attraverso facendoti sognare di migrare con stormi migratori , quelli che su quella città non sono passati mai?
Sarà l'imperturbabile forza della gioventù, un'insanabile e sacrosanta voglia di cercare il divertimento laddove c'è da seppellire noia e desolazione, ma quanto proviene dal panorama indie pop svedese solitamente ci regala di contro sole, gioia e calore.
Non sono della stessa idea i Twig. From twee to twig, verrebbe da dire, i gatti sono tutti grigi. Uno dei gruppi su cui Roque di Cloudberry si è detto pronto a scommettere in una recente intervista, i Twig seguono le coordinate della più scura e tristona new-wave anni ottanta, con sonorità che rievocano i Church e il lato più malinconico dei Frankie Goes To Hollywood ("Our Bashful Knees") e, di contro Would-Be-Goods tutto il movimento C8x (Il retro pop nostalgico di "Helen Of Troy", in cui ci manca solo il rumore dei graffi sul vinile per restituirci la gioia fittizia di una estate anni ottanta tutta reimmaginata e parallela).
A seguito della pubblicazione Cloudberriana esce "Life After Ridge", il primo lavoro completo dei Twig, con sonorità orientate ancora di più verso lo shoegaze, molto vicine ai suoni degli Astrolab e la voce di Henrik Lindén che ricorda sempre di piu' Bobby degli Irene. Un album tutto da sfogliare. Dovesse capitarvi di trovarvi smarriti un inverno in una libreria svedese sognando l'estate che fù o potrebbe essere stata
Da Cloudberry:
Twig - "Ciao Ciao Bomb"
Twig - "Helen of Troy"
lunedì, novembre 17
The Party and the Movie
Allora. E' bruttissimo riassumere due giornate cosi' piene in poche righe. Ma tant'è. Il tempo è più stronzo che tiranno, e ne sa qualcosa in merito.
Sabato le solite corse. La serata superlativa. (qui i brani selezionati) Io, Airpoppi, Bee e Vigliacche abbiamo messo su dischi di altissima qualita', come da tanto meritava di essere fatto. Clima da festa di compleanno, con le ragazze che avevano portato di ogne da mangiare (fantastico il cheescake della Gaia) e veramente tanti amici presenti per tutta la serata.
Poi sogni che mi hanno straziato. Ma vabbeh. A volte sarebbe proprio meglio non svegliarsi, anche se ricordo che l'avventura onirica aveva a tratti delle tinte molto Orwelliane, forse per colpa della visione di "Natale su Marte", non dei Vanzina, ma dei Flaming Lips.
Ecco. "Christmas on Mars." Che delusione. Se vi capita risparmiatevi i soldi. La storia è piu' bella raccontata da Coyne che abbandonata alla mera visione di un film veramente ingenuo, amatoriale, inconsistente. Coyne, il cantante e la mente dei Flips (Flaming Lips) è un genio nel raccontare e inventarsi le storie. Come la meravigliosa divagazione in cui racconta del suo viaggio sul vecchio musicista russo che per comunicare con la nipote autistica prova a comporre una melodia bellissima, che pero' viene male interpretata dalla bambina e la spinge al suicidio. Robe cosi'.
Fretta. Fretta. Fottutissima Fretta.
Matt Share se ne era venuto fuori con questa meravigliosa intuizione.
C'e' un qualche non bene definito gruppo indie che ha inciso la canzone "The Beatles and The Rollingstone". Beh. Perchè non fare "The Smiths and THe Cure"?
Ecco qui la prima demo
Tiny Tide - "The Smiths and The Cure" (Acoustic Demo)
assieme alla prima versione di "DAT"
Tiny Tide - "DAT" (Acoustic Demo)
(Qui trovate i testi)
A questo punto faccio proprio come Wayne, mi infilo il casco da astronauta, e vi racconto il mio viaggio sulle due canzoni.
"The Smiths And The Cure"
Ho pensato a cosa mi aveva colpito di più dei Cure la prima volta che avevo avuto a che fare con le loro canzoni. Avevo più o meno sette anni. Guardavo Claudio Cecchetto presentare le canzoni su Canale 5 alle sette di sera, mentre mangiavo dai nonni con mia cucina nel salotto, in ginocchio, con la nonna che apparecchiava in un tavolino bassissimo sul tappeto di fronte alla televisione. All'improvviso partivano questi video con canzoni a dir poco demoniache e strampalate, con immagini di serre, vermi, lombrichi e gente chiusa negli armadi pochi istanti prima di trovare la loro presunta morte per annegamento. E' cosi' che, per dare un pretesto al titolo della canzone, e portarlo verso una direzione un po' meno ovvia di quanto potessa apparire, mi sono immaginato di questo virus, trasmesso dagli schermi della televisione, che colpisce tutta la popolazione di giovani ribelli londinesi che seguono un certo tipo di musica ribelle e alternativa. Gli unici che detengono la cura per una via di guarigione le persone qualunque, che conducono una banale vita di routine protetti da emozioni e influenze esterene. Tutte. Quelle buone ma anche quelle cattive. La parte centrale, che parla di bare a due piani, è stata una folgorazione improvvisa. Sabato pranzavo in una pizzeria al taglio, quando mi è apparso sotto mano un articolo del giornale. Si parlava dei cittadini di Londra, alle prese con la difficile e osteggiata soluzione di adottare bare a due piani nei cimiteri per supplire al sovraffollamento dei cimiteri. Inutile dire che il collegamento a "Double-decked bus" smithiani non ha tardato a venire.
"DAT". DAT è stata una folgorazione. Nasce spudoratamente da una serie di plagi. Ma visto che nessuno sembra averli riconosciuti immagino che per ora vada bene cosi'. O meglio. La canzone nasce da un periodo che mi ha cambiato abbastanza: quando ho scoperto le Blog TV. Una ragazzina Inglese, come intercalare, usava canticchiare delle canzoni. Ce ne erano alcune che ripeteva molto spesso. Ogni volta che glie le sentivo cantare non vi dico che scombussolamento. Bastava sentire un ritornello di neanche trenta secondi e mi nasceva un sorriso da dentro. Appagava tutta la gioranta e anche quella a venire. Dicevo. Una canzone mi aveva colpito in particolare. Le chiedo da dove l'avesse presa. Incuriosito ascolto l'originale. NON C'ERA CONFRONTO. Quella cantata dalla ragazzina era di una bellezza e dolcezza inaudita. L'originale uno schifo. Tanto è bastato per spingermi a comporre "DAT", per cercare di recuperare quella bellezza. Con il risultato che la canzone è riuscita a cambiare un'altra volta. Il brano in se parla di due ragazzi che si incontrano per la prima volta, e da conversazioni casuali pian piano si innessca un turbine di pensieri che li porta a pensare a considerare e immaginare tutta la loro vita futura. Ma il tutto avviene semplicemente solo nell'ambito del primo incontro. E ancora una volta, come il sogno di sabato notte, la realta' immaginanta non è meglio di quella vissuta veramente? Forse solo Marzullo saprebbe rispondere.
Entrambe le canzoni sono molto affrettate. Avevo fretta di inciderle in qualche maniera (Come altre quattro che ho nel cassetto) ci tornero' sopra piu' avanti (da quale parto?).
Pero' dopo aver lavorato su una di queste due proseguo il mio lavoro sul fronte "Febrero" the album. Cosi' alterno un po' il piacere al dovere :D
Veniamo al film, visto con Ale. "Control".
Forse Laret pensava di essere l'ultima sulla faccia della terra a non averlo visto. Ebbene: c'era qualcun altro. Il film in se è veramente un capolavoro di cinematografia di altri tempi, con il montaggio totalmente in analogico e via andare. Certe sequenze, soprattutto quella iniziale con Bowie in sottofondo al posto di una scontatissima scelta di scuderia, si staccano istantaneamente dalla pellicola per stamparsi sulla pelle e penetrare a fondo. Qualita' tecnica, regia, cura delle scene, recitazione, casting al top. Cosa mi ha deluso? Il film è co-prodotto dalla moglie di Ian Curtis. Mi aspettavo un film piu' tecnico e musicale. Praticamente la pellicola è una telenovelas sulla piattissima vita di una casalinga sposata con un impiegato che suona in una rockband come se dovesse timbrare il cartellino per lavorare alle poste. A parte alcuni scarabocchi sporadici sui fogli e un microconcerto dei Sex Pistols si parla piu' di Bowie e Buzzcocks che dei Joy Division. Se si separa l'idea che il film avrebbe dovuto parlare di una band che ha fatto la storia della musica dalla visione della pellicola che ho visto ieri sera, ci troviamo di fronte ad un film in grado di ammaliare e regalare forti sensazioni cinematografiche. E' facile. Basta convincersi che con i Joy Division non aveva proprio niente a che fare.
Sabato le solite corse. La serata superlativa. (qui i brani selezionati) Io, Airpoppi, Bee e Vigliacche abbiamo messo su dischi di altissima qualita', come da tanto meritava di essere fatto. Clima da festa di compleanno, con le ragazze che avevano portato di ogne da mangiare (fantastico il cheescake della Gaia) e veramente tanti amici presenti per tutta la serata.
Poi sogni che mi hanno straziato. Ma vabbeh. A volte sarebbe proprio meglio non svegliarsi, anche se ricordo che l'avventura onirica aveva a tratti delle tinte molto Orwelliane, forse per colpa della visione di "Natale su Marte", non dei Vanzina, ma dei Flaming Lips.
Ecco. "Christmas on Mars." Che delusione. Se vi capita risparmiatevi i soldi. La storia è piu' bella raccontata da Coyne che abbandonata alla mera visione di un film veramente ingenuo, amatoriale, inconsistente. Coyne, il cantante e la mente dei Flips (Flaming Lips) è un genio nel raccontare e inventarsi le storie. Come la meravigliosa divagazione in cui racconta del suo viaggio sul vecchio musicista russo che per comunicare con la nipote autistica prova a comporre una melodia bellissima, che pero' viene male interpretata dalla bambina e la spinge al suicidio. Robe cosi'.
Fretta. Fretta. Fottutissima Fretta.
Matt Share se ne era venuto fuori con questa meravigliosa intuizione.
C'e' un qualche non bene definito gruppo indie che ha inciso la canzone "The Beatles and The Rollingstone". Beh. Perchè non fare "The Smiths and THe Cure"?
Ecco qui la prima demo
Tiny Tide - "The Smiths and The Cure" (Acoustic Demo)
assieme alla prima versione di "DAT"
Tiny Tide - "DAT" (Acoustic Demo)
(Qui trovate i testi)
A questo punto faccio proprio come Wayne, mi infilo il casco da astronauta, e vi racconto il mio viaggio sulle due canzoni.
"The Smiths And The Cure"
Ho pensato a cosa mi aveva colpito di più dei Cure la prima volta che avevo avuto a che fare con le loro canzoni. Avevo più o meno sette anni. Guardavo Claudio Cecchetto presentare le canzoni su Canale 5 alle sette di sera, mentre mangiavo dai nonni con mia cucina nel salotto, in ginocchio, con la nonna che apparecchiava in un tavolino bassissimo sul tappeto di fronte alla televisione. All'improvviso partivano questi video con canzoni a dir poco demoniache e strampalate, con immagini di serre, vermi, lombrichi e gente chiusa negli armadi pochi istanti prima di trovare la loro presunta morte per annegamento. E' cosi' che, per dare un pretesto al titolo della canzone, e portarlo verso una direzione un po' meno ovvia di quanto potessa apparire, mi sono immaginato di questo virus, trasmesso dagli schermi della televisione, che colpisce tutta la popolazione di giovani ribelli londinesi che seguono un certo tipo di musica ribelle e alternativa. Gli unici che detengono la cura per una via di guarigione le persone qualunque, che conducono una banale vita di routine protetti da emozioni e influenze esterene. Tutte. Quelle buone ma anche quelle cattive. La parte centrale, che parla di bare a due piani, è stata una folgorazione improvvisa. Sabato pranzavo in una pizzeria al taglio, quando mi è apparso sotto mano un articolo del giornale. Si parlava dei cittadini di Londra, alle prese con la difficile e osteggiata soluzione di adottare bare a due piani nei cimiteri per supplire al sovraffollamento dei cimiteri. Inutile dire che il collegamento a "Double-decked bus" smithiani non ha tardato a venire.
"DAT". DAT è stata una folgorazione. Nasce spudoratamente da una serie di plagi. Ma visto che nessuno sembra averli riconosciuti immagino che per ora vada bene cosi'. O meglio. La canzone nasce da un periodo che mi ha cambiato abbastanza: quando ho scoperto le Blog TV. Una ragazzina Inglese, come intercalare, usava canticchiare delle canzoni. Ce ne erano alcune che ripeteva molto spesso. Ogni volta che glie le sentivo cantare non vi dico che scombussolamento. Bastava sentire un ritornello di neanche trenta secondi e mi nasceva un sorriso da dentro. Appagava tutta la gioranta e anche quella a venire. Dicevo. Una canzone mi aveva colpito in particolare. Le chiedo da dove l'avesse presa. Incuriosito ascolto l'originale. NON C'ERA CONFRONTO. Quella cantata dalla ragazzina era di una bellezza e dolcezza inaudita. L'originale uno schifo. Tanto è bastato per spingermi a comporre "DAT", per cercare di recuperare quella bellezza. Con il risultato che la canzone è riuscita a cambiare un'altra volta. Il brano in se parla di due ragazzi che si incontrano per la prima volta, e da conversazioni casuali pian piano si innessca un turbine di pensieri che li porta a pensare a considerare e immaginare tutta la loro vita futura. Ma il tutto avviene semplicemente solo nell'ambito del primo incontro. E ancora una volta, come il sogno di sabato notte, la realta' immaginanta non è meglio di quella vissuta veramente? Forse solo Marzullo saprebbe rispondere.
Entrambe le canzoni sono molto affrettate. Avevo fretta di inciderle in qualche maniera (Come altre quattro che ho nel cassetto) ci tornero' sopra piu' avanti (da quale parto?).
Pero' dopo aver lavorato su una di queste due proseguo il mio lavoro sul fronte "Febrero" the album. Cosi' alterno un po' il piacere al dovere :D
Veniamo al film, visto con Ale. "Control".
Forse Laret pensava di essere l'ultima sulla faccia della terra a non averlo visto. Ebbene: c'era qualcun altro. Il film in se è veramente un capolavoro di cinematografia di altri tempi, con il montaggio totalmente in analogico e via andare. Certe sequenze, soprattutto quella iniziale con Bowie in sottofondo al posto di una scontatissima scelta di scuderia, si staccano istantaneamente dalla pellicola per stamparsi sulla pelle e penetrare a fondo. Qualita' tecnica, regia, cura delle scene, recitazione, casting al top. Cosa mi ha deluso? Il film è co-prodotto dalla moglie di Ian Curtis. Mi aspettavo un film piu' tecnico e musicale. Praticamente la pellicola è una telenovelas sulla piattissima vita di una casalinga sposata con un impiegato che suona in una rockband come se dovesse timbrare il cartellino per lavorare alle poste. A parte alcuni scarabocchi sporadici sui fogli e un microconcerto dei Sex Pistols si parla piu' di Bowie e Buzzcocks che dei Joy Division. Se si separa l'idea che il film avrebbe dovuto parlare di una band che ha fatto la storia della musica dalla visione della pellicola che ho visto ieri sera, ci troviamo di fronte ad un film in grado di ammaliare e regalare forti sensazioni cinematografiche. E' facile. Basta convincersi che con i Joy Division non aveva proprio niente a che fare.
sabato, novembre 15
Hot Legs About To Break In
venerdì, novembre 14
You and Pelle
Ieri un sogno. Soprattutto per gli Airpop. Pelle al Diago. Che ci stava più che bene, direi. Lucine di natale sul palchetto di legno, un tamburello davanti al rullante con un cembalo davanti e una valigia per grancassa, due voci ben armonizzate, strumenti anomali, un pubblico caloroso (e rumoroso... Pelle introduce la cover di "Rocketman" con una serie di oceanici "Shhhhhhhhhh! Shhhhhhhhhh!") e un locale che cosi' imballato lo si e' visto solo per i Perturbazione.
Pelle Carlberg (chissà se l'ho scritto bene) da' il meglio di se quando si ritrova in piccoli locali con una chitarra acustica tra le mani. Il mio unplugged preferito rimarrà sempre quello di Paul McCartney nel 1991, per pulizia, melodie, impasti vocali e semplicità. Un paio di cover in più ("I believe in a thing called love", già proposta anno scorso su "Frequenze Indipendenti", se non erro) e c'eravamo avvicinati verametne alla perfezione estetica e tecnica di quello storico live.
Purtroppo mi ero ricordato della telecamera solo a concerto iniziato. Non potendo tornare indietro nel tempo come Hiro Nakamura mi accontento di fare come Petrelli Senior, che ruba i poteri alla gente, e vi linko questo filmato di Seek
Pelle Carlberg (chissà se l'ho scritto bene) da' il meglio di se quando si ritrova in piccoli locali con una chitarra acustica tra le mani. Il mio unplugged preferito rimarrà sempre quello di Paul McCartney nel 1991, per pulizia, melodie, impasti vocali e semplicità. Un paio di cover in più ("I believe in a thing called love", già proposta anno scorso su "Frequenze Indipendenti", se non erro) e c'eravamo avvicinati verametne alla perfezione estetica e tecnica di quello storico live.
Purtroppo mi ero ricordato della telecamera solo a concerto iniziato. Non potendo tornare indietro nel tempo come Hiro Nakamura mi accontento di fare come Petrelli Senior, che ruba i poteri alla gente, e vi linko questo filmato di Seek
giovedì, novembre 13
The Rise
Oggi, tornando a casa, ho trovato un pacchettino. Veniva da Londra. Philip! Finalmente è uscito "The Rise And Fall of Le Bleu", concept album sulla decadenza delle civiltò passate (e future?) dove dico la mia sull'Impero Romano partecipando col brano "Rock in the Empire"
Potete acquistare l'album di LeBeleu qui, o avere più dettagli qua.
YR so Parenthetical
Per alcuni uno dei gruppi migliori del mondo. Da album le suggestioni erano molto forti, e forse mi aspettavo un pochettino di piu' di professionalità. I Parentetical Girls aderiscono a quella parte cripto-frocia Newyorkese, che tuttavia musicalmente mi sta molto a cuore nonostante la mia incontrastata omofobia, sospendendosi tra cabaret, indiume e Velevet Underground, non condividendone tuttavia la stessa forza evocativa sia per quanto riguarda i pezzi sia per quanto riguarda i suoni. Un peccato che la gente abbia deciso che fumarsi una siga di fuori dal locale fosse meglio che fare un po' di tifo per i Flaming Lips de noiartre: i ravennati Spacepony, che sul palco avevano disposto una stesa di giocattoli ed effettiere di gran lunga superiore a quanto avrebbe potuto concedere Robert Fripp. Di contro i Pony non ci hanno concesso il bis con tanto di brano inedito acclamato dai presenti in sala.
mercoledì, novembre 12
Johnny Zonda
Era così che mi chiamava Nicolas, uno degli innumerevoli tastieristi dei Tiny Tide (contando quelli che hanno durato l'arco di una session). Col senno di poi vorse era per via di lui, anche se forse Nicolas non sapeva neanche chi fosse. O magari si'!
Pensieri disconnessi. Questa è l'unica cosa che il tempo e la fatica mi concedono di regalarvi questa sera. Finalmente ce l'ho fatta a forzarmi a trovarne un po' (di tempo) per incidere la batteria per la demo di "DAT", il prossimo brano di "TenneT", pubblicare un piccolo post su SleepWalKing, esercitarmi un po' alla chitarra, tenere pubbliche relazioni... ma non abbastanza per guardare HEROES! Cominciamo ad avviare il lettore multimediale....
lunedì, novembre 10
東京は夜の七時
Ecco alcuni filmati dei Lunetti in concerto sabato scorso a Fusignano
- The Biggest Way
- Could I call you honey
- Apples
- I can't get anything (accreditata a Operator Benni)
- The Biggest Way
- Could I call you honey
- Apples
- I can't get anything (accreditata a Operator Benni)
domenica, novembre 9
Tutti in Choro
Che dire. Gente giunta direttamente da Cortina per vedere questo concerto collaterale, dove i Lunetti si sono adoperati in una performance music moltro elektor. Cantando all'univiox, con abiti molto akai. i Lunetti amprono l'ennesima esibizione polyfusion sotto le fairlight, con suoni molto stramp.
Paddy, il boss firstman con brio che non è t.o.n.t.o. e non suona a casio, e sa quasi sempre quello che fa, ha coadiuvato il Benni in passaggi electro-harmonix. Un'altra serata kurzweil molto kawaii. Con il collaterale multivox di Francesca di Comaneci, a noi non rimane che leggere il prossimo post di Pollard in merito, attendentdo un altro concerto altrettanto optigan.
Ecco alcune foto technos.
sabato, novembre 8
72h
"Avevo una mia teoria: se si riesce a superare la barriera delle 72 ore senza sonno, non si sente più la necessità di dormire. Tutto falso."
Settimana strana. Musicalmente parlando. Anche una bella tirata. Pensavo di andare a vedere i Supergrass, mi sono capitati gli "Oh No! Oh My!". Avrei perso un gran concerto, tanto divertimento, belle emozioni, starei digitando parole inutili davanti ad un monitor con amici, cd, magliette, ricordi e un bello spottone alla Wayne's World in meno :)
No! Oh My! | Live @ Officina 49 Pt.1
No! Oh My! | Live @ Officina 49 Pt.2
No! Oh My! | Live @ Officina 49 Pt.3
No! Oh My! | Live @ Officina 49 Pt.4
Qui alcune foto
Ieri... stessa cosa! Indeciso se andare a rivedere i Clever o andare a rivedere gli Stones, alla fine il destino ha deciso per me, sballottato da una parte all'altra del vasetto della lotteria con i bigliettini del destino. Sono usciti gli Stones of Venice. Non so come sia andata ai Clever Square, che presto comunque avro' il piacere di rivedere al Lego, ma se fossi mancato al Caffè Sinatara, ieri sera, avrei perso la migliore performance dei ragazzi di St. Egidio, Cesena.
Tutti carichissimi, circondati da amici, sempre molto spontanei e disponibili, questa volta i suoni erano veramente al top. La performance e' stata molto variegata. Ha aperto Fagio Man con alcuni brani acustici. Inaspettato, sbalorditivo. Sembrava di essere in prima fila ad uno speciale acustico con Noel Gallagher. O Liam, a piacere.
Figo vedere Nico e Carlotta accovacciati tra il pubblico, a guardarlo, intonare le canzoni e fare il tifo per lui, come se fossero semplicemente amici venuti a vedere Fagio.
"Potrebbe andare avanti per tutta la serata", faccio a Nico.
Sinceramente il genuino bassista degli Stones of Venice mi risponde:"Per me andrebbe benissimo!"
- Indovinate la prossima canzone
- WONDERWALL?
- No
- Country House?
- No. Prova ancora
- ...
Parte "Help". Uguale a come l'hanno rifatta acustica gli Oasis tanto tempo fa. (Oddio. Che impressione dire queste cose. Quando parlo degli Oasis non mi sembrano veramente passati cosi' tanti anni dai novanta... brrr....)
Gli altri raggiunfono il frontman. Subito libero e piacevole fluire di energia, che ha portato ad un finale che ha proiettato sul pubblico muro di suono da fare invidia ai lavori più recenti della già stracitata band di Manchester.
Avanti così.
Stones of Venice | Live @ Caffè Sinatra Pt.1
Stones of Venice | Live @ Caffè Sinatra Pt.2
Stones of Venice | Live @ Caffè Sinatra Pt.3
Stones of Venice | Live @ Caffè Sinatra Pt.4
Stones of Venice | Live @ Caffè Sinatra Pt.5
Qui alcune foto
REBUILT OF EVANGELION
Cioè. Non ci credo. E' USCITO VERAMENTE. Non solo non era una leggenda metropolitana, non solo è uscito, ma è uscito IN ITALIA. Sono andato nella fumetteria di fiducia sotto casa, era li', l'ho preso, ho speso una cifra a dir poco imbarazzante per un doppio dvd con libretto, gadget e packaging curatissimo (cioè, 30 euri è poco, non che volessi spendere di piu') e il primo dei quattro cofanetti USCITI PER DYNAMIC (cioè, non una casa editrice del cazzo) di REBUILD OF EVANGELION è mio.
L'altra cosa incredibile è stata vedere l'entusiasmo di ragazzini più giovani di me, che non hanno vissuto la EvaMania alla sua uscita negli anni novanta riversare così tanto entusiasmo per questa frittata trita e ritrita e tirata a lungo più rimaserizzata e revisonata di Guerre Stellari e il forte attaccamento che nutrono ancora immutato i fan della vecchia guardia.
Una bella occasione per sognare ancora.
venerdì, novembre 7
giovedì, novembre 6
No Vs My
La seratona incredibile! A seguito di paccate per i Supergrass ho avuto l'opportunita' di vedere una band che, con un solo brano, per me ha quasi significato molto di piu' che un album intero di - come li hanno definiti loro - "quei fottuti britannici".
E' cosi' che, alle prime due note della canzone, dopo applausi registrati che supplivano la visibile mancanza di un pubblico degno di essere chiamato tale, con amici ritrovati incredibilmente porprio da BOlogna dove suonavano gli Albionici, riconosciuto il suono del Synth urlo:"A WALK IN THE PARK!"
Il tastierista dei texani "Oh no! Oh my", probabilmente gia' alla nonoa birra, eletto da Pullo "Il mio nuovo eroe", smette di suonare e chiede esterefatto:"Who's that guy!??!"
Alzo timidamente la manina. "WHat have you said?"
"A walk in the park...."
"We don't play that song anymore...."
Ecccomeno? Era proprio lei! E la band riprende con il suo strepitoso classico immortale.
Quello che non ho dato come cuore alla serata l'ho dato con il portafogli al banchetto.
Giu' a bango la band si e' resa perfino cosi' disponibile per registare un piccolo saluto a SleepWalKing Magazine.
Misteri della magia dell'antica birra celtica supersonica.
mercoledì, novembre 5
Hola! :)
i Tiny recensiti da qualche parte in Sud America.
Si beccano pure un nove e accostamenti a Primal Scream, Pizzicato e Brian Eno :D
Si beccano pure un nove e accostamenti a Primal Scream, Pizzicato e Brian Eno :D
martedì, novembre 4
Groove Tube
Che puntatone! Cloudberry Vs Trattoria! Non basterebbero 100 puntate. Mi sono veramente divertito! Paolo e Ale sanno veramente come fare sentire a proprio agio le persone. Per chi si fosse perso la puntata ecco la scaletta dei brani che abbiamo selezionato per la serata e l'immancabile Podcast.
Alla fine, non volontariamente, indagare per la puntata mi ha dato anche tantissimo materiale per SleepWalKing (ormai soprannominato ufficialmente "Il Bloggone", mi vergogno un po' a chiamarlo Magazine...). Ho appena pubblicato l'intervista a Jorgen dei Cloudberry Jam, che fa il paio con quella a Roques di Cloudberry Records (da oggi soprannominato "Roqqo e il suo fratello Roll") pubblicata qui.
Arigato to oyasuminasai :)
lunedì, novembre 3
SleepWalKing!!
Mah. Era da tempo che pensavo: tanto anche se scrivo in Italiano c'e' comunque gente che parla Inglese che mi chiede di essere intervistata per 7 Sundays... perchè buttare via tutto quello che mi trascrivo dall'Inglese all'Italiano? Poi altri pro mi sono venuti in mente tutti da se. Non sarebbe interessante, ad esempio, per il fan di una band di Bristol, Malmo o Victoria vedere come si sono comportati i loro beniamini all'estero?
Mi aveva colpito, tempo fa, che dal forum dei fan dei Long Blondes stessero commentando appassionatamente i filmati del concerto di Bologna postati su Youtube. Dai dai. Diciamolo. E' anche un'ottima palestra per fare pratica con il mio finto Inglese, dando vita a nuovi meravigliosissimi errori da scovare!
E cosi', spinto soprattutto dall'amico Alian, alla fine il sassolino gettato dalla valanga e' diventato un montagna. L'occasione per lanciare la pietruzza la trasmissione di questa sera di Geeks Radio: "Cloudberry Vs Trattoria".
Di entrambe le case discografiche nella rete si riesce veramente a scovare poco. Cosi' ho pensato di rivolgermi direttamente ai protagonisti delle due case discografiche. I primi post vedranno quindi apparire interviste a Hideki Kaji, Roques di Cloudberry, Jorgen dei Cloudberry Jam, Stars in Coma ecc ecc ecc
Con collaboratori di tutto rispetto da Inghilterra, America e Svezia (vediamo quanto saranno pigri) immagino che tutto il resto verra' da se :)
Come direbbe Michael in punta di piedi:"Hi-iiiiiiiiiiiiiii! Chamonna!"
domenica, novembre 2
Sweet Great Ladybird
I Ladybird, Francia, NuovaZelanda,San Martino Spino, ne hanno dalla loro, e sono riusciti a sbalordirmi dal vivo molto di piu' che dagli ascolti su MySpace (eccolo :D )
Energia, eclettismo, voglia di divertirsi, meravigliosi cd del tutto personalizzati, che riflettono la loro giovane indole picaresca.
Oltre al souncheck di cui sopra vi rimando ad altri due filmati della serata:
Ladybird @ Lego Video 1
Ladybird @ Lego Video 2
Domani, da non perdere, la serata "Cloudberry Vs Trattoria", dove io Paolo e Ale metteremo a confronto i brani delle due etichette indipendenti Svedese e Nipponica. La serata è stata per me la scusa per intervistare Roque, Jorguen dei Cloudberry Jam, e qualche altro protagonista delle etichette, e darmi una mossa per varare un progetto ancora in gran parte in fase di completamento, che presentero' domani (Grazie a Boch che mi sta dando una mano in questo momento di grande Wordpresconforto!)
L'appuntamento è su Geeks Radio su Radio Onda D'Urto.
Till then.... Mata ne :)
Days And Days
Sono stato bene ieri sera con Bando Gaya Massi Eli Robbie e Nice. Poi come non fare a stare bene quando una serata è sia Pop che Nice. Chacchiere, deliri musicali, cibi e aperitivi... quando giro con certi miei amici sembra proprio di vivere in un mondo parallelo. E per fortuna!
Finalmente Robbie ha assaporato i millantati sapori dei 3 xxx XD
Have a nice sunday
Finalmente Robbie ha assaporato i millantati sapori dei 3 xxx XD
Have a nice sunday
sabato, novembre 1
BCK
Allora. All'inizio pensavo a questo duo fantasmagorico. Un duo country che, armato della solo chitarra, si muovesse da club a club a cantare delle loro visioni di un country trasfigurato in chiave pop. La canzone di apertura del loro album sarebbe stata piu' o meno questa.
Tiny Tide - BCK
Our Band
Ecco il set di video completo per la serata "Pop International" al Lego, 2008
1. A Song for EMI
2. Kitty Jesus
3. S♥L
4. Girls from Ronta
Enjoy :)
(Una delle parti piu' spettacolari e' stata Porlock che mi dirigeva in Kitty Jesus come un vero maestro d'orchestra!)
1. A Song for EMI
2. Kitty Jesus
3. S♥L
4. Girls from Ronta
Enjoy :)
(Una delle parti piu' spettacolari e' stata Porlock che mi dirigeva in Kitty Jesus come un vero maestro d'orchestra!)
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