Elettronicamente parlando....Ecco a voi i (adireilveroldissim) Freezepop, ripescati oggi per caso da vecchi ascolti.
Non saranno cool per un cazzo... ma sentite che carini! "Helldorado Days" spacca. Sulle altre canzoni devono lavorarci un po' di piu'... ma i ragazzi mi ispirano fiducia :)
sottotitolo: "Riflessioni personali sull'universo R.E.M. a seguito della lezione del Prof. Bertaccini "la versione colta di "La Bamba", che allora andava un casino. Probabilmente l'"Ob-la-di' Ob-la-da'" del gruppo di Athens (Notate come "le scene" nascano sempre in posti chiamati "Athens", "Olympia", e noi ci dobbiamo accoltellare di Maniago)
Poi avvenne "qualcosa", un evento di portata mediatica tale che neanche la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Uscì "Out of time", e fu' subito un rimbalzare 25 ore su 24 in tv, radio e ogni angolo di strada di "Losing my religion" e "Shiny Happy People", che se non altro ha avuto il merito di farmi conoscere i B52 (non i cocktail).
Tutti avevano quell'album in casa, ho ricordi vividissimi di Ponte Abbadesse, il mio "parco giochi" in età adolescenziale, di gente che lo ascoltava da stereo piazzati dalle finestre intanto che girava in skateboard e lo usava come colonna sonora drastica e incessante delle noste serate passate a giocare a Poker e Dernier. I video erano patinatissimi, le melodie infestanti e melliflue. In poche parole: tutti li amavano, io li odiavo.
Poi passarono un po' di anni. Come sempre accadde "qualcosa", un evento di portata tale da cambiare il corso dell'evoluzione dei mei gusti musicali. Dopo un'incredibile batosta amorosa andai a sbollire un po' a casa di mia cugina, allora grande acquirente di album rock (oggi ascolta ciapalagaleina), e fra "Stone Temple Pilots", "Weezer" e "Soundgarden" le fregai anche " Automatic for the people", "Green", "Document", "Dead Letter Officice" e "Life's Rich Pageant".
La band era meno ruffiana e piu' acerba di quanto aveva lasciato intendere alla fine degli anni ottanta, alcuni brani avevano aperture all'americana Californiana, i testi di Stipe erano assolutamente semplici, articolati, svincolati da qualsiasi contesto, geniali. In poche parole me ne innamorai scivolando dentro quel mondo fatto di cassettine duplicate neanche troppo lentamente, e finii per innamorarmente.
Scoprivo la band Georgiana affondare le radici in suoni sixties e nella tarda psicadelia, con chitarre molto vicine ai Byrds. Citazionisti quanto basta, ma mai imitatori, i REM diventarono il pane di quei giorni.
In seguito mi procurai anche il resto della discografia. Devo dire che tutt'ora ritengo i primi album troppo aspri, ingenui, inutilmente fracassoni e poco ispirati, mentre mi scopro a preferire lavori che vengono tipicamente considerati fuffa minore dai fan puristi (fra questi "Monster", "New Adventure In Hi-Fi" e "Up", ingiustamente sottovalutati).
Il perfetto equilibrio fra ingenua rabbia e assueffazione da MTV rimane sicuramente "Lifes Rich Pageant", pubblicato dalla Irs nel 1986, che il Professor Bertaccini ha piu' o meno ricordato come: "Ma che cavolo di album strano è questo? Non riesco ad ascoltare altro".
Curato dal produttore di John Cougar e dei Blasters, Don Gehman l'album finalmente ha una sonorità corposa e pulita, allargando lo spettro dei gusti musicali del gruppo definendone meglio uno stile proprio. Alcuni brani si discostano maggiormente dai riferimenti Byrdiani (pura ancora presenti) come il rarefatto "The flowers of Guatemala" mentre altri ricordano da vicino il primo Dylan ("Swan Swan H" = "Girl of the north Country"), c'e' poi il possente spirito southern di "Hyena" e i curiosi miscugli di border folk e suggestioni latine (nella Santaniana "Underneath the bunker").
L'album non risulta pesante, proprio per questa sua eterogenieta' inaspettata, che apre a momenti di rock a tutto tondo, squadrato e compatto, con un'incredibile ed energica "Begin the begin" dal fraseggio chitarristico sixties, la nervosa e velvettiana "What if we give it away?" e la magistrale e incalzante "Just a touch".
L'album comprende anche la cover di un ignoto brano degli anni '60, "Superman", che ricorda Tommy James & The Shondells. E torna a rendere omaggio ai Byrds con il brano di maggior successo, "Fall on m", che procede in un tripudio di dodici corde e coretti. Quanto bastava per girare la cassetta e riprendere l'ascolto tutto da capo.
"This artificial me / I'd like to show you what I really could be / Want to run across the office tables / Singing / No you won't hurt me / No, no you won't hurt me / And I'll keep running 'til I reach the sea""
- sottotitolo: da Ariel Pink a ZondaZygote -
... e con questo freddo forse morirebbe assiderata... chi l'avrebbe detto che quando ho preso la decisione di prendere in mano una chitarra sarei finito a provare con un gruppo.... proprio vicino ad una piscina come in Beck!? Finalmente una (bruttissima) foto notturna :)
Molto spesso quando penso alla prima serata di Losing My Badge, mi ricordo che in quel periodo ascoltavo Beat Crusaders, "Sreetlife Serenade" (l'albulm strumentale di Billy Joel), Chumbawamba, Ellegarden, rispolveravo Fairport Convention e Elton John... e all'improvviso - il 29 Ottobre 2005 - fu' un fiorire di !!! (Take Extasy With me), I'm From Barcelona, Inside Riot (Il "covo" delle "Coniglie Selvagge"), LCD SoundSystem, Arcade Fire, The Dead 60s, The Je Ne Sais Quoi, The National, The Soup Greens, Yuppie Flu e X2! Insomma: una rivoluzione copernicana, gia' anticipata a settembre da "How Does It Feel to Be Loved". 
Quando penso al Main Stream radiofonico Giapponese mi vengon sempre in mente due nomi: Hikaru Utada e Ayumi "Ayu" Hamasaki. Una piu' inspopportabile dell'altra. Quando Aye e' apparsa nel firmamento delle charts nippnonesi, mi veniva solo da pensare:"Ma chi è questa pazza che cerca di fare le scarpe a Namie Amuro?"

E' inutile che venga qui, davanti a video e tastiera, e mi improvvisi esperto di Jazz. Come per la musica classica, la scena e la storia del Jazz rimane per me una sorte di palude inesplorata in cui muovermi sguazzando nell'indistinto appiccicume della notte. Mi muovo a tentoni, in genere cercando correnti piu' calde o rimanendo, colpito per pura casualita', ad ammirare scenari e atmosfere quando alcuni rami si dipanano nella foresta musicale lasciandomi intravedere scorci meritevoli di rispetto e attenzione.
Cazzo che sonno. Ringrazio chi di dovere lassu' in cielo per avere donato a Windows XP la fantastica opzione "Ripristina l'ultima configurazione di sistema SICURAMENTE FUNZIONANTE ". Che FUNZIONI VERAMENTE questa cosa me ne stupisco ogni volta. Tipo da buttarmi in ginocchio e gettare baci al soffitto.
Dalla cassetta:
Alla faccia del cazzo di tutti quelli che dicono che comprare e produrre cd e' diventata una cosa inutile. Io ADORO comprare Cd, in maniera oculata, cosi' come amo scaricare e conoscere di tutto. Ma non posso sottrarmi alla gioia di trovare un pacchetto FISICO E TANGIBILE da attendere, ricevere , scartare, sfogliare, ascoltare nello stereo senza avviare computer o inserire chiavette usb, e seguire come in un viaggio su un binaro guardando dal finestrino un percorso musicale ben definito, emozionale e sensato, magari seguendo anche i testi, o gioiendo delle illustrazioni.

Devo ammettere che a volte (diciamo spesso) non c'è una distinzione molto netta fra quello che puo' essere il J-Pop mainstream nipponico e il piu' becero dei Karaoke. Una tastiera, una chitarrina campionata, un po' di Melodine e via andare.
"Tu forse non hai capito chi e' Chicco. Chicco è Chicco, è Chicco e basta. Cioe'. Come faccio a spiegartelo? Praticamente e' Chicco"
Splendidi i Lucky Soul. Com'e' stata splendida la serata (ma io ero un po' cotto verso la fine). Un piacere reincontrare tanti amici. Hanno ragione gli Ex-Otago! VIVA L'INVERNO!
....state a sentire questa...
Voi conoscete Giulio Casale? Che ne pensate? Secondo me ricade nella categoria di quegli artisti che hanno tutte le carte in regola per riuscire a potersi inserire in uno specifico mercato ed esserne ingiustamente lasciato fuori. La parte di mercato a cui mi riferisco, la zona specifica, quella del cantautorato anni 80. Voce gradevole, melodie eteree e soffuse, sospeso fra Fabrizio DeAndre', DeGregori, Gaber e Nick Drake, Giulio Casale canta mondi vernacolari reclamando amore in deprimenti miraggi senza cuore trasportandoci frequetemente nell'arco di un violino in ritratti femminili cosi' distanti - per fortuna - da tutto l'indiume che ci sfracella gli I-Pod.
"I wish to change!"