"Though Montreal's appealing / I need the real thing / Paris, oh Paris be mine"
Questa versione e' semplicemente meravigliosa! Proprio da Pic-Nic all'aperto!
Loro sono Les Breastfeeders, manco a dirlo di Montreal. Indiscutibilmente molto amati anche in Francia, dove sono previste un bel po' di numero di date del loro tour.
Il cd da cui e' tratta è "Déjeuner sur l'herbe", come il quadro di Manet. Risale al 2004, E potete acquistarlo qui.
A mio avviso, fra qualche anno, l'ondata di pop sperimentale Canadese diventera' una religione simile a quella rastafari, e tutti i loro appartenenti venereranno Parigi come la loro nuova Zion...
mercoledì, febbraio 28
Forever LOST
Geniale. Mai riso cosi' tanto. Gli sceneggiatori di LOST si staranno ponendo gli stessi dilemmi?
Cliccate qui.
{Via Gareth Jax}
Cliccate qui.
{Via Gareth Jax}
Une échape, une rose
"February". L'ignobile cantato. Premesso che ci devo lavorare... Secondo voi... è meglio rimanere nella Soluzione 1.1 o procedere nella Soluzione 2.1?
Qui invece faccio una cover con Car Power...
Qui invece faccio una cover con Car Power...
Heavy Metal
Il Bronson rilancia. E rilancia grosso.
Non solo "Les Fauves" di supporto a "A Toy Orchestra" (Come beccare 2 picc con 1 Fauv!)... ma giovedi' 17 Maggio annullate il vostro appuntamento dal dentista, rimandate l'incontro al Bowling con Gwyneth, non andate a giocare ai cavalli...
ARRIVANO GLI OF MONTREAL!!!! GRAZIE CHRIS!!!!
(non pensavo fossi' COSI' potente...)
Non solo "Les Fauves" di supporto a "A Toy Orchestra" (Come beccare 2 picc con 1 Fauv!)... ma giovedi' 17 Maggio annullate il vostro appuntamento dal dentista, rimandate l'incontro al Bowling con Gwyneth, non andate a giocare ai cavalli...
ARRIVANO GLI OF MONTREAL!!!! GRAZIE CHRIS!!!!
(non pensavo fossi' COSI' potente...)
martedì, febbraio 27
Human Mirror
Si era parlato, qualche giorno fa, tipo ieri, della scarsa propensione da parte delle compagnie pubblicitarie a trovare soggetti originali e sensati per promuovere la vendita di jeep e auto sportive. Ebbene. Avete mai pensato a chi invece preferisce andare in giro senza macchina? Loro si' :)
{Via Dragov}
Update (probabilmente il piu' veloce della storia)
Per la passeggiate notturne Seek consiglia queste.
{Via Dragov}
Update (probabilmente il piu' veloce della storia)
Per la passeggiate notturne Seek consiglia queste.
Big Fan
.
.
Molto spesso noi fan sfegatati del pop piu' ricercato e sperimentale andiamo a cercare i nostri idoli negli angoli piu' sparuti dell'Universo. Gli States, la Svezia (ormai una miniera), il Giappone, l'Uganda. Poi rimaniamo con i pensieri sospesi a quanto bello sarebbe avere una casetta a Montreal... quando of Roma nascono (quasi one man) fenomeni musicali come i Babalot.
Ora. Pazzia ne avevano gia'. Che la tecnica in quattro anni venga in loro aiuto e' solo una meraviglia. "Un segno di vita", del 2005, l'ho scoperto solo ora. L'album non ha certo la pretesa di spiegarci "cosa succede quando uno muore", ma rimane un connubio perfetto fra pop, sperimentazione, atmosfere stonate alla "Pinkerton", e quadretti di vita quotidiana in perfetto stile " Aiuola", che rimane la mia casa di produzione italiana indie preferita. If you can't be with the band you love... love the one you're with!
Da "Un segno di vita":
"Tutte le ragioni"
"Diavolo"
Da "Cosa succede quando uno muore":
"La lavatrice e il muro"
"Panca Bestia"
.
Molto spesso noi fan sfegatati del pop piu' ricercato e sperimentale andiamo a cercare i nostri idoli negli angoli piu' sparuti dell'Universo. Gli States, la Svezia (ormai una miniera), il Giappone, l'Uganda. Poi rimaniamo con i pensieri sospesi a quanto bello sarebbe avere una casetta a Montreal... quando of Roma nascono (quasi one man) fenomeni musicali come i Babalot.
Ora. Pazzia ne avevano gia'. Che la tecnica in quattro anni venga in loro aiuto e' solo una meraviglia. "Un segno di vita", del 2005, l'ho scoperto solo ora. L'album non ha certo la pretesa di spiegarci "cosa succede quando uno muore", ma rimane un connubio perfetto fra pop, sperimentazione, atmosfere stonate alla "Pinkerton", e quadretti di vita quotidiana in perfetto stile " Aiuola", che rimane la mia casa di produzione italiana indie preferita. If you can't be with the band you love... love the one you're with!
Da "Un segno di vita":
"Tutte le ragioni"
"Diavolo"
Da "Cosa succede quando uno muore":
"La lavatrice e il muro"
"Panca Bestia"
lunedì, febbraio 26
Mutt Ramon
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Porlock mi chiede:"... ma chi è Mutt Ramon?"
Io intanto gli rispondo che non è un cantante, bensì una band Albionica.
Poi, ripensandoci, penso che Porl' si aspetti una risposta piu' articolata di:"Sono due cialtroni..."
Anche se il video di cui sopra potrebbe dare adito a tale interpretazione.
In realtà i "Mutt Ramon" (Simon Lancaster e Neil Johnson, Manchester) emergono dal grande oceano della musica Indie per fare capolino con il loro apprezzatissimo pop melodico tentende all'acustico "beatlesiesque" (aggettivo che non esiste, riponete lo Zondarelli, l'ho inventato adesso) talvolta contaminato con elettronica casereccia.
Loro dicono di suonare la musica tipica del loro paese di origine, che non è Buffolandia ma la fantomatica "Repubblica di Ramonia". In Italia vengono scoperti e contrabbandati dalla MyHoney Records, a cui fanno capo i Signori Lunettosi, già prometei di band indie-culto quali Rough Bunnies e Soda Fountain Rag. Attenzione a non perderli. I Mutt Ramon potrebbero portare alla luce tutto quello che i New Order hanno scartato per eccesso di produzione.
Ecco la loro "Silver Moon Boots"
Io confido veramente in una cover di "Pop - Goes my Heart", dei Pop
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Porlock mi chiede:"... ma chi è Mutt Ramon?"
Io intanto gli rispondo che non è un cantante, bensì una band Albionica.
Poi, ripensandoci, penso che Porl' si aspetti una risposta piu' articolata di:"Sono due cialtroni..."
Anche se il video di cui sopra potrebbe dare adito a tale interpretazione.
In realtà i "Mutt Ramon" (Simon Lancaster e Neil Johnson, Manchester) emergono dal grande oceano della musica Indie per fare capolino con il loro apprezzatissimo pop melodico tentende all'acustico "beatlesiesque" (aggettivo che non esiste, riponete lo Zondarelli, l'ho inventato adesso) talvolta contaminato con elettronica casereccia.
Loro dicono di suonare la musica tipica del loro paese di origine, che non è Buffolandia ma la fantomatica "Repubblica di Ramonia". In Italia vengono scoperti e contrabbandati dalla MyHoney Records, a cui fanno capo i Signori Lunettosi, già prometei di band indie-culto quali Rough Bunnies e Soda Fountain Rag. Attenzione a non perderli. I Mutt Ramon potrebbero portare alla luce tutto quello che i New Order hanno scartato per eccesso di produzione.
Ecco la loro "Silver Moon Boots"
Io confido veramente in una cover di "Pop - Goes my Heart", dei Pop
Out of here
Qualcuno, sette anni or sono, mi chiese molto seriamente: "Scrivi un libro per me".
Ci voleva troppo, e una domenica le ho scritto una canzone. Ieri un amico me l'ha richiesta (se poi ho capito bene). Fa abbastanza cacare. A dirla tutta e' anche molto ingenua. Pero' ci sono tanti clue beatlesiani. Ad ogni modo eccola qui.
Ci voleva troppo, e una domenica le ho scritto una canzone. Ieri un amico me l'ha richiesta (se poi ho capito bene). Fa abbastanza cacare. A dirla tutta e' anche molto ingenua. Pero' ci sono tanti clue beatlesiani. Ad ogni modo eccola qui.
POP! (Goes My Heart)
.
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E' da tanto che non vedevo una commedia cosi' ben realizzata e soddisfacente come Music & Lyrics
Buona sceneggiatura (ottima, soprattutto sentendo il peso di dover dimostrare quanto un buon testo debba essere in grado di supportare un buon acting e quanti attenti appassionati di musica avrebbe attirato), ottimi attori, veramente umani, simpatici e coinvolgenti (vedi CORA CORMAN! ), regia veramente attenta e magistrale nel cogliere quel miliardo di riferimenti alle piu' importanti commedie americane ("Manatthan", "When Harry Met Sally") e ad una cultura pop musicale che sguazza in piu' di vent'anni di vestitini ai minimi termini, frullate d'anca e ammiccamenti.
"Scrivimi una canzone" (solito titolo fetuso per la versione italiana). Ovvero: un giorno qualcuno nei posti alti si deve essere alzato, deve avere ascoltato "Andrew Ridgeley" dei "Black Box Recorder" e deve aver deciso di trarre un film dalla canzone.
Ormai Hugh Grant ha abbandonato quel ruolo da triglia sbiadita a cui era stato relegato nei primi anni novanta, e si sta evidentemente specializzando nella figura dell'uomo di mezz'eta' single spiantato e felice di esserlo con una chiara propensione per la musica orecchiabile.
Fatto sta che Music & Lyrics mi ha conquistato fin dal primo secondo. Perche' capisci subito, quando un film apre all'istante con il remake della summa di quanto di piu' turpe ci hanno proposto gli anni 80 sotto forma di video musicale MTV, che quello che ti trovi di fronte proiettato sara' un lavoro ironico, coraggioso, intelligente e curato.
Interessante notare come Alex Fletcher utilizzi lo stesso "metodo di registrazione fai da te" che utilizzo io per incidere (paro paro). Solo che lui lo suona per il verso!
Eccezionale anche lo stravolgimento della "bravissima" Cora Corman (Karma Koma? Somma delle varie Britney Spears, Madonna, Cristine Aguilera) della canzone scritta per lei, da poter tranquillamente reggere il confronto con la piu' ritmata delle canzoni di Medulla!
Altro brivido musicale sui titoli di coda. Parte quella tastierina cosi' tanto catchy su una base di chitarra acustica pressoche' perfetta.
"Ma io questa la conosco", faccio con Seek. E la conoscevo si'! Solo che ritenevo praticamente impossibile che qualcuno la scegliesse come testimonial di un film! Era "Work To Do" dall'ultimo album degli AMERICA, presto in concerto a Bologna!!!
Praticamente un film tagliato su misura per me. Chi viene a rivederlo? :)
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E' da tanto che non vedevo una commedia cosi' ben realizzata e soddisfacente come Music & Lyrics
Buona sceneggiatura (ottima, soprattutto sentendo il peso di dover dimostrare quanto un buon testo debba essere in grado di supportare un buon acting e quanti attenti appassionati di musica avrebbe attirato), ottimi attori, veramente umani, simpatici e coinvolgenti (vedi CORA CORMAN! ), regia veramente attenta e magistrale nel cogliere quel miliardo di riferimenti alle piu' importanti commedie americane ("Manatthan", "When Harry Met Sally") e ad una cultura pop musicale che sguazza in piu' di vent'anni di vestitini ai minimi termini, frullate d'anca e ammiccamenti.
"Scrivimi una canzone" (solito titolo fetuso per la versione italiana). Ovvero: un giorno qualcuno nei posti alti si deve essere alzato, deve avere ascoltato "Andrew Ridgeley" dei "Black Box Recorder" e deve aver deciso di trarre un film dalla canzone.
Ormai Hugh Grant ha abbandonato quel ruolo da triglia sbiadita a cui era stato relegato nei primi anni novanta, e si sta evidentemente specializzando nella figura dell'uomo di mezz'eta' single spiantato e felice di esserlo con una chiara propensione per la musica orecchiabile.
Fatto sta che Music & Lyrics mi ha conquistato fin dal primo secondo. Perche' capisci subito, quando un film apre all'istante con il remake della summa di quanto di piu' turpe ci hanno proposto gli anni 80 sotto forma di video musicale MTV, che quello che ti trovi di fronte proiettato sara' un lavoro ironico, coraggioso, intelligente e curato.
Interessante notare come Alex Fletcher utilizzi lo stesso "metodo di registrazione fai da te" che utilizzo io per incidere (paro paro). Solo che lui lo suona per il verso!
Eccezionale anche lo stravolgimento della "bravissima" Cora Corman (Karma Koma? Somma delle varie Britney Spears, Madonna, Cristine Aguilera) della canzone scritta per lei, da poter tranquillamente reggere il confronto con la piu' ritmata delle canzoni di Medulla!
Altro brivido musicale sui titoli di coda. Parte quella tastierina cosi' tanto catchy su una base di chitarra acustica pressoche' perfetta.
"Ma io questa la conosco", faccio con Seek. E la conoscevo si'! Solo che ritenevo praticamente impossibile che qualcuno la scegliesse come testimonial di un film! Era "Work To Do" dall'ultimo album degli AMERICA, presto in concerto a Bologna!!!
Praticamente un film tagliato su misura per me. Chi viene a rivederlo? :)
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One Dream Every Minute
Il sogno che ho fatto ieri notte e' stato fantastico. Quanto inquietante. Era notte. Non chiedetemi come (era un sogno) riuscivo a volare. L'unico problema e' che non avevo davvero nessuna parte dove andare, visto che tutto il Mondo (nel dettaglio: la mia citta') era circondato dal Male.
Non so perche' non tutti riuscissero a vederlo. Il male era una sostanza visibile, palpabile, densa, fumosa e oscura, e stava pian piano avvolgendo tutto, contagiando cose e persone. Non ero il solo che stava cercando una fuga, o un rimedio a questa situazione. Amicici e personaggi molto popolari erano ugualmente allertati, ed ero entrato in contatto con loro per cercare di farvi fronte. Molte persone con cui entravo in contatto avevano pero' volti e identita' completamente diverse da quelle che mi ricordavo. Mi viene quindi spiegato, gentilmente, che in realta' esistono cinque o sei realta' differenti da quelle in cui vivo, e che sono in grado di incontrarsi l'un l'altra solo nel mondo dei sogni.
Ora. L'incubo era molto piu' dettagliato, ma fra continuare a sognarlo e svegliarsi per prendere appunti per scrivere un best seller voi cosa avreste fatto? Bravi! Ho continuato a sognare.
Quando la fase R.E.M. e' ripresa, l'ultima cosa che alla fine mi sono ricordato e' che eravamo io, Seek e Robbie in un ascensore di un grande centro commerciale, attendendo di arrivare al piano terra per uscire dal Mall senza avere acquistato nulla. Back to reality, 'nsomma.
Non so perche' non tutti riuscissero a vederlo. Il male era una sostanza visibile, palpabile, densa, fumosa e oscura, e stava pian piano avvolgendo tutto, contagiando cose e persone. Non ero il solo che stava cercando una fuga, o un rimedio a questa situazione. Amicici e personaggi molto popolari erano ugualmente allertati, ed ero entrato in contatto con loro per cercare di farvi fronte. Molte persone con cui entravo in contatto avevano pero' volti e identita' completamente diverse da quelle che mi ricordavo. Mi viene quindi spiegato, gentilmente, che in realta' esistono cinque o sei realta' differenti da quelle in cui vivo, e che sono in grado di incontrarsi l'un l'altra solo nel mondo dei sogni.
Ora. L'incubo era molto piu' dettagliato, ma fra continuare a sognarlo e svegliarsi per prendere appunti per scrivere un best seller voi cosa avreste fatto? Bravi! Ho continuato a sognare.
Quando la fase R.E.M. e' ripresa, l'ultima cosa che alla fine mi sono ricordato e' che eravamo io, Seek e Robbie in un ascensore di un grande centro commerciale, attendendo di arrivare al piano terra per uscire dal Mall senza avere acquistato nulla. Back to reality, 'nsomma.
domenica, febbraio 25
Heretical
"Nissan" e "Jeep Compass". Al di la' della vaccata dell'idea in se (mi immagino quando e' stato chiesto al pubblicitario in cui cosa consistesse la campagna:"Usiamo la macchina come skateboard"), è chiaro che di fronte ad un'aridità simile di idee tale da convergere nella medeisma boiata, non è sufficientemente valorizzato chi di creatività e ingegno potrebbe farne un mestiere.
La rivoluzione partira' da "Quelli che il calcio"?
PS (Skin per caso ha recentemente bisogno di soldi per pagare l'affitto del suo appartamento a Lambrate? No, perche' se non state attenti ve la trovate anche nel parco sotto casa...)
La rivoluzione partira' da "Quelli che il calcio"?
PS (Skin per caso ha recentemente bisogno di soldi per pagare l'affitto del suo appartamento a Lambrate? No, perche' se non state attenti ve la trovate anche nel parco sotto casa...)
Otaku Kids
Neon Genesis Evangelion è cominciato e terminato a meta' degli anni novanta. Per l'impatto che ha avuto nella psiche dei poveri Otaku disadattati (Otaku lo si e' potenzialmente dalla nascita, difficilmente per scelta), ha fatto talmente tanto parlare di se' che a piu' di 10 anni di distanza siamo ancora qui a discuterne. L'unica cosa a cui siamo ormai rimasti aggrappati, esauriti dvd, edizioni con versioni uncut dell'anime, videogiochi, etc & etc, in attesa di un'utopistico film dal vivo Hollywoodiano, è rimasto il fumetto.
Il fumetto di Evangelion e' affidato al disegno del capace maestro Sadamoto, soprannominato per larapidità con cui finisce i suoi lavori "sadaronf", ed è ancora capace di tenerci in ansia e trepidante attesa per lo sviluppo narrativo parzialmente alternativo rispetto allo svolgimento della serie televisiva.
Il problema e' essenzialmente questo: Sadamoto e' talmente lento e contemporaneamente ricercato e pieno di impegni che per una quarantina di pagine di fumetto ci tocca aspettare MESI. Poi uno va in fumetteria, gioisce per l'uscita del nuovo numero dopo averlo atteso per cosi' tanto tempo (a dire il vero io arrivo addirittura a dimenticarmi della sua esistenza, dubitando perfino che un numero successivo abbia la possibilita' di uscire), lo mette sul comodino, va per leggerlo.... E FINISCE IMMEDIATAMENTE!
Quaranta pagine finite in cinque minuti! Quaranta pagine fatte di sguardi, attese, primi piani, ricordi offuscati, gioia per gli occhi... in cui sostanzialmente non accade NULLA. Arrivi a sfogliare l'ultima pagina alla tua sinistra (il senso di lettura dei fumetti giapponesi e' opposto al nostro), e cosa pensi? Ho aspettato quattro mesi per niente!
L'altro fumetto dall'uscita molto sporadica, ma piu' costante, e' "Alita Last Order", raro caso in cui il titolo è stato cambiato in Italiano, visto che il nome della protagonista ("Gunm"), era descisaemente meno accattivante di quello proposto dalla prima rivista che ne pubblico' le tavole nel lontano 1990 ("Zero", della defunta e storica "Granata Press").
La storia di Alita e' di portata storica, fate conto tipo i grandi romanzi russi, che si svolgono occupando uno spazio temporale di centinaia di anni e dove un singolo personaggio piu' che sencondario puo' rubare la scena al protagonista con le sue vicessitudini per pagine e pagine, solo per farti inserire piu' sottilmente all'interno del contesto narrativo facilitando la sospensione dell'incredulita'.
Bene. Alita (che e' ancora in corso dopo una lunca pausa di anni proprio dal 1990) sta recentemente prendendo una piega che, a mio avviso, si fa battere per genialita' soltanto quando Hagiwara nel fumetto "Bastard!!" decise, in una storia gia' sufficientemente incasinata, di inserire ventiquattro nuovi personaggi contemporaneamente.
La storia di Alita e' ambientanta nel futuro. Ma in un futuro molto futuro. In un futuro talmente futuro che il futuro futuro a cui pensate in realta' e' gia' passato da un pezzo. L'ambientazione della storia, fino a - diciamo - otto mesi fa' (e comunque ancora il tema princiopale) e' attualmente legato a questa ragazza che di umano non ha praticamente nulla se non i ricordi, intenta a partecipare ad un torneo modello cyber-gladiatori ad eliminazione diretta per dar modo ai suoi compagni di riuscire ad affrancare degli schiavi (se ormai ricordo bene).
Ebbene. Ormai non so da quanti numeri la storia si sta soffermando (ma non in flash back... in modo CONTINUATIVO) sull'assistente di un personaggio secondario (l'adorabile Principessa di Marte, mi sembra), che si scopre in realta' essere una vampira esistente da MIGLIAIA DI MILLENNI, riscoprendo attraverso i suoi occhi gli ultimi bagliori dell'umanita' e del loro rapporto con questa sorta di vampiri. Che cazzo centra con tutta la storia di Alita? Spero di poterlo sapere anch'io nell'arco di qualche anno.
Spunti per portare avanti la storia ce ne erano gia' a sufficienza per andare avanti all'infinito. Penso che l'autore si sia semplicemente fatto rapire da uno spunto inaspettato, sfuggitogli di mano per la pregnanza e l'incanto dei temi e dei personaggi trattati. Oltre alla genialita' della cosa in se'.
Altro colpetto di genio quello di inserire nuovi personaggi disegnando ognuno con uno stile di tratto diverso esule dai soliti canoni del fumetto giapponese.
Chiudiamo con una nota legata al penultimo episodio dell'anime di Beck pubblicato in Italia: eppure io ero sicuro che la canzone che Koichi cantava al Grateful Sound 5 era "I've got a feeling" dei Beatles... Come mai in Italia blatera delle cose senza senso? Questione di diritti musicali? Spero che Wildy riesca a darci delucidazioni in merito :)
Il fumetto di Evangelion e' affidato al disegno del capace maestro Sadamoto, soprannominato per larapidità con cui finisce i suoi lavori "sadaronf", ed è ancora capace di tenerci in ansia e trepidante attesa per lo sviluppo narrativo parzialmente alternativo rispetto allo svolgimento della serie televisiva.
Il problema e' essenzialmente questo: Sadamoto e' talmente lento e contemporaneamente ricercato e pieno di impegni che per una quarantina di pagine di fumetto ci tocca aspettare MESI. Poi uno va in fumetteria, gioisce per l'uscita del nuovo numero dopo averlo atteso per cosi' tanto tempo (a dire il vero io arrivo addirittura a dimenticarmi della sua esistenza, dubitando perfino che un numero successivo abbia la possibilita' di uscire), lo mette sul comodino, va per leggerlo.... E FINISCE IMMEDIATAMENTE!
Quaranta pagine finite in cinque minuti! Quaranta pagine fatte di sguardi, attese, primi piani, ricordi offuscati, gioia per gli occhi... in cui sostanzialmente non accade NULLA. Arrivi a sfogliare l'ultima pagina alla tua sinistra (il senso di lettura dei fumetti giapponesi e' opposto al nostro), e cosa pensi? Ho aspettato quattro mesi per niente!
L'altro fumetto dall'uscita molto sporadica, ma piu' costante, e' "Alita Last Order", raro caso in cui il titolo è stato cambiato in Italiano, visto che il nome della protagonista ("Gunm"), era descisaemente meno accattivante di quello proposto dalla prima rivista che ne pubblico' le tavole nel lontano 1990 ("Zero", della defunta e storica "Granata Press").
La storia di Alita e' di portata storica, fate conto tipo i grandi romanzi russi, che si svolgono occupando uno spazio temporale di centinaia di anni e dove un singolo personaggio piu' che sencondario puo' rubare la scena al protagonista con le sue vicessitudini per pagine e pagine, solo per farti inserire piu' sottilmente all'interno del contesto narrativo facilitando la sospensione dell'incredulita'.
Bene. Alita (che e' ancora in corso dopo una lunca pausa di anni proprio dal 1990) sta recentemente prendendo una piega che, a mio avviso, si fa battere per genialita' soltanto quando Hagiwara nel fumetto "Bastard!!" decise, in una storia gia' sufficientemente incasinata, di inserire ventiquattro nuovi personaggi contemporaneamente.
La storia di Alita e' ambientanta nel futuro. Ma in un futuro molto futuro. In un futuro talmente futuro che il futuro futuro a cui pensate in realta' e' gia' passato da un pezzo. L'ambientazione della storia, fino a - diciamo - otto mesi fa' (e comunque ancora il tema princiopale) e' attualmente legato a questa ragazza che di umano non ha praticamente nulla se non i ricordi, intenta a partecipare ad un torneo modello cyber-gladiatori ad eliminazione diretta per dar modo ai suoi compagni di riuscire ad affrancare degli schiavi (se ormai ricordo bene).
Ebbene. Ormai non so da quanti numeri la storia si sta soffermando (ma non in flash back... in modo CONTINUATIVO) sull'assistente di un personaggio secondario (l'adorabile Principessa di Marte, mi sembra), che si scopre in realta' essere una vampira esistente da MIGLIAIA DI MILLENNI, riscoprendo attraverso i suoi occhi gli ultimi bagliori dell'umanita' e del loro rapporto con questa sorta di vampiri. Che cazzo centra con tutta la storia di Alita? Spero di poterlo sapere anch'io nell'arco di qualche anno.
Spunti per portare avanti la storia ce ne erano gia' a sufficienza per andare avanti all'infinito. Penso che l'autore si sia semplicemente fatto rapire da uno spunto inaspettato, sfuggitogli di mano per la pregnanza e l'incanto dei temi e dei personaggi trattati. Oltre alla genialita' della cosa in se'.
Altro colpetto di genio quello di inserire nuovi personaggi disegnando ognuno con uno stile di tratto diverso esule dai soliti canoni del fumetto giapponese.
Chiudiamo con una nota legata al penultimo episodio dell'anime di Beck pubblicato in Italia: eppure io ero sicuro che la canzone che Koichi cantava al Grateful Sound 5 era "I've got a feeling" dei Beatles... Come mai in Italia blatera delle cose senza senso? Questione di diritti musicali? Spero che Wildy riesca a darci delucidazioni in merito :)
sabato, febbraio 24
Unsatisfied
Altri appuntamenti che mi interesserebbe seguire:
- Venerdi'2 Marzo: Ginevra DiMarco @ Teatro Petrella Longiano
- Giovedi' 15 Marzo: You Should Play In A Band @Moquette Forli'
- Venerdi'2 Marzo: Ginevra DiMarco @ Teatro Petrella Longiano
- Giovedi' 15 Marzo: You Should Play In A Band @Moquette Forli'
Parlando della serata al Diagonal
Bella serata ieri al Diago. Penso la serata con maggiore affluenza di persone durante una mia serata solo soletto. Di contro, almeno all'inizio, poche facce note, e man mano che arrivavano amicici Irresistibilic e no si rivitalizzava una parte di me. Grazie a tutti quanti. Soprattutto a Teo & the Gang, che si sono smazzati il viaggio da S. Arcangelo :)
Ulteriori info sulla serata le trovate qua qua qua. :)
Ulteriori info sulla serata le trovate qua qua qua. :)
venerdì, febbraio 23
N.E.L.S.O.N.
Eh. "The Ballad of Melody Nelson". Che gran canzone. Ma secondo voi, di chi e' questa cover?
You can feel me
Avviso ai naviganti. A chi fosse cosi' folle da aggregarsi penso che domenica andro' a vedere quella cazzatona di "Music & Lyrics". Il regista non ne ha mai azzeccata una, anche se si e' sempre avvalso di grandi nomi e discreti budget, Hugh Grant mi sta simpatico, soprattutto da quando si e' prestato a fare la parodia di Dr. Who (che ricordiamo non essere un medico a domicilio spazio-temporale), le commedie a sfondo musicale le ho sempre adorate, le recensioni sono buone... vediamo un po'...
Ah-Hem-Ho-Uh-Err... SummerCase!
!!! * AIR * ARCADE FIRE * CHEMICAL BROTHERS * ELECTRELANE * FLAMING LIPS * JARVIS COCKER * JESUS AND MARY CHAIN * KAISER CHIEFS * LCD SOUNDSYSTEM * PJ HARVEY
Sono solo le prime adesioni. Non so voi, a il 13 e il 14 luglio io andrei a prendere il sole in Spagna. Tipo al SUMMER CASE
Walls came tumbling down
"E avverrà che, quand'essi soneranno a distesa il corno squillante e voi udrete il suono delle trombe, tutto il popolo lancerà un gran grido, e le mura della città crolleranno, e il popolo salirà, ciascuno diritto davanti a sé"
Lost ha fatto talmente scuola per il suo successo e la presenza di alcuni elementi determinanti per la sua fama di "serie di rottura" che, inevitabilmente, in America hanno cominciato a produrre le relative "serie clone". Mistero, filosofia, riferimenti culturali ricercati, fotografia molto curata, ambientazioni tetre e suspance con qualche canzoncina alt country spruzzata qua e la'. Se 4400, dopo le premesse entusiasmanti, si era ridotto ad essere una piatta versione di X-Man con le persone di tutti i gioni, Jericho ha tutte le carte intavola per farmi continuare la visione oltre al terzo episodio.
Colpiti dalla "Sindrome da Hiroshima", ora anche gli Americani hanno improvvisamente scoperto, in questo nuovo millennio, di non essere cosi' invulnerabili come sempre immaginato (basta guardare anche alcuni film prodotti recentemente ad Hollywood). Jericho sembra in effetti la versione televisiva di "The Day After", il capolavoro cinematografico uscito negli anni ottanta che affrontava l'isteria mondiale per la Guerra Fredda mostrando il worst case scenario dal punto di vista del volgo.
E io quando ci sono incubi di catastrofi nucleari ci vado a nozze! Diciamoci la verita': probabilmente Jericho e' finanziato dal governo per mostrare ai cittadini come comportarsi in caso di attacco su terra da parte dei Cinesi.
Pero'... gia' al terzo episodio c'e' una buona dose di misteri in ballo. Del tipo.
Uno: Perche' ogni tanto vengono ritrovati dei veicoli di trasporto di massa deserti e non sembra esserci un tasso mortale di radiazioni?
Due: Perche' il capo della citta' e' consapevole responsabile della bomba atomica esplosa a Dallas?
Tre: Cosa ci fa' l'insegnante cattiva di Donnie Darko in un negozio di alimentari?
Io ho pronta la solita teoria applicabile anche su Lost: in realta' i cittadini di Jericho non sanno di essere gia' morti e di essere in una specie di limbo per scontare i loro peccati.
La serie e' poi impreziosita dalla carinissima e talentuosa attrice esordiente Shoshannah Stern, realmente sordomuta.
Lost ha fatto talmente scuola per il suo successo e la presenza di alcuni elementi determinanti per la sua fama di "serie di rottura" che, inevitabilmente, in America hanno cominciato a produrre le relative "serie clone". Mistero, filosofia, riferimenti culturali ricercati, fotografia molto curata, ambientazioni tetre e suspance con qualche canzoncina alt country spruzzata qua e la'. Se 4400, dopo le premesse entusiasmanti, si era ridotto ad essere una piatta versione di X-Man con le persone di tutti i gioni, Jericho ha tutte le carte intavola per farmi continuare la visione oltre al terzo episodio.
Colpiti dalla "Sindrome da Hiroshima", ora anche gli Americani hanno improvvisamente scoperto, in questo nuovo millennio, di non essere cosi' invulnerabili come sempre immaginato (basta guardare anche alcuni film prodotti recentemente ad Hollywood). Jericho sembra in effetti la versione televisiva di "The Day After", il capolavoro cinematografico uscito negli anni ottanta che affrontava l'isteria mondiale per la Guerra Fredda mostrando il worst case scenario dal punto di vista del volgo.
E io quando ci sono incubi di catastrofi nucleari ci vado a nozze! Diciamoci la verita': probabilmente Jericho e' finanziato dal governo per mostrare ai cittadini come comportarsi in caso di attacco su terra da parte dei Cinesi.
Pero'... gia' al terzo episodio c'e' una buona dose di misteri in ballo. Del tipo.
Uno: Perche' ogni tanto vengono ritrovati dei veicoli di trasporto di massa deserti e non sembra esserci un tasso mortale di radiazioni?
Due: Perche' il capo della citta' e' consapevole responsabile della bomba atomica esplosa a Dallas?
Tre: Cosa ci fa' l'insegnante cattiva di Donnie Darko in un negozio di alimentari?
Io ho pronta la solita teoria applicabile anche su Lost: in realta' i cittadini di Jericho non sanno di essere gia' morti e di essere in una specie di limbo per scontare i loro peccati.
La serie e' poi impreziosita dalla carinissima e talentuosa attrice esordiente Shoshannah Stern, realmente sordomuta.
giovedì, febbraio 22
Un'oliva dipinta di giallo
Ieri ho fatto riascoltare a Simona "February". La base. Per provare direttamente il cantato sopra. C'era anche la sua pupilla number one, in genere molto arcigna e critica. Secondo Simona il problema principale della canzone non e' che sia stonata. E' che e' troppo bassa, e non tiro fuori la voce. Portata la mia rimostranza che "pero' cosi' e' una cazzata da suonare con la chitarra e magari se la sposto di mezzo tono si incasina", Simona mi ha chiesto di provare a cantarla. Si è piazzata vicino a me al microfono, e mentre cantavo ha fatto la stessa parte spostata di mezzo tono piu' in alto.
Ora. Lei l'aveva fatto per farmi vedere che il cantato con tonalita' incrementata poteva funzionare ugualmente anche su quella base in mi minore... ma quello che e' successo e' che LE DUE VOCI INSIEME FUNZIONAVANO DA DIO! Non so se e' perche' sto studiando con lei e quindi ci sono alcune sfumature che si prendono o semplicemente perche' lei e' dotata e ha una voce molto camaleontica, MA LE VOCI ERANO ASSOLUTAMENTE SIMBIOTICHE!
Sara' difficile trascinarla in dei live (gia' sara' difficile convincere Porlock), ma in studio ci sara' sicuramente...
Ora. Lei l'aveva fatto per farmi vedere che il cantato con tonalita' incrementata poteva funzionare ugualmente anche su quella base in mi minore... ma quello che e' successo e' che LE DUE VOCI INSIEME FUNZIONAVANO DA DIO! Non so se e' perche' sto studiando con lei e quindi ci sono alcune sfumature che si prendono o semplicemente perche' lei e' dotata e ha una voce molto camaleontica, MA LE VOCI ERANO ASSOLUTAMENTE SIMBIOTICHE!
Sara' difficile trascinarla in dei live (gia' sara' difficile convincere Porlock), ma in studio ci sara' sicuramente...
We Were Born Reykjavikanos Again With Dyrdin
Oldissimo con furore.
Berto non puo' non conoscerla. Ma non si sa mai.
"Popp Og Co." e' stato giudicato il terzo migliore indi-album del 2006
"Hunangsdropar" - Dyrdin
Berto non puo' non conoscerla. Ma non si sa mai.
"Popp Og Co." e' stato giudicato il terzo migliore indi-album del 2006
"Hunangsdropar" - Dyrdin
La Nostra Immagine nel Mondo
Anni buttatie in gare di appalti. Milioni di paperdollari spesi soltanto per lo studio del logo. Chissà poi quanto costa il dominio. Non ho parole.
Scommetto che il Madagascar ha un sito piu' bello.
Scommetto che il Madagascar ha un sito piu' bello.
Rag Back
Imperdibile. E' stato veramente un concerto piacevole. Mi dispiace un po' per lo stato comatoso in cui si trovava, ma sono contento che il nostro paese abbia ancora qualcosa di buono e caloroso da regalare alle persone.
Operetta Blues
Se avete dei soldi da spendere per navigare su internet da cellulare, questo link ha due requisiti fondamentali: e' gratuito e indispensabile.
{Via Teo Battistini}
{Via Teo Battistini}
You wear what you get
Questo giovanissimo cialtrone asso del fingerpicking è Get cape. Wear Cape. Fly, e il suo album "The chronicles of a bohemian teenager", con le sue storie che fondono impegno politico e vita quotidiana, sembra nato per mietere succeso ancora prima di uscire. Almeno, NME e la Melevisione la pensano cosi'.
"The chronicles of a bohemian teenager pt.2"
Nights Majestic
Il buon Seek mi segnala un po' di appuntamenti irresistibilic al Covo. Ecco quali non mancherei:
- Venerdì 2: in concerto JUNIOR BOYS e DJ SET dei FAT KIDS CAN'T DIET
- Venerdì 16: In concerto i pinteriani ZITA SWOON e, come direbbe Chris, i soliti Stives in consolle
- Sabato 24: Rumore 15th birthday party. In concerto ANT e, INCREDIBILE, una delle mie rock band preferite in assoluto, i THOUSANDS MILLIONS, di cui questa estate ho messo su di frequente l'über-catchy "Falling is delicious". Sembra che finalmente sia uscito il loro album, che presenteranno durante quella serata. A seguire uno che fa' il "Compagnone" in consolle.
Poi si da' il caso che Franchini mi faccia un po' di posto in consolle e metta su' due o tre canzoni al Lego in concomitanza del concerto dei Mutt Ramon Giovedì 1 Marzo.
This conversation is over. Send me an e-mail when you're sober.
- Venerdì 2: in concerto JUNIOR BOYS e DJ SET dei FAT KIDS CAN'T DIET
- Venerdì 16: In concerto i pinteriani ZITA SWOON e, come direbbe Chris, i soliti Stives in consolle
- Sabato 24: Rumore 15th birthday party. In concerto ANT e, INCREDIBILE, una delle mie rock band preferite in assoluto, i THOUSANDS MILLIONS, di cui questa estate ho messo su di frequente l'über-catchy "Falling is delicious". Sembra che finalmente sia uscito il loro album, che presenteranno durante quella serata. A seguire uno che fa' il "Compagnone" in consolle.
Poi si da' il caso che Franchini mi faccia un po' di posto in consolle e metta su' due o tre canzoni al Lego in concomitanza del concerto dei Mutt Ramon Giovedì 1 Marzo.
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mercoledì, febbraio 21
Ticket to Raabe
E' mai possibile che Claudia non abbia mai sentito parlare di Max Raabe e la sua Palast Orchester ?
Da sempre il mio sogno e' quello di assistere ad un suo scontro aperto con Mangoni.
Nel frattempo cuccatevi queste due tracce:)
Max Raabe in Kiss
Max Raabe in We Will Rock You
(visti i recenti trascorsi goliardici di noi Irresistibilic)
Da sempre il mio sogno e' quello di assistere ad un suo scontro aperto con Mangoni.
Nel frattempo cuccatevi queste due tracce:)
Max Raabe in Kiss
Max Raabe in We Will Rock You
(visti i recenti trascorsi goliardici di noi Irresistibilic)
God's children
"Hai qualcosa di latino-americano. Tipo salsa?"
"MAVAFFANCULO"
Questo puo' riassumere lo spirito della serata in cui ero immerso ieri sera alla festa di carnevale del Diagonal. Fra Pop Levi, Cardigans, T-Rex, Clash, XTC, Wire, Beatles, Alice Cooper, Atomic Rooster, Ramones ho cercato nel piu' dignitoso dei modi di calarmi in un pant-down che non concedesse nulla a curre-curre music e Max Gazzè. Beh. Mi sembra che il miracolo di fare ballare la gente al Diago sia riuscito! Non mi aspettavo cosi' tanta gente, e neppure cosi tanti travestimenti, veramente notevoli, fra cui spiccavano Marry Poppins, Spiece Girls (erano giocatrici di basket? davvero?), angeli e demoni tristi, fascinose cow-girls, and so on. Soprattutt so on.
Mi dispiace per Pullo... ma ad accendere la miccia sono stati proprio I FRATELLIS, col brano che lui conosce tanto bene. Quale? Ma "Ta-tara-ta ta-ra-ta ta-ra-ra-ra-ra-ra-ra" naturalmente! :D
I momenti topici? Quando ho messo su "We will rock you" e Freddie Mecury e' tornato, per due minuti e quaranta secondo, sulla terra in mezzo a noi comuni mortali del Diagonal. E tutti ci credevano. La folla era in visibilio, e "La Regina del rock" si e' concessa in una vera e propria parata con movenze degne del leggendario mito del rock! Poi il solito arrivo irresistibilec di Boch.... e il coro finale degli apini in chiusura serata alternato ai Thaiti 80!
I've been to a marvellous party! YEAH!
(Yeah tipo ho dormito 3 ore)
"MAVAFFANCULO"
Questo puo' riassumere lo spirito della serata in cui ero immerso ieri sera alla festa di carnevale del Diagonal. Fra Pop Levi, Cardigans, T-Rex, Clash, XTC, Wire, Beatles, Alice Cooper, Atomic Rooster, Ramones ho cercato nel piu' dignitoso dei modi di calarmi in un pant-down che non concedesse nulla a curre-curre music e Max Gazzè. Beh. Mi sembra che il miracolo di fare ballare la gente al Diago sia riuscito! Non mi aspettavo cosi' tanta gente, e neppure cosi tanti travestimenti, veramente notevoli, fra cui spiccavano Marry Poppins, Spiece Girls (erano giocatrici di basket? davvero?), angeli e demoni tristi, fascinose cow-girls, and so on. Soprattutt so on.
Mi dispiace per Pullo... ma ad accendere la miccia sono stati proprio I FRATELLIS, col brano che lui conosce tanto bene. Quale? Ma "Ta-tara-ta ta-ra-ta ta-ra-ra-ra-ra-ra-ra" naturalmente! :D
I momenti topici? Quando ho messo su "We will rock you" e Freddie Mecury e' tornato, per due minuti e quaranta secondo, sulla terra in mezzo a noi comuni mortali del Diagonal. E tutti ci credevano. La folla era in visibilio, e "La Regina del rock" si e' concessa in una vera e propria parata con movenze degne del leggendario mito del rock! Poi il solito arrivo irresistibilec di Boch.... e il coro finale degli apini in chiusura serata alternato ai Thaiti 80!
I've been to a marvellous party! YEAH!
(Yeah tipo ho dormito 3 ore)
martedì, febbraio 20
Ipse Dixit
Scrive Anders Kaasen: "That was our best concert of the tour I think. Lego is now my favorite club on Earth!"
Think {pt.2}
La storia della foto non finiva (come presumibile) nel post precedente. Questa mattina, quando sono andato a tirarla fuori dall'albo per scansionarla, l'ho voltata a faccia di sotto... e indovinate cosa ho scoperto? Giuro che me ne ero completamente dimenticato. Se non era per l'idea che mi era venuta di associare le immagini di Giacomo ora e 20 anni fa probabilmente non me ne sarei neanche mai ricordato. Le firme dei miei migliori amici. Era una primavera del 1988.
You
Auguroni a Federica! Come nella migliore tradizione degli illustri episodi di Moonlighting, mettiamo su' un po' di degna musica per festeggiare :)
Think {pt.1}
Da piccolo non ho mai avuto molte amicizie. Ricordo, fin dai tempi dell'asilo, di essere stato abbastanza antisociale e insofferente alle regole. Non capivo perchè dovessi attenermi ciecamente a tutto quello che dicevano gli altri, o perche' unirmi alle stupide attività che proponevano le maestre (pigiare l'uva, colorare il legno, rincorrersi come idioti alzandosi dallo sgabello all'improvviso mentre stavi mangiando). Probabilmente ho avuto delle badanti poco severe, visto che non mi sembra di aver mai fatto particolari capricci o di essere stato ripreso. Semplicemente: mi nascondevo.
Non ero il solo a fare l'outsider. Mi ricordo bene di essere sempre stato la spalla di un altro bambino che veniva considerato "Il Fonzi" dell'asilo, uno rispettato da tutti e considerato il supercool of the block. Anche se allora non conoscevamo l'inglese. Essere suo amico mi dava una condizione di prestigio. Tutti erano talmente impressionati dal suo carisma che mi ricordo che una volta, in due, siamo riusciti a far dileguare nel nulla una intera banda di ragazzini che indispettita dalla nostra irriverenza voleva darci una lezione.
Pochi amici ma esclusivi. Piu' o meno questa fase anarchica e' proseguita fino ai primi anni delle superiori, dove la situazione si e' ribaltata. Forse per sentirmi protetto. Essendo cosi' schivo (non introverso, ma schivo nelle amicizie e antisociale) era palese che trovassi forza piu' vigorosa ed esclusiva nelle relazioni interpersonali con persone che si ritrovavano nel mio modo di essere e viceversa.
Alle medie fu' il caso di Golinucci Giacomo, uno dei ragazzini dellafoto in alto. Io e Giacomo avevamo in comune la passione per la musica e il disegno, e non di rado eravamo in competizione su dipinti o gare con le tastiere Casio (avevamo lo stesso modello, ma di colore differente), rispondavao a testa alta in modo ironico agli insegnanti, ci azzuffavamo con gli altri, eravamo quelli delle trovate geniali, eccellavamo nelle materie umanistiche. Unica differenza: lui era un latin lover, io quando vedevo una ragazza che mi piaceva avevo le convulsioni. L'amicizia era talmente esclusiva che Giacomo, nel suo essere lupo solitario, quando venivano sorteggiati i posti a scuola, voleva rimanere nel banco da solo a meno che non fossi stato sorteggiato io o Vandelli.
La foto in alto ha una storia. Fa parte del laboratorio di tecnica. Ognuno doveva scegliere un soggetto, scattare una foto, e svilupparla in camera oscura. Il mio soggetto fu': i miei migliori amici. All'inizio nella foto dovevano comparire solo Giacomo e Vandelli, ma quando svelai il soggetto della mia foto, Amadori sbotto' dicendo:"Oh! Anch'io sono uno dei tuoi migliori amici!". Effettivamente veniva sempre a casa mia insieme agli altri a giocare al Commodore al posto di fare i compiti. "Beh", fece Sacchetti, "se viene Amadori direi che ci sono anch'io!". Effettivamente lui ci passava i giochi. Beh. Fu' proprio quel giorno che mi resi conto di avere ben piu' di due amici, quando si aggiunsero anche gli altri ragazzi della foto.
Passa il tempo. Cena delle medie. Tipo a distanza di 10 anni. Giacomo si presenta alle solite scuole, a due passi da casa, luogo dell'appuntamento, accompagnando una nostra ex compagna di classe. In Porche. E' rimasto lo stesso di sempre. Arrogantemente simpatico, intelligente, spiritoso. Insomma: fottutamente brillante. Lo invidio. Non tanto per la macchina. Sapete cosa me ne frega, da antisociale quale sono. Anzi. Mi fa' un po' rabbia. Perche'?
Quando, finite le medie, io avrei fatto fatica ad arrivare in bici fino all'Ippodromo, e i miei non mi avrebbero MAI fatto praticare delle scuole artistiche, lui si e' diplomato all'Accademia. Con il massimo dei voti. Ha praticamente realizzato il mio sogno. E cosa ha fatto? Ha lasciato tutto, per andare a lavorare come dirigente nella fabbrica del padre. Mica scemo. Ma che rabbia.
"Poi sono ricercatissimo come guida ai musei! Tutti pendono dalle mie labbra! Dico delle gran stronzate inventandole li' per li' e tutti ci cascano come dei cretini facendomi dei gran complimenti."
Bene. Passano ancora gli anni. Mi capita sotto mano una copia di "In-Magazine", un gazzettino sulle attivita' socio-economiche della mia citta', e...
Non ero il solo a fare l'outsider. Mi ricordo bene di essere sempre stato la spalla di un altro bambino che veniva considerato "Il Fonzi" dell'asilo, uno rispettato da tutti e considerato il supercool of the block. Anche se allora non conoscevamo l'inglese. Essere suo amico mi dava una condizione di prestigio. Tutti erano talmente impressionati dal suo carisma che mi ricordo che una volta, in due, siamo riusciti a far dileguare nel nulla una intera banda di ragazzini che indispettita dalla nostra irriverenza voleva darci una lezione.
Pochi amici ma esclusivi. Piu' o meno questa fase anarchica e' proseguita fino ai primi anni delle superiori, dove la situazione si e' ribaltata. Forse per sentirmi protetto. Essendo cosi' schivo (non introverso, ma schivo nelle amicizie e antisociale) era palese che trovassi forza piu' vigorosa ed esclusiva nelle relazioni interpersonali con persone che si ritrovavano nel mio modo di essere e viceversa.
Alle medie fu' il caso di Golinucci Giacomo, uno dei ragazzini dellafoto in alto. Io e Giacomo avevamo in comune la passione per la musica e il disegno, e non di rado eravamo in competizione su dipinti o gare con le tastiere Casio (avevamo lo stesso modello, ma di colore differente), rispondavao a testa alta in modo ironico agli insegnanti, ci azzuffavamo con gli altri, eravamo quelli delle trovate geniali, eccellavamo nelle materie umanistiche. Unica differenza: lui era un latin lover, io quando vedevo una ragazza che mi piaceva avevo le convulsioni. L'amicizia era talmente esclusiva che Giacomo, nel suo essere lupo solitario, quando venivano sorteggiati i posti a scuola, voleva rimanere nel banco da solo a meno che non fossi stato sorteggiato io o Vandelli.
La foto in alto ha una storia. Fa parte del laboratorio di tecnica. Ognuno doveva scegliere un soggetto, scattare una foto, e svilupparla in camera oscura. Il mio soggetto fu': i miei migliori amici. All'inizio nella foto dovevano comparire solo Giacomo e Vandelli, ma quando svelai il soggetto della mia foto, Amadori sbotto' dicendo:"Oh! Anch'io sono uno dei tuoi migliori amici!". Effettivamente veniva sempre a casa mia insieme agli altri a giocare al Commodore al posto di fare i compiti. "Beh", fece Sacchetti, "se viene Amadori direi che ci sono anch'io!". Effettivamente lui ci passava i giochi. Beh. Fu' proprio quel giorno che mi resi conto di avere ben piu' di due amici, quando si aggiunsero anche gli altri ragazzi della foto.
Passa il tempo. Cena delle medie. Tipo a distanza di 10 anni. Giacomo si presenta alle solite scuole, a due passi da casa, luogo dell'appuntamento, accompagnando una nostra ex compagna di classe. In Porche. E' rimasto lo stesso di sempre. Arrogantemente simpatico, intelligente, spiritoso. Insomma: fottutamente brillante. Lo invidio. Non tanto per la macchina. Sapete cosa me ne frega, da antisociale quale sono. Anzi. Mi fa' un po' rabbia. Perche'?
Quando, finite le medie, io avrei fatto fatica ad arrivare in bici fino all'Ippodromo, e i miei non mi avrebbero MAI fatto praticare delle scuole artistiche, lui si e' diplomato all'Accademia. Con il massimo dei voti. Ha praticamente realizzato il mio sogno. E cosa ha fatto? Ha lasciato tutto, per andare a lavorare come dirigente nella fabbrica del padre. Mica scemo. Ma che rabbia.
"Poi sono ricercatissimo come guida ai musei! Tutti pendono dalle mie labbra! Dico delle gran stronzate inventandole li' per li' e tutti ci cascano come dei cretini facendomi dei gran complimenti."
Bene. Passano ancora gli anni. Mi capita sotto mano una copia di "In-Magazine", un gazzettino sulle attivita' socio-economiche della mia citta', e...
lunedì, febbraio 19
Brun Lady
A tutti gli amanti di Regina Spector (e quando dico tutti mi rivolgo a te Gaya). Ascoltate assolutamente Ane Brun. In questo momento non riesco a togliermi dalla testa "Common Bird", da Duets.
Abbastanza notevoli anche i "Saturday looks good to me", dalle atmosfere sospese a meta' fra Beatles, Beach Boys e Velvet Underground. "Ambulance" sembra uscita dritto dritto da un vecchio vinile.
Intervention
Nothing
Si fa sempre più fatica a trovare audiocassette per incidere su nastro magnetico il proprio nastrone preferito. E' capitato, questa volta, di dover essere costretto a sceglere, nell'urgenza dei miei mille impegni, fra una cassetta da 60 minuti e una da 120. Indovinate quale ho scelto? :)
"NOTHING"
Side A:
The Greatest Show on Hearth (Strangelove) - It's hard to walk tall when you're small (Moz) - Mycket Vasen for Ingenting (Ingenting) - Outlines (Clor) - Pastel Candy (YMCK) - Loopy Loopy Love(The Brunettes) - Ballade de Melody Nelson (Serge Gainsbourg) - Motorcade (My Life Story) - Two Left Feet (The Holloways) - Hollywood Dreams (Ingenting) - Middleclass kid (Pelle Carlberg) - Almost Nothing (BMX Bandits) - Nothing (Lee Hazlewood) - Suited and Booted (My life story) - Hachigatsu (Atami) - Red Meat (Yellow Capra) - Cloudy [is my Sunny mood] (Flipper's Guitar) - New Dancing Shoes (Soda Fountain Rag)
Side B:
Regret (New Order) - Girl (Papa Fritas) - Heartbeat (Thaiti 80) - Riverbank (Pelle Carlberg) - Hold my hand (The Rutles) - City of fun (The Only Ones) - Going Underground (The Jam) - Rocket Man (Elton John) - Goodbye (The Postmarks) - Exactly where we're from (Mirah) - The Highest Tree (Eighteenth Day of May) - Go to Hell Miss Rydell (Pelle Carlberg) - Happy like honeybee (Flipper's Guitar) - Don't kill the Clowns (Soda Fountain Rag) - Temptation (New Order) - Two Flames (Dots+Borders) - When the party's over (Border Boys) - Topo Morto e Mini Mucca (Yellow Capra)
"NOTHING"
Side A:
The Greatest Show on Hearth (Strangelove) - It's hard to walk tall when you're small (Moz) - Mycket Vasen for Ingenting (Ingenting) - Outlines (Clor) - Pastel Candy (YMCK) - Loopy Loopy Love(The Brunettes) - Ballade de Melody Nelson (Serge Gainsbourg) - Motorcade (My Life Story) - Two Left Feet (The Holloways) - Hollywood Dreams (Ingenting) - Middleclass kid (Pelle Carlberg) - Almost Nothing (BMX Bandits) - Nothing (Lee Hazlewood) - Suited and Booted (My life story) - Hachigatsu (Atami) - Red Meat (Yellow Capra) - Cloudy [is my Sunny mood] (Flipper's Guitar) - New Dancing Shoes (Soda Fountain Rag)
Side B:
Regret (New Order) - Girl (Papa Fritas) - Heartbeat (Thaiti 80) - Riverbank (Pelle Carlberg) - Hold my hand (The Rutles) - City of fun (The Only Ones) - Going Underground (The Jam) - Rocket Man (Elton John) - Goodbye (The Postmarks) - Exactly where we're from (Mirah) - The Highest Tree (Eighteenth Day of May) - Go to Hell Miss Rydell (Pelle Carlberg) - Happy like honeybee (Flipper's Guitar) - Don't kill the Clowns (Soda Fountain Rag) - Temptation (New Order) - Two Flames (Dots+Borders) - When the party's over (Border Boys) - Topo Morto e Mini Mucca (Yellow Capra)
Soda Fountain Rag @ Lego Cesena
Febbraio veramente grasso quest'anno per noi Cesenati amanti della musica Indie. Proprio degno dell'opulenza del Carnevale. Decisamente merito del Lego Caffè, che ha saputo selezionare e proporre una serie di incontri musicali in grado di soddisfare l'acceso e insaziabile appetito di musica live di tutti i buon gustai residenti in zona.
Non paghi il martedì precedente dell'incantevole concerto regalato dal ricercato e ironico Pelle Carlberg , il piccolo e famigliare locale romagnolo è stato pronto, a soli due giorni di distanza, a concedere un bis di pop scandinavo con il giovane talento compositivo Raghnild Hongstad Jordahl, meglio conosciuta come Soda Fountain Rag.
Cogliere la sua figura all'interno del pub nel mezzo del sound check non è stato così sorprendente quanto incontrare inaspettatamente Alessandro Paderno dei Le Man Avec Le Lunettes, produttore con la MyHoney Records dell'album italiano della cantante intitolato "Sometimes I wonder if you have a heart" e del breve tour peninsulare.
Ancora più piccola di quanto immaginato, molto semplice nei modi e apparentemente un po' spaesata, Raghnild dimostra ancora meno della sua giovane età. Forse complici capelli lunghi e una barba di una settimana vengo scambiato addirittura per suo padre.
Lasciato in camera il sintetizzatore, Raghnild si accompagna durante l'esecuzione dei suoi brani in assoluta disinvoltura con l'ausilio di una minimale batteria garage, di certo piu' onesta e vitale di una fredda e scontata drum machine. Le melodie sono affidate a basso e chitarra, suonati più che degnamente dai due compagni di tour: Anders Kaasen e Lars Jakob Stava.
La voce della ragazza, dopo i primi venti minuti di spettacolo, comincia a diventare un po' tremula e incerta, ma bisogna ricordarsi di assistere ad un live indie-pop e non certo ad uno spettacolo di Celine Dion all'Arena di Verona. Calore, energia e vitalità. Questo è tutto quello che il pubblico cerca e ottiene, stipato all'interno del pub come tanti gattini in una scatola di sardine, più che soddisfatti di miagolare in coro i brani di Soda inneggianti a piccoli importanti momenti di nicchia di uno sfaccettato, sentito e sorridente mondo personale. All'interno di quel mondo nella vita e' possibile avere una seconda possibilità come nei videogiochi, le distanze sono tutte a portata di bici, i grandi amori nascono in treno con i sentimenti veicolati da un fumetto. Come colonna sonora melodie spensierate che richiamano vecchie sonorità da musical ambientati al college e calchi spassionati di un certo modo di fare musica pop albionico, scarno e retrò.
Nonostante la compunta discrezione di Raghnild nei momenti informali, la giovane artista dona spensieratezza e cuore durante tutta l'esecuzione del live, ricambiata con entusiasmo dal pubblico. Di cuore ce ne e' voluto parecchio per riuscire a portare avanti un tour con energia e dedizione incurante di influenza e febbre alta lontano da casa.
Unico momento di personale disappunto quando Raghnild sfodera il suo lettore cd portatile, schiacciando play, trasformandosi con la stessa repentinità di un power ranger in una poser readymade, impegnata a snocciolare fra sguardi studiati allo specchio e gestualità artefatte, la versione karaoke di un paio di suoi brani su basi elettroniche registrate da casa. Un momento decisamente "Lost in translation". Probabilmente ci sfugge ancora qualcosa delle mode giovanili dei paesi nordici, e non siamo ancora in grado di afferrare alcuni elementi della loro cultura, dato che lo svedese Parker Lewis ci ha regalato proprio questa estate la stessa pantomima sul palco ravennate dell'Hana Bi.
La sensazione di straniamento. fortunatamente, dura solo un paio di brani. Il pubblico di Soda Fountain Rag è con lei dall'inizio alla fine, incitandola ripetutamente a prestarsi per una nuova canzone fino all'esaurimento del repertorio.
Finito il concerto Raghnild e la band parlano delle loro influenze musicali, palesando il loro amore per il movimento inglese c86, Magnetic Fields e Aztec Camera. Il chitarrista ha addirittura un passato da DJ e organizzava serate tematiche mensili nella sua città. L'istante in cui vengo colto dalla consapevolezza che la buona musica sia stata in grado di aggregare tante individualità differenti focalizzandole in un unico ascolto, mi dona sempre la gioia speciale di sentirmi parte di un unisono di emozioni trasportato dalle vibrazioni di una potente lunghezza d'onda. Torno di conseguenza ripetermi ancora una volta. il Lego questa settimana ci ha viziato veramente un po' troppo. Alla fine del concerto, dispersi fra un ordine al banco e le ultime chiacchiere in una stradina del centro storico, pian piano gli spettatori si sono dispersi nella notte.
Tutti ancora sintonizzati in sottofondo sulla medesima frequenza. Tutti in attesa di coglirere ancora nuovi segnali proveniente dal satellite chiamato cuore.
domenica, febbraio 18
Thinking Of A Dream
Ma pensa un po'. Martedi' mettero' su qualche brano alla festa di carnevale del Diagonal insieme a Airpop e (tale) Paola. Il tema della serata, se volete aggregarvi, è quello dello "Sport". Tutti i membri dello staffe del Diagonal si vestiranno come fossero consumati vip del mondo sportivo. Quindi tutti giacca e cravatta!
Come See About Me
Fra i mille scrupoli che mi faccio, c'è quello di guidare in mezzo alla nebbia. E per nebbia non intendo un po' di polverina biancastra soffusa che tende ad oscurare le stelle e i campi in lontananza. Intendo proprio il muro bianco che tende ad oscurare i fossi e le macchine che ti vengono incontro quando inavvertitamente ti accorgi di essere sulla corsia sbagliata.
E' così capitato che venerdì scorso, in verità stanchissimo, dopo un'ora e mezzo di microsonno di tenato recupero, uscito da Cesena in direzione Airpop - Forli', mi sia trovato per colpevole prudenza a fare retromarcia all'altezza di Pieve e tornare indietro.
Ricordando che Teo si apprestava ad andare a fare un salto all'Officina gli ho dato un colpo di telefono per avere una conferma della sua presenza per raggiungerlo non molto piu' tardi. Coverix non era li' casualmente. Voleva seguire il concerto di tali "Yellow Capra". Sala del concerto praticamente deserta, luci al solito molto funeree e ipnotiche, gli elementi della band agreste si recano sul palco quasi imponenti come gli Arcade Fire. Violoncello, piano, sintetizzatori, batteria, sassofono, flauto traverso, basso, chitarre elettriche. Presenza molto fredda, serena, carismatica. I ragazzi milanesi (ebbene si', non sono sardi) riescono degnamente a tenere la scena come dei veri professionisti con sereno distacco, mentre alle spalle cominciano ad apparire proiettati sulla parete i corti che ci accompagneranno durante il loro viaggio musicale.
Che fossero dei grandi gia' si capiva dall'istinto collettivo della band nel giocare a riprendere, in modo inaspettatamente improvvisato, il tema di "Fairground Love" degli Air trasmesso in preascolto dal DJ. A fare venire i brividi le prime note del repertorio. Probabilmente se mi fossi imbattuto in un ascolto casuale di "YC", il loro primo lavoro in studio, il tutto mi sarebbe scivolato via indifferente senza tracciare solchi emozionali di sorta. Sentire invece evocare e vibrare nell'aria, inaspettatamente, le stesse sonorità che avrebbero potuto accompagnare gli ultimi istanti di un sogno o la grazia estetica di una sequenza perfetta di un corto di Cameron Crowe, ha piegato il mio cuore fino a farlo accartoccaire. Cosi', a tradimento. Perche' diciamola tutta: Yellow Capra = Sigur Ros, con un pizzico in più di ironia.
Sicuramente il miglior concerto della settimana, senza nulla togliere all'esterume piombato dal nord. In fondo non si trattava neppure di pop. Sicuramente della manifestazione di un'entità imparentata assai piu' strettamente alla Dea Musica. Stiamo parlando, ad ogni modo, di cose difficili da catturare su un cd o una maglietta, che comunque ci siamo ritrovati tutti ad acquistare (il cd, la maglietta solo io, e non mi ricordo neppure dove l'ho messa...).
Bravo Coverix. Ti sei guadagnato un bonus prezioso. Fino a prova contraria sono pronto a seguire ad occhi chiusi ogni concerto da te proposto.
Alla fine lo spazio si era riempito, e sono stato felice di vedere tanta gente che non mi capita di incontrare spesso durante le mie frequentazioni abituali, fra cui Alessio ed Erica, che a dire il vero il concerto mi sa che non l'ha proprio digerito.
L'una. Tonda tonda. Dicevano che la nebbia si era alzata in campagna. Vediamo. Partire per arrivare all'una e trenta, il Diagonal che chiude alle due, viaggiare un'ora in macchina per rimanere a Forli' mezz'ora. Perche' no? Andiamo! (E sfortunatamente nell'"andare" non sono riuscito ad "incontrare" Bazzo, che millanta, come Baldassarre, di avere portato dall'oriente un importante omaggio per il sottoscritto, che ha questo punto e' curiosissimo)
Grande sorpresa al Diago. A mettere su' dischi alla consolle non trovo ne Bando ne Robbie, ma un inconsueto e inaspettato DJSet femminile. Tali darkissime e incatenate "Serpentesse", che malauguratamente il giorno dopo ho scambiato per "Le Vipere". Ottima selezione di classici pop da Morrissey a Divine Comedy, portando un dolce tocco femminile ad una laboriosa settimana che non vedevo l'ora di lasciarmi alle spalle. A rompere l'incanto di questa atmosfera poetica, il solito irriverentissimo Stilista, che si divertiva ad incitare la gente a "mirare el pendulo": un glitteroso perizoma a forma di cuore rosso piovuto da chissà dove, e rimasto avvinghiato ad un boccale di birra mentre ci apprestavamo ad abbandonare il locale.
A casa intorno alle 3 e mezza del mattino insomma. Ben consapevole che mi sarei dovuto alzare... alle 07.45!
Cambio di look. Da talebano cappellone a imberbe malato mentale rasato ai (miei) minimi termini. Non riesco veramente a vedermi. 3 lamette solo per farmi la barba, poi via dal barbiere. Bizzarro fare la fila la mattina presto dall'acconciatore mentre capitano nel bel mezzo della periferia urbana strani personaggi che parlano di metri quadri edificabili da vendere e comprare, spartizione di campi da golf fra i soci, apertura e chiusura di catene di panifici e campi da calcio. Effettivamente anche i potenti della terra dovranno sistemarsi i capelli, ogni tanto. Shopping "frenato" piu' che sfrenato, cibo, subito dopo a casa di Porlock per vedere se musicalmente riusciamo a combinare qualcosa.
E pensate un po': non solo riusciamo a "combinare qualcosa"... ma sembra che con un po' di prove riusciamo a diventare proprio bravini! Su "February" Porl' ha avuto dei veri e propri colpi di genio, piazzando un passaggio al piano sul ritornello che sarebbe potuto venir fuori soltanto a Joe Jackson! Mi sa mi sa mi sa che i concerti saranno chiusi inevitabilmente con "Can't make a sound" di Elliott Smith. Dopo un centinaio di prove!
Ed è subito sera. Tento come al solito di concentrare il sonno con una densita' di concentrazione pari a quella di un buco nero, nell'arco di un'oretta scarsa. Ritorno all'Officina. Questa volta l'esca era la proiezione di alcuni corti in 3d, che è sempre una scusa piu' che buona per giocare a sentirsti trendicialtroni con gli occhiali pop colorati di cartone anni ottanta. La prima proiezione inizia alle 23.00. Dei miei amici non si vede nessuno. Saliamo. Arriveranno. Prima penso. Poi spero. Macche'.
Esperienza abbastanza onirica e un po' inquietante. Certamente mi sono sentito molto esclusivo. Piu' che altro all'interno del set di un film di Kubric. La conferma immediata che "Officina 49" è di fatto l'equivalente cesenate dello "Short Bus". Scontri sociali, crisi economica, creatività naif e sperimentazione disinibita. Da ragazzino, vedendo le tracce di vecchi graffiti sui muri della periferia, ho sempre cercato di immaginarmi come fossero gli anni settanta e cosa si sarebbe provato a viverli. Bene. Dovevo solo aspettare di arrivare al 2007, prendere le ultime due cifre e rovesciarle. Il gioco e' fatto!
Le hostess vintage abbassano le luci. Partono le proiezioni. Tema: thanato s e eros, il Daimon. In poche parole gente frustrata che non vedeva l'ora di mettere in mostra le proprie nudità in tre di non appena il primo pretesto artistico ("Le Petit" di George Bataille") glie ne avesse consentito l'occasione. Fotografia ineccepibile, a dire il vero, ma fra una tecnica 3d non delle migliori garanzia di un mal di mare, vacche e conigli sventrati, masturbazioni all'aperto, copule mimate con dei peluches, macrovagine volanti e spruzzate di merda a seguito di clisteri alla camomilla, mi hanno (scusate la mia limitatezza mentale) a scrivere a Coveri via SMS:"Ma dove cazzo mi hai mandato?"
Loro turno di visionare le due opere d'arte. Il che per me e' significato cazzeggiare un'oretta da solo al piano terra con l'ottima selezione dei SuperMarketMusic in sottofondo, quella sera particolarmente vittoriani. Scambiate due chiacchiere con Valeria, raggiunti piu' tardi da Matt Share, Beko e consorte, Bando e la Banda del Bando, la serata e' stata un'occasione per riuscire finalmente a beccare "Teo Battistini" and friends che, a prima vista, sembrano veramente dei tipi in gamba e simpatici.
Il pomeriggio trascorso a farmi una nuova cassettina per la macchina, scrivere vaccate su Internet, e comprare due cd su Amazon. Indovinatate quali? :P
(non li indovinerete mai. Il primo è del 2001, 11 settembre 2001. Non scherzo. E' l'ultimo album di una band appartenente al movimento "Elephant 6 collective". L'altra robaccia sinth-pop uscita anno scorso :P)
E' così capitato che venerdì scorso, in verità stanchissimo, dopo un'ora e mezzo di microsonno di tenato recupero, uscito da Cesena in direzione Airpop - Forli', mi sia trovato per colpevole prudenza a fare retromarcia all'altezza di Pieve e tornare indietro.
Ricordando che Teo si apprestava ad andare a fare un salto all'Officina gli ho dato un colpo di telefono per avere una conferma della sua presenza per raggiungerlo non molto piu' tardi. Coverix non era li' casualmente. Voleva seguire il concerto di tali "Yellow Capra". Sala del concerto praticamente deserta, luci al solito molto funeree e ipnotiche, gli elementi della band agreste si recano sul palco quasi imponenti come gli Arcade Fire. Violoncello, piano, sintetizzatori, batteria, sassofono, flauto traverso, basso, chitarre elettriche. Presenza molto fredda, serena, carismatica. I ragazzi milanesi (ebbene si', non sono sardi) riescono degnamente a tenere la scena come dei veri professionisti con sereno distacco, mentre alle spalle cominciano ad apparire proiettati sulla parete i corti che ci accompagneranno durante il loro viaggio musicale.
Che fossero dei grandi gia' si capiva dall'istinto collettivo della band nel giocare a riprendere, in modo inaspettatamente improvvisato, il tema di "Fairground Love" degli Air trasmesso in preascolto dal DJ. A fare venire i brividi le prime note del repertorio. Probabilmente se mi fossi imbattuto in un ascolto casuale di "YC", il loro primo lavoro in studio, il tutto mi sarebbe scivolato via indifferente senza tracciare solchi emozionali di sorta. Sentire invece evocare e vibrare nell'aria, inaspettatamente, le stesse sonorità che avrebbero potuto accompagnare gli ultimi istanti di un sogno o la grazia estetica di una sequenza perfetta di un corto di Cameron Crowe, ha piegato il mio cuore fino a farlo accartoccaire. Cosi', a tradimento. Perche' diciamola tutta: Yellow Capra = Sigur Ros, con un pizzico in più di ironia.
Sicuramente il miglior concerto della settimana, senza nulla togliere all'esterume piombato dal nord. In fondo non si trattava neppure di pop. Sicuramente della manifestazione di un'entità imparentata assai piu' strettamente alla Dea Musica. Stiamo parlando, ad ogni modo, di cose difficili da catturare su un cd o una maglietta, che comunque ci siamo ritrovati tutti ad acquistare (il cd, la maglietta solo io, e non mi ricordo neppure dove l'ho messa...).
Bravo Coverix. Ti sei guadagnato un bonus prezioso. Fino a prova contraria sono pronto a seguire ad occhi chiusi ogni concerto da te proposto.
Alla fine lo spazio si era riempito, e sono stato felice di vedere tanta gente che non mi capita di incontrare spesso durante le mie frequentazioni abituali, fra cui Alessio ed Erica, che a dire il vero il concerto mi sa che non l'ha proprio digerito.
L'una. Tonda tonda. Dicevano che la nebbia si era alzata in campagna. Vediamo. Partire per arrivare all'una e trenta, il Diagonal che chiude alle due, viaggiare un'ora in macchina per rimanere a Forli' mezz'ora. Perche' no? Andiamo! (E sfortunatamente nell'"andare" non sono riuscito ad "incontrare" Bazzo, che millanta, come Baldassarre, di avere portato dall'oriente un importante omaggio per il sottoscritto, che ha questo punto e' curiosissimo)
Grande sorpresa al Diago. A mettere su' dischi alla consolle non trovo ne Bando ne Robbie, ma un inconsueto e inaspettato DJSet femminile. Tali darkissime e incatenate "Serpentesse", che malauguratamente il giorno dopo ho scambiato per "Le Vipere". Ottima selezione di classici pop da Morrissey a Divine Comedy, portando un dolce tocco femminile ad una laboriosa settimana che non vedevo l'ora di lasciarmi alle spalle. A rompere l'incanto di questa atmosfera poetica, il solito irriverentissimo Stilista, che si divertiva ad incitare la gente a "mirare el pendulo": un glitteroso perizoma a forma di cuore rosso piovuto da chissà dove, e rimasto avvinghiato ad un boccale di birra mentre ci apprestavamo ad abbandonare il locale.
A casa intorno alle 3 e mezza del mattino insomma. Ben consapevole che mi sarei dovuto alzare... alle 07.45!
Cambio di look. Da talebano cappellone a imberbe malato mentale rasato ai (miei) minimi termini. Non riesco veramente a vedermi. 3 lamette solo per farmi la barba, poi via dal barbiere. Bizzarro fare la fila la mattina presto dall'acconciatore mentre capitano nel bel mezzo della periferia urbana strani personaggi che parlano di metri quadri edificabili da vendere e comprare, spartizione di campi da golf fra i soci, apertura e chiusura di catene di panifici e campi da calcio. Effettivamente anche i potenti della terra dovranno sistemarsi i capelli, ogni tanto. Shopping "frenato" piu' che sfrenato, cibo, subito dopo a casa di Porlock per vedere se musicalmente riusciamo a combinare qualcosa.
E pensate un po': non solo riusciamo a "combinare qualcosa"... ma sembra che con un po' di prove riusciamo a diventare proprio bravini! Su "February" Porl' ha avuto dei veri e propri colpi di genio, piazzando un passaggio al piano sul ritornello che sarebbe potuto venir fuori soltanto a Joe Jackson! Mi sa mi sa mi sa che i concerti saranno chiusi inevitabilmente con "Can't make a sound" di Elliott Smith. Dopo un centinaio di prove!
Ed è subito sera. Tento come al solito di concentrare il sonno con una densita' di concentrazione pari a quella di un buco nero, nell'arco di un'oretta scarsa. Ritorno all'Officina. Questa volta l'esca era la proiezione di alcuni corti in 3d, che è sempre una scusa piu' che buona per giocare a sentirsti trendicialtroni con gli occhiali pop colorati di cartone anni ottanta. La prima proiezione inizia alle 23.00. Dei miei amici non si vede nessuno. Saliamo. Arriveranno. Prima penso. Poi spero. Macche'.
Esperienza abbastanza onirica e un po' inquietante. Certamente mi sono sentito molto esclusivo. Piu' che altro all'interno del set di un film di Kubric. La conferma immediata che "Officina 49" è di fatto l'equivalente cesenate dello "Short Bus". Scontri sociali, crisi economica, creatività naif e sperimentazione disinibita. Da ragazzino, vedendo le tracce di vecchi graffiti sui muri della periferia, ho sempre cercato di immaginarmi come fossero gli anni settanta e cosa si sarebbe provato a viverli. Bene. Dovevo solo aspettare di arrivare al 2007, prendere le ultime due cifre e rovesciarle. Il gioco e' fatto!
Le hostess vintage abbassano le luci. Partono le proiezioni. Tema: thanato s e eros, il Daimon. In poche parole gente frustrata che non vedeva l'ora di mettere in mostra le proprie nudità in tre di non appena il primo pretesto artistico ("Le Petit" di George Bataille") glie ne avesse consentito l'occasione. Fotografia ineccepibile, a dire il vero, ma fra una tecnica 3d non delle migliori garanzia di un mal di mare, vacche e conigli sventrati, masturbazioni all'aperto, copule mimate con dei peluches, macrovagine volanti e spruzzate di merda a seguito di clisteri alla camomilla, mi hanno (scusate la mia limitatezza mentale) a scrivere a Coveri via SMS:"Ma dove cazzo mi hai mandato?"
Loro turno di visionare le due opere d'arte. Il che per me e' significato cazzeggiare un'oretta da solo al piano terra con l'ottima selezione dei SuperMarketMusic in sottofondo, quella sera particolarmente vittoriani. Scambiate due chiacchiere con Valeria, raggiunti piu' tardi da Matt Share, Beko e consorte, Bando e la Banda del Bando, la serata e' stata un'occasione per riuscire finalmente a beccare "Teo Battistini" and friends che, a prima vista, sembrano veramente dei tipi in gamba e simpatici.
Il pomeriggio trascorso a farmi una nuova cassettina per la macchina, scrivere vaccate su Internet, e comprare due cd su Amazon. Indovinatate quali? :P
(non li indovinerete mai. Il primo è del 2001, 11 settembre 2001. Non scherzo. E' l'ultimo album di una band appartenente al movimento "Elephant 6 collective". L'altra robaccia sinth-pop uscita anno scorso :P)
venerdì, febbraio 16
The Fatal Day
Internet non finira' mai di stupire. A che punto puo' arrivare la nostra morbosita'? E l'interazione con il resto del mondo? Un ragazzo ha filmato un amico che si e' gettato da un'aereo con il paracadute guasto. Fino all'atterraggio. E i suoi commenti una volta incredibilmente soravissuto. L'amico, grondante sangue, sembra abbia detto: "Ouch!"
Midnight Soda
Cari amici.... ecco un po' di foto della serata che ha visto Soda Fountain Rag suonare al Lego di Cesena. Contributi pure di Pullo e Porlock.
These Days
E' ormai palese che la lezione di Bertaccini su Serge ha devastato il nostro emotiverso musicale in modo profondo e incisivo, ritrovandoci collettivamente a scorpire o, nel mio caso, tornare ad ascoltare "uno dei grandi" degli ultimi anni del novecento con profonda infatuazione e ispirazione per i suoi lavori.
(non fatemi ricontrollare cosa ho scritto perche' mi viene il mal di testa)
Durante la serata incriminata, commentavo con Claudia come fosse mancata una figura musicale simile, di rottura, poetica e al contempo cosi' irriverente nel panorama bianco e perbenista italiano.
Poi ieri mi e' capitato, dal nulla, di sentire una canzone. Forse mi sbagliavo.
La canzone è questa.
"These days" invece è un brano dei Love Psychedelico che sta contribuendo non poco a tirarmi un po' su' di morale. Surreale. Carina. Fa parte di un album molto particolare (gia' esordire beffardamente con un "Gratest Hits" e' molto irriverente) uscito nel 2000. Tutti i titoli delle canzoni all'interno del "Greatest Hits" appartengono a brani in realta' passati nella hall-of-fame della storia del rock. Ma non lasciatevi ingannare! "Lady Madonna", "These Days" e "Your song" sono, ovviamente, delle creazioni originali dei Delico :)
(non fatemi ricontrollare cosa ho scritto perche' mi viene il mal di testa)
Durante la serata incriminata, commentavo con Claudia come fosse mancata una figura musicale simile, di rottura, poetica e al contempo cosi' irriverente nel panorama bianco e perbenista italiano.
Poi ieri mi e' capitato, dal nulla, di sentire una canzone. Forse mi sbagliavo.
La canzone è questa.
"These days" invece è un brano dei Love Psychedelico che sta contribuendo non poco a tirarmi un po' su' di morale. Surreale. Carina. Fa parte di un album molto particolare (gia' esordire beffardamente con un "Gratest Hits" e' molto irriverente) uscito nel 2000. Tutti i titoli delle canzoni all'interno del "Greatest Hits" appartengono a brani in realta' passati nella hall-of-fame della storia del rock. Ma non lasciatevi ingannare! "Lady Madonna", "These Days" e "Your song" sono, ovviamente, delle creazioni originali dei Delico :)
Angel Post
Perchè, non è stata un angelo a venire giù dalla Norvegia con la febbre alta :)
Recentemente Ettore, Mr. K e il Lego ci stanno viziando un po' troppo. E anche Mr. "Occhialuto" Paderno, che con MyHoney Records assesta un colpo sicuro producendo e.p. e mintour italiano (auguri per Vicenza) del giovane talento Soda Fountain Rag.
Ormai Ale dovrebbe chiedere la cittadinanza onoraria Cesenate, visto che mi ritrovo lui e Fabio praticamente ogni volta che esco sotto casa per vedere un concerto. Pieno di gente anche in questa occasione, il concerto di Young Soda (mi hanno chiesto se ero suo padre e l'avevo accompagnata) è stato molto gradevole, energico e, a suo modo, tenero. Come Pelle la cantante è rimasta piacevolmente sorpresa dal calore e l'affetto del pubblico. (Pullo... bisogna lavorare sul tuo hand-clapping...) Ma non si domanderanno questi cantanti nordici di come sia possibile essere ascoltati da un pugno di adolescenti brufolosi in patria e avere cosi' tanto riscontro nella nostra penisola? Ve lo dico io... hanno trovato il loro Giappone in Italia!
Peccato non sia riuscito a venire Ebi. Sarebbe stato proprio il suo concerto. Ci sono stati perfino i "momenti karaoke poser" come quest'estate per Parker Lewis. Deve essere una moda di lassu' per cui ancora il pubblico italiano non è pronto.
"Qualcuno", chiedendomi la macchina fotografica in presto, ha cancellato tutte le foto che la riguardavano. Sapete che se sullo spazio Flickr di Cody Allen trovate un po' meno culi femminili (Culo batte Pelle 33 a 8) la responsabilita' non e' certalmente la mia!
Due chiacchiere con il gruppo, addetto vendita e promozione reparto gadget e cd, cicerone per gli avventori casuali, bicchieraio magico, degustatore personale della band... forse dovrei incominciare a farmi pagare :P
Intanto grazie a l*ll per la beer :)
Recentemente Ettore, Mr. K e il Lego ci stanno viziando un po' troppo. E anche Mr. "Occhialuto" Paderno, che con MyHoney Records assesta un colpo sicuro producendo e.p. e mintour italiano (auguri per Vicenza) del giovane talento Soda Fountain Rag.
Ormai Ale dovrebbe chiedere la cittadinanza onoraria Cesenate, visto che mi ritrovo lui e Fabio praticamente ogni volta che esco sotto casa per vedere un concerto. Pieno di gente anche in questa occasione, il concerto di Young Soda (mi hanno chiesto se ero suo padre e l'avevo accompagnata) è stato molto gradevole, energico e, a suo modo, tenero. Come Pelle la cantante è rimasta piacevolmente sorpresa dal calore e l'affetto del pubblico. (Pullo... bisogna lavorare sul tuo hand-clapping...) Ma non si domanderanno questi cantanti nordici di come sia possibile essere ascoltati da un pugno di adolescenti brufolosi in patria e avere cosi' tanto riscontro nella nostra penisola? Ve lo dico io... hanno trovato il loro Giappone in Italia!
Peccato non sia riuscito a venire Ebi. Sarebbe stato proprio il suo concerto. Ci sono stati perfino i "momenti karaoke poser" come quest'estate per Parker Lewis. Deve essere una moda di lassu' per cui ancora il pubblico italiano non è pronto.
"Qualcuno", chiedendomi la macchina fotografica in presto, ha cancellato tutte le foto che la riguardavano. Sapete che se sullo spazio Flickr di Cody Allen trovate un po' meno culi femminili (Culo batte Pelle 33 a 8) la responsabilita' non e' certalmente la mia!
Due chiacchiere con il gruppo, addetto vendita e promozione reparto gadget e cd, cicerone per gli avventori casuali, bicchieraio magico, degustatore personale della band... forse dovrei incominciare a farmi pagare :P
Intanto grazie a l*ll per la beer :)
Jetcoaster Gig
I Mutt Ramon ve li segnalo sulla fiducia. E' una produzione MyHoney Records, e di loro mi fido. Poi, voglio dire, e' sotto casa :)
Lego, Cesena, Giovedì 1 Marzo. Segnatelo sull'agendina :)
Lego, Cesena, Giovedì 1 Marzo. Segnatelo sull'agendina :)
giovedì, febbraio 15
Everything's gone green
Ci devo ancora lavorare. Per ora ve lo cuccate cosi'.
Ma il blog meritava di tornare alla luce solo per questa:
Zonda: Hi! Howdy?
Client A: Quite fine, thanks
Zonda: Tought you would like to see some pictures. Enjoy
Client A: Thanks. What they're dealing with?
Zonda: Pelle Calberg
Client A: WHO?!
By the way... le foto sono qui :)
Ma il blog meritava di tornare alla luce solo per questa:
Zonda: Hi! Howdy?
Client A: Quite fine, thanks
Zonda: Tought you would like to see some pictures. Enjoy
Client A: Thanks. What they're dealing with?
Zonda: Pelle Calberg
Client A: WHO?!
By the way... le foto sono qui :)
venerdì, febbraio 9
Pretty Woman
"They hang like grapes on vines that shine / And warm the lovers glass lke friendly wine / So, I'd give this world / Just to dream a dream with you / On our bed of california stars"
Bellla festa. Belle chiacchiere. Bei sogni. Camminando verso il centro. Finalmente un po' di umanità. Persone buone. Persone che si sforzano di esserlo. Lacrime. Sorrisi. Parole. Sospensioni. Musicalmente ineccepibile. Ourselfes at last.
Bellla festa. Belle chiacchiere. Bei sogni. Camminando verso il centro. Finalmente un po' di umanità. Persone buone. Persone che si sforzano di esserlo. Lacrime. Sorrisi. Parole. Sospensioni. Musicalmente ineccepibile. Ourselfes at last.
giovedì, febbraio 8
Shelter from the storm
..
Not a word was spoke between us, there was little risk involved. Everything up to that point had been left unresolved. Try imagining a place where it's always safe and warm."Come in," she said,"I'll give you shelter from the storm."
Not a word was spoke between us, there was little risk involved. Everything up to that point had been left unresolved. Try imagining a place where it's always safe and warm."Come in," she said,"I'll give you shelter from the storm."
AT LAST!!!
Una delle mie band italiane preferite. A mio avviso il concerto piu' azzeccato del Bronson:
Sabato 7 Aprile: A TOY ORCHESTRA @ Bronson Orcamadonna dell'Albero (Ra)
GRAZIE CHRIS! GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!
Sabato 7 Aprile: A TOY ORCHESTRA @ Bronson Orcamadonna dell'Albero (Ra)
GRAZIE CHRIS! GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!
Silly Dance Songs
You Send Me
Questa e' la vita. C'e' sempre qualcuno che sta cercando di farvi le scarpe, mentre voi magari siete intenti a fargli le mutande.
{Via Mauro Minnone}
{Via Mauro Minnone}
Notes from the storm
Alcuni di voi, e parlo dei presenti alla serata "Bertaccini's School of Rock" di ieri, hanno visto uno strano essere un po' malaticcio ridersela grassa mentre scribacchiava su un misterioso blocco notes una marea di vaccate. Ecco. L'essere malaticcio sono io, e le vaccate pure di mia proprieta'. Isteria? Pazzia? Protagonismo? Sicuramente! Quale? Tutte e tre.
Appunti sul tema della serata (Vita, morte e miracoli di Serge Gainsbourg),privi oggettivamente di qualsiasi valore. Ve lo assuicuro. A parte per il fatto che siete stati almeno in tre a richiederli. Ecco allora in esclusiva il bigino della Vita Di Serge Gainsbourg secondo Marcò Zondlà.
- Nel 1958 Serge Gainsbourg era un cesso a forma di ratto. Cercò di sbarcare il lunario in alcuni talk show televisivi francesei cercando di farsi passare come sosia di Mike Buongiorno senza occhiali.
- Demetriò Petrò, critico d'avanguardia francese, commentò le prestazioni musicali di Gainsbourg così: "Je borde! Serge il est un fottù génie!
- Gainsbourg è un uomo molto elegante e chic. Ha il vezzo di cantare con un calzino piegato nella tasca della giacca.
- Con la sua gestualità teatrale Serge tiene a comunicare al pubblico che lui ce l'ha grosso.
- Le sue canzoni fanno schifo, ma nota che quando vengono reinterpretate da delle modelle nude hanno successo.
- Il 69 e' l'anno erotico, dove tutto era sessualmente concesso. L'artista francese cambia cognome e diventa Serge Gaynsbor
- Negli anni settanta Gainsbourg era un po' come Mr. Spock di Star Trek. Ma con le orecchie a padella. Capì di appartenere ad un altro pianeta.
- Capita la cosa del connubio attrici e modelle uguale successo, Serge collaborò con Brigitte Bredautou. Questo almeno era il nome della pin-up canadese prima che si trasferisse in Italia e, sotto l'ala protettiva di Pippo Baudo, cambiasse nome in Nico Fidenco.
- Serge venne additato dalla stampa come "il cazzone che scriveva canzoni"
- Gainsbourg capi' di dover diventare una star prima dei novant'anni e fece una canzone ispirata ai cessi. Quando fu' intervistato a riguardo e gli fu' chiesto se si fosse recato in toilette per scriverla, Serge rimase famoso per la frase lapidaria: "Non ho mai toccato un cesso in vita mia, ma se vuoi posso cominciare da te".
- Le donne che cambiarono la vita di Serge furono Brigitte Bardò e Rosa Russo Jervolino
- Nel 1979 Gainsbourg incontra la donna della sua vita: sua madre
- Dopo l'incidente in macchina la partner di Serge, Jane Birkin, decide scaramanticamente di cambiare nome in Jane Biking. Ma gli va male anche questa volta.
- Serge Gainsbourg inventa un nuovo ballo: la Decadance. La risposta di Serge al Tuca Tuca
- La vita comincia a quarant'anni. Serge Gainsbourg scopre il sesso. E prende freddo.
- Negli ultimi anni della sua vita Serge torna ad occuparsi di cinematografia. Dirige e partecipa ad un film sul disagio giovanile nelle carceri: MARY FOREVER
Appunti sul tema della serata (Vita, morte e miracoli di Serge Gainsbourg),privi oggettivamente di qualsiasi valore. Ve lo assuicuro. A parte per il fatto che siete stati almeno in tre a richiederli. Ecco allora in esclusiva il bigino della Vita Di Serge Gainsbourg secondo Marcò Zondlà.
- Nel 1958 Serge Gainsbourg era un cesso a forma di ratto. Cercò di sbarcare il lunario in alcuni talk show televisivi francesei cercando di farsi passare come sosia di Mike Buongiorno senza occhiali.
- Demetriò Petrò, critico d'avanguardia francese, commentò le prestazioni musicali di Gainsbourg così: "Je borde! Serge il est un fottù génie!
- Gainsbourg è un uomo molto elegante e chic. Ha il vezzo di cantare con un calzino piegato nella tasca della giacca.
- Con la sua gestualità teatrale Serge tiene a comunicare al pubblico che lui ce l'ha grosso.
- Le sue canzoni fanno schifo, ma nota che quando vengono reinterpretate da delle modelle nude hanno successo.
- Il 69 e' l'anno erotico, dove tutto era sessualmente concesso. L'artista francese cambia cognome e diventa Serge Gaynsbor
- Negli anni settanta Gainsbourg era un po' come Mr. Spock di Star Trek. Ma con le orecchie a padella. Capì di appartenere ad un altro pianeta.
- Capita la cosa del connubio attrici e modelle uguale successo, Serge collaborò con Brigitte Bredautou. Questo almeno era il nome della pin-up canadese prima che si trasferisse in Italia e, sotto l'ala protettiva di Pippo Baudo, cambiasse nome in Nico Fidenco.
- Serge venne additato dalla stampa come "il cazzone che scriveva canzoni"
- Gainsbourg capi' di dover diventare una star prima dei novant'anni e fece una canzone ispirata ai cessi. Quando fu' intervistato a riguardo e gli fu' chiesto se si fosse recato in toilette per scriverla, Serge rimase famoso per la frase lapidaria: "Non ho mai toccato un cesso in vita mia, ma se vuoi posso cominciare da te".
- Le donne che cambiarono la vita di Serge furono Brigitte Bardò e Rosa Russo Jervolino
- Nel 1979 Gainsbourg incontra la donna della sua vita: sua madre
- Dopo l'incidente in macchina la partner di Serge, Jane Birkin, decide scaramanticamente di cambiare nome in Jane Biking. Ma gli va male anche questa volta.
- Serge Gainsbourg inventa un nuovo ballo: la Decadance. La risposta di Serge al Tuca Tuca
- La vita comincia a quarant'anni. Serge Gainsbourg scopre il sesso. E prende freddo.
- Negli ultimi anni della sua vita Serge torna ad occuparsi di cinematografia. Dirige e partecipa ad un film sul disagio giovanile nelle carceri: MARY FOREVER
Money
TALES AND SONGS FROM WEDDINGS AND FUNERALS Goran Bregovic &WEDDING and FUNERAL BAND. Domani sera. Carisport Cesena. 30 Euri. Chi viene?
The C in Cake
"Hey you, dont tell me there's no hope at all / Together we stand, divided we fall."
Here it comes. L'ultima fetta di torta. Ne ho avuta fin troppa. L'ultima fetta la lascio per voi.
Interessanti alcuni video di Serge. Che fosse un mito lo sapevamo gia'.
Là fuori c'e' un mare in tempesta.
Upside Down
..
A mio avviso il personaggio del Grande Nagus era un po' costruito a sua immagine e somiglianza... E pensare che anno scorso Bertaccini avrebbe potuto farci godere della stessa scena con la Santa Maugeri Ausiliatrice sul divano del Diagonal!
A mio avviso il personaggio del Grande Nagus era un po' costruito a sua immagine e somiglianza... E pensare che anno scorso Bertaccini avrebbe potuto farci godere della stessa scena con la Santa Maugeri Ausiliatrice sul divano del Diagonal!
mercoledì, febbraio 7
Hey Giraffe!!
"Noi siamo amanti degli animali e non suoneremo mai in un ex-macello. A meno che non ci offrano una super grigliata di carne."
Mark Zonda intervista i Pecksniff. Cliccate qui.
{Foto by PDrunK}
Napalm Love
Proprio buona quella torta. Come potete vedere ho proseguito a darci dentro. A stare male, se staro' male, ci pensero' dopo. Intanto me la sono goduta. Sarà piu' sensato godere delle cose quando ci sono che aspettare che, dopo tanto amore e fatica nella preparazione vadano a male. O no? Buttarla via un crimine! Qualcuno dovra' pure "sacrificarsi"! :P
Bello avere mille premure. Sono proprio felice. Un'altra cosa inappagabile è lasciare la camera in balia del disordine e godersi la tua serie televisiva preferita commentando al telefonino le scene salienti! (Se "Harry ti presento Sally" fosse stato girato nel duemila, probabilmente la famosa scena allo split-screen con Casablanca sarebbe stata muta...). La vita è fatta anche di piccoli momenti preziosi. Alla fine sono quelli che ricordiamo con maggiore affetto.
Bello avere mille premure. Sono proprio felice. Un'altra cosa inappagabile è lasciare la camera in balia del disordine e godersi la tua serie televisiva preferita commentando al telefonino le scene salienti! (Se "Harry ti presento Sally" fosse stato girato nel duemila, probabilmente la famosa scena allo split-screen con Casablanca sarebbe stata muta...). La vita è fatta anche di piccoli momenti preziosi. Alla fine sono quelli che ricordiamo con maggiore affetto.
La Versione Poetica
A volte capita di essere un po' abbattuti. Soprattutto per le persone ipersensibili e metereopatiche, in giornate di nebbia come questa. Parlo in generale, non è il mio caso. Almeno oggi. Ieri di contro avevo proprio bisogno di una svolta positiva. Di un segno che perforasse il mio scudo emotivo dall'esterno. Un raggio vitale.
Così è stato. Una bellissima, anomala, giornata di sole. Al caldo sotto le coperte, anche se per pochi minuti, la torta di mele fatta in casa, la musica preferita in soffofondo. Decisamente la giornata ideale per concedersi un po' di spensieratezza in casa.
Poi capita qualcosa di ancora piu' bizzarro, e la percezione della realta' perde quel fragile contatto che separa cio' che e' concreto dalle visioni.
La musica dello stereo comincia ad avvertirsi in modo... "disturbato", come se la traccia che veniva riprodotta stesse miscelandosi con una nuova melodia. Ma in modo del tutto autonomo. La musica non veniva dallo stereo, ma dal giardino.
Provenienti dalla stazione, diretti verso la città, due uomini vestiti da pastori stavano attraversando un cortile. Uno dei due suonava una specie di tromba. L'altro la fisarmonica. Perfettamente. Con sentimento. Avevano pure gusto. Il brano era un'appassionatissima e tierseriana versione di "Besame Mucho". Per cinque minuti mi è stata regalata la surreale possibilita' di sentirimi realmente all'interno di un film di Fellini.
Poi la magia lentamente è scivolata via. Il percorso dei pastori viandanti dileguato in dissolvenza. Solo una traccia di un bel momento abbandonato sulla spiaggia della memoria.
Così è stato. Una bellissima, anomala, giornata di sole. Al caldo sotto le coperte, anche se per pochi minuti, la torta di mele fatta in casa, la musica preferita in soffofondo. Decisamente la giornata ideale per concedersi un po' di spensieratezza in casa.
Poi capita qualcosa di ancora piu' bizzarro, e la percezione della realta' perde quel fragile contatto che separa cio' che e' concreto dalle visioni.
La musica dello stereo comincia ad avvertirsi in modo... "disturbato", come se la traccia che veniva riprodotta stesse miscelandosi con una nuova melodia. Ma in modo del tutto autonomo. La musica non veniva dallo stereo, ma dal giardino.
Provenienti dalla stazione, diretti verso la città, due uomini vestiti da pastori stavano attraversando un cortile. Uno dei due suonava una specie di tromba. L'altro la fisarmonica. Perfettamente. Con sentimento. Avevano pure gusto. Il brano era un'appassionatissima e tierseriana versione di "Besame Mucho". Per cinque minuti mi è stata regalata la surreale possibilita' di sentirimi realmente all'interno di un film di Fellini.
Poi la magia lentamente è scivolata via. Il percorso dei pastori viandanti dileguato in dissolvenza. Solo una traccia di un bel momento abbandonato sulla spiaggia della memoria.
Back on my feet
Ciao. Avevate mai notato che all'estero i Festival hanno titoli come "The Real Summer Festival", "Gig Makers", "Late Nights at the Beach", mentre in Italia diventano "Bar Landrucci Festival", "The Poka-Kola Party" e "Salumifici Baldacci Show"? A sproposito di cio'... e' vero che chiudono l'Heineken Jammin Festival? :\
martedì, febbraio 6
Xmas state of mind
Non so quanti di voi sanno che Air Bando, il DJ Airpop portavoce della bandiera della Sarah Records, ha una vera passione sfrenata per le... canzoni di Natale! I fan piu' affezionati del "George Best" nostrano sanno che ha da poco compiuto gli anni (27), e io ho deciso di fargli gli auguri (con notevole ritardo) con una bella canzone pop: "Christmas in Haiti". Non solo il brano dei Would-be-Goods è di ambientazione caraibico-natalizia... ma il protagonista della scuola e'... Gianuligi! (e chi conosce l'identita' segreta di BandMan sa a cosa alludo :) )
Il bello è che rincarano anche la dose con "Gigi Geographic". :)
Il bello è che rincarano anche la dose con "Gigi Geographic". :)
Come On
Exotic Lollypop (and other roses
... poi ci sono canzoni che all'improvviso riescono a tirarti su istantaneamente di morale. Come quando si reagala una strana caramella frizzante ad un bambino che si e' sbucciato un ginocchio in cortile. Ma i bambini si sbucciano ancora le ginocchia? Si rovinano i jeans? O gli vengono soltanto i calli sotto i polpastrelli?
La Fonda del Sol
"Take some more tea," the March Hare said to Alice very earnestly.
"I've had nothing yet," Alice replied in an offended tone, "so I can't take more."
E' buonissima. Causa dipendenza. Non puoi fare a meno di pensarci. Ogni assaggio e ti senti piu' vicino al paradiso. In realta' fa malissimo. Mi sa che butto tutto nel bidone.
lunedì, febbraio 5
Zonda & Pop
> Martedì 13/02/07 aggiungetemi pure al DJSet per Pelle Carlberg assieme a AirPop Djset. Thanks to Puletti :)
> Domenica 15 Aprile Tilly & The Wall e CSS @ Magazzini Generali Milano
> Domenica 15 Aprile Tilly & The Wall e CSS @ Magazzini Generali Milano
New Moon on Monday
"I couldnt really put it much plainer / But Ill wait till you decide /Send me your warning siren / As if I could ever hide / Last time la luna, / I light my torch and wave it for the..."
Serate fantastiche. Indimenticabili. Non sembrano essere trascorsi pochi giorni. Sembra di essere stato via un mese. In un posto unico. Forse un sogno. Secca parecchio ridurre il tutto ad un mero elenco (obiettivi? ossessioni?) di quello che e' stato. Ma il tempo oltre che essere tiranno e' anche un bel po' stronzo...
Venerdì sera magico. Il pretesto era quello di vedere dei vecchi "futuri amici" (Gli Stives) che mettevano su' musica al Covo. Della serie: degli Holloways e dell'altrettanto bravo gruppo di supporto non me ne fregava quasi una cippa, anche se ci hanno fatto danzare come dei punk-rockers consumati. Ebi e Pullo (che e' sempre altrettanto piacevole rivedere, soprattutto vista nuova rifiorita di feeling ri-sbocciata fra me e il nipote di Polaroid) erano un po' concentrati su altro... o forse non si sono lasciati completamente prendere. Forse erano stanchi. Forse sono sempre troppo entusiastico io. Pero' si sentiva che il feeling c'era. Inzomma.
Petri era a suo modo scatenato. Nel senso che stava usando il suo irresistibile potere di "potenziatore di risorse umane" in modo... illimitato e continuo! E' entrato cosi' in contatto con il batterista del gruppo di supporto, interrogandolo sul perche' della dipartita dalla band (quella sera era il suo ultimo concerto ), ha cercato di lottare verbalmente per la conquista della seconda bacchetta lanciata dal batterista degli Holloways con una ragazza... insomma: non so se abbia stabilito un contatto con l'Universo... ma con Bologna si'!
"Chhiuuuuulooooo! Sei un Chiuuuuloooooooooo!". I fan venuti dal Veneto gridavano cosi' alle band. Ne ignoro il motivo. Pero' ho sentito la persona di fianco a me chiedere: " Perche' mi sembra che tutti mi stiano chiamando?"
A essere onesti, la selezione degli Stives è stata onesta, bella, apprezzabile, ma meno brillante di tante altre volte al Bronson/Hana. Anzi. La selezione e' stata veramente affetta da Bronsonite acuta. Almeno nei primi tratti. A fare la differenza, come solo loro sono in grado di farla, il carisma, l'energia, e tutti gli amici che si erano radunati al Covo per creare un momento. E' stato bello rivedere cosi' tanti compagni di danze riuniti in un posto sempre accogliente, caldo e speciale. Bravi ragazzi. Mi ha fatto veramente molto piacere sballottarmi un po' nella bolgia con voi (oddio... come sono adolescienziale questa mattina...)
Tre e mezza chiusura, cone Demetrio che esprime tutto il suo disappunto all'herculeo (alla tG,tB&tQ) buttafuori (che coraggio!), puntualizzando che certi locali della riviera chiudono MINIMO alle quattro e mezza. Ovvero tanta bolognesita', ma irrestibilita' manco per il menga!
Troppo presto chiudere una serata a quell'ora. Con quella nebbia. Indovinate dove ci siamo recati allora? Troppo facile indovinare dalla foto postata in alto :)
... avevamo pur chiarito che a Marina di Ravenna la notte non muore mai...
... e a Marina di Ravenna ci siamo recati! E dove se non al nostro bagno preferito? La sessione fotografica memorabile, quanto i momenti magici che io, Claudia, Robbie, Petri e Pippo abbiamo condiviso. Manco fossimo i protagonisti di un racconto di Stefano Re!
Quelli clou? Un momento molto riguale e' stato il cerchio, con la testa schiacciata uno a fianco della tempia dell'altro, con la macchina fotografica in mezzo rivolta verso i nostri volti, lasciando che la luce del flash della macchina fotografica scorresse attraverso lo stordimento dettato chi dall'alcohol, chi dalla stanchezza, chi dai fischi nelle orecchie; la semina di alcune tracce; un fenomeno pari soltanto ad uno dei santi miracoli di Michael Jackson.
Non so bene per via di quale principio fisico. Non so se per una sorta di mutazione dettata dalla radiazione o proprieta' elettromagnetica. All'inizio pensavo fosse Demetrio che ci illuminava da dietro con una sorta di pila. Col cavolo. Ogni volta che alzavamo un piede lungo la sabbia... l'impronta si accendeva di una luce verdognola fosforescente, che andava pian piano dissolvendosi come quella di una lucciola. Magia. Magia. Magia. Forse e' cosi' che girano i videoclip piu' misteriosi. Nessun effetto speciale. Tutti in spiaggia. Miracolo. Come quello di trovare un bar aperto alle cinque e mezza del mattino a Marina di Ravenna. E tanti sentimenti in casinati a lottare dentro di me. Gioie e paure a rincorrersi come cani e gatti. Un gran casino, insomma.
Tornato a casa alle 07.20. Orario tranquillo insomma. Con un muro di nebbia a Forlimpopoli da far sembrare Ravenna un cristallo swarosky appena lucidato col vetril, a confronto.
Sveglia alle 14.30. Con un solo pensiero in testa. Un pensiero che si accendeva tra gli altri per tutta la durata del sonno diurno. Come contraccambiare in modo speciale ad un geniale regalo di un'amica speciale? Folgorazione. Avrei fatto in tempo a completare la mia macchinazione? Di quella nottata appena trascorsa mi portavo dietro tanto. Non potevo lasciare che tutti quei sentimenti si spegnessero e svanissero come le impronte fluorescenti di Marina. Senza pensare di togliermi di dosso la sabbia che mi era rimasta o cercare di arrancare verso un po' di latte caldo e una pasta, mi sono allungato verso un blocco di fogli, ho preso una penna, ho scritto una canzone. Cosi'. Di getto. L'ho riletta. L'ho corretta. Ho fatto colazione e bagno, ma piu' per schiarirmi la voce che per altro. Ho inciso la canzone. L'ho inserita nella compilation che intendevo regalare. Erano le 18.40. Non ho fatto altro. Non ne ho avuto tempo. Anche perchè dovevo passare a prendere Claudia e recarmi alla serata "The Kids At The Club" (che, Polaroid, non è al Bronson :P)
Bella serata. Pecksniff in concerto senza Patrizia, ma con una bellissima giraffa di compensato, sono stati ugualmente molto calorosi, umani, spiritosi, carismatici, pazzi, giocolieri, intimi e festaioli. Talmente tanto... che hanno chiamato sul palco il sottoscritto a suonare le maracas e Bando (augurissimi! viva il festeggiato!) alle percussioni. Alla fine il cantante, che a me ricorda vagamente un Roger Waters da giovane meno smaliziato, voleva addirittura scritturarmi per un tour, ma per quest'anno, purtroppo, ho l'agendina degli appuntamenti irresistibili piena...
Bravi. Bravi i Pecksniff. Molto migliorati rispetto ad anno scorso. Un momento per me piu' emozionante che il brano suonato assieme a loro (con Claudia che mi faceva segno di sorridere come la maestrina dello Zecchino D'oro indirizzata ai piccoli cantanti del coro) è stato scoprirmi cantare , senza ci fosse nulla di studiato, il 95% di "Wonder Boy Monster". La cosa e' abbastanza eccezionale considerando che il mio cervello e' praticamente un groviera. Anzi. Grooviera.
La selezione dei digggeis ha rasentato l'impeccabilita'. Non faccio i complimenti a Klaji (che da sabato si pronuncia Clasci', alla frandese) solo perche' praticamente a raccolto un riscontro plateale, e sarebbero solo una goccia nell'oceano. Forse il motto della serata "Bingo!", insieme a "Combat Baby". Fra la selezione degli Stives, io, Bando e Robbie e la cassetta ascoltata in macchina, mi sa che l'album dei Long Blondes ce lo siamo giocato quasi tutto! Rimane il mistero di chi diavolo fossero quelle scarpe abbandonate sul Dancefloor. Piacvole vedere, come al solito, tanti amici e le nuove ossessioni che stanno accompagnando per mano gli Irresistibili :P (questa mi sa che la capiscono solo in pochi...)
Domenica riposo. Piu' che assoluto, assolutamente. Non sono riuscito a fare altrimenti. L'aperitivo domenicale, in un Diagonal che riesce a risplendere come solo nelle sue trasformazioni da universo parallelo, una piacevole festa per celebrare il compleanno di Bando DJ, con un'ottima selezione musicale made in AirPop e tanti dolci fatti in casa divorati con sommo godimento da parte degli invitati.
La notte è poi riuscita a regalare momenti speciali fino alla fine. Notte insonne. A new moon on monday. No. Non è corretto. A new sun on monday.
PS (Grazie a tutte le persone che ho incrociado durante questo fantastico week end. Marcone, Pig, Max e soprattutto Demetrio. E non solo per le foto.)
Serate fantastiche. Indimenticabili. Non sembrano essere trascorsi pochi giorni. Sembra di essere stato via un mese. In un posto unico. Forse un sogno. Secca parecchio ridurre il tutto ad un mero elenco (obiettivi? ossessioni?) di quello che e' stato. Ma il tempo oltre che essere tiranno e' anche un bel po' stronzo...
Venerdì sera magico. Il pretesto era quello di vedere dei vecchi "futuri amici" (Gli Stives) che mettevano su' musica al Covo. Della serie: degli Holloways e dell'altrettanto bravo gruppo di supporto non me ne fregava quasi una cippa, anche se ci hanno fatto danzare come dei punk-rockers consumati. Ebi e Pullo (che e' sempre altrettanto piacevole rivedere, soprattutto vista nuova rifiorita di feeling ri-sbocciata fra me e il nipote di Polaroid) erano un po' concentrati su altro... o forse non si sono lasciati completamente prendere. Forse erano stanchi. Forse sono sempre troppo entusiastico io. Pero' si sentiva che il feeling c'era. Inzomma.
Petri era a suo modo scatenato. Nel senso che stava usando il suo irresistibile potere di "potenziatore di risorse umane" in modo... illimitato e continuo! E' entrato cosi' in contatto con il batterista del gruppo di supporto, interrogandolo sul perche' della dipartita dalla band (quella sera era il suo ultimo concerto ), ha cercato di lottare verbalmente per la conquista della seconda bacchetta lanciata dal batterista degli Holloways con una ragazza... insomma: non so se abbia stabilito un contatto con l'Universo... ma con Bologna si'!
"Chhiuuuuulooooo! Sei un Chiuuuuloooooooooo!". I fan venuti dal Veneto gridavano cosi' alle band. Ne ignoro il motivo. Pero' ho sentito la persona di fianco a me chiedere: " Perche' mi sembra che tutti mi stiano chiamando?"
A essere onesti, la selezione degli Stives è stata onesta, bella, apprezzabile, ma meno brillante di tante altre volte al Bronson/Hana. Anzi. La selezione e' stata veramente affetta da Bronsonite acuta. Almeno nei primi tratti. A fare la differenza, come solo loro sono in grado di farla, il carisma, l'energia, e tutti gli amici che si erano radunati al Covo per creare un momento. E' stato bello rivedere cosi' tanti compagni di danze riuniti in un posto sempre accogliente, caldo e speciale. Bravi ragazzi. Mi ha fatto veramente molto piacere sballottarmi un po' nella bolgia con voi (oddio... come sono adolescienziale questa mattina...)
Tre e mezza chiusura, cone Demetrio che esprime tutto il suo disappunto all'herculeo (alla tG,tB&tQ) buttafuori (che coraggio!), puntualizzando che certi locali della riviera chiudono MINIMO alle quattro e mezza. Ovvero tanta bolognesita', ma irrestibilita' manco per il menga!
Troppo presto chiudere una serata a quell'ora. Con quella nebbia. Indovinate dove ci siamo recati allora? Troppo facile indovinare dalla foto postata in alto :)
... avevamo pur chiarito che a Marina di Ravenna la notte non muore mai...
... e a Marina di Ravenna ci siamo recati! E dove se non al nostro bagno preferito? La sessione fotografica memorabile, quanto i momenti magici che io, Claudia, Robbie, Petri e Pippo abbiamo condiviso. Manco fossimo i protagonisti di un racconto di Stefano Re!
Quelli clou? Un momento molto riguale e' stato il cerchio, con la testa schiacciata uno a fianco della tempia dell'altro, con la macchina fotografica in mezzo rivolta verso i nostri volti, lasciando che la luce del flash della macchina fotografica scorresse attraverso lo stordimento dettato chi dall'alcohol, chi dalla stanchezza, chi dai fischi nelle orecchie; la semina di alcune tracce; un fenomeno pari soltanto ad uno dei santi miracoli di Michael Jackson.
Non so bene per via di quale principio fisico. Non so se per una sorta di mutazione dettata dalla radiazione o proprieta' elettromagnetica. All'inizio pensavo fosse Demetrio che ci illuminava da dietro con una sorta di pila. Col cavolo. Ogni volta che alzavamo un piede lungo la sabbia... l'impronta si accendeva di una luce verdognola fosforescente, che andava pian piano dissolvendosi come quella di una lucciola. Magia. Magia. Magia. Forse e' cosi' che girano i videoclip piu' misteriosi. Nessun effetto speciale. Tutti in spiaggia. Miracolo. Come quello di trovare un bar aperto alle cinque e mezza del mattino a Marina di Ravenna. E tanti sentimenti in casinati a lottare dentro di me. Gioie e paure a rincorrersi come cani e gatti. Un gran casino, insomma.
Tornato a casa alle 07.20. Orario tranquillo insomma. Con un muro di nebbia a Forlimpopoli da far sembrare Ravenna un cristallo swarosky appena lucidato col vetril, a confronto.
Sveglia alle 14.30. Con un solo pensiero in testa. Un pensiero che si accendeva tra gli altri per tutta la durata del sonno diurno. Come contraccambiare in modo speciale ad un geniale regalo di un'amica speciale? Folgorazione. Avrei fatto in tempo a completare la mia macchinazione? Di quella nottata appena trascorsa mi portavo dietro tanto. Non potevo lasciare che tutti quei sentimenti si spegnessero e svanissero come le impronte fluorescenti di Marina. Senza pensare di togliermi di dosso la sabbia che mi era rimasta o cercare di arrancare verso un po' di latte caldo e una pasta, mi sono allungato verso un blocco di fogli, ho preso una penna, ho scritto una canzone. Cosi'. Di getto. L'ho riletta. L'ho corretta. Ho fatto colazione e bagno, ma piu' per schiarirmi la voce che per altro. Ho inciso la canzone. L'ho inserita nella compilation che intendevo regalare. Erano le 18.40. Non ho fatto altro. Non ne ho avuto tempo. Anche perchè dovevo passare a prendere Claudia e recarmi alla serata "The Kids At The Club" (che, Polaroid, non è al Bronson :P)
Bella serata. Pecksniff in concerto senza Patrizia, ma con una bellissima giraffa di compensato, sono stati ugualmente molto calorosi, umani, spiritosi, carismatici, pazzi, giocolieri, intimi e festaioli. Talmente tanto... che hanno chiamato sul palco il sottoscritto a suonare le maracas e Bando (augurissimi! viva il festeggiato!) alle percussioni. Alla fine il cantante, che a me ricorda vagamente un Roger Waters da giovane meno smaliziato, voleva addirittura scritturarmi per un tour, ma per quest'anno, purtroppo, ho l'agendina degli appuntamenti irresistibili piena...
Bravi. Bravi i Pecksniff. Molto migliorati rispetto ad anno scorso. Un momento per me piu' emozionante che il brano suonato assieme a loro (con Claudia che mi faceva segno di sorridere come la maestrina dello Zecchino D'oro indirizzata ai piccoli cantanti del coro) è stato scoprirmi cantare , senza ci fosse nulla di studiato, il 95% di "Wonder Boy Monster". La cosa e' abbastanza eccezionale considerando che il mio cervello e' praticamente un groviera. Anzi. Grooviera.
La selezione dei digggeis ha rasentato l'impeccabilita'. Non faccio i complimenti a Klaji (che da sabato si pronuncia Clasci', alla frandese) solo perche' praticamente a raccolto un riscontro plateale, e sarebbero solo una goccia nell'oceano. Forse il motto della serata "Bingo!", insieme a "Combat Baby". Fra la selezione degli Stives, io, Bando e Robbie e la cassetta ascoltata in macchina, mi sa che l'album dei Long Blondes ce lo siamo giocato quasi tutto! Rimane il mistero di chi diavolo fossero quelle scarpe abbandonate sul Dancefloor. Piacvole vedere, come al solito, tanti amici e le nuove ossessioni che stanno accompagnando per mano gli Irresistibili :P (questa mi sa che la capiscono solo in pochi...)
Domenica riposo. Piu' che assoluto, assolutamente. Non sono riuscito a fare altrimenti. L'aperitivo domenicale, in un Diagonal che riesce a risplendere come solo nelle sue trasformazioni da universo parallelo, una piacevole festa per celebrare il compleanno di Bando DJ, con un'ottima selezione musicale made in AirPop e tanti dolci fatti in casa divorati con sommo godimento da parte degli invitati.
La notte è poi riuscita a regalare momenti speciali fino alla fine. Notte insonne. A new moon on monday. No. Non è corretto. A new sun on monday.
PS (Grazie a tutte le persone che ho incrociado durante questo fantastico week end. Marcone, Pig, Max e soprattutto Demetrio. E non solo per le foto.)
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